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Durrenmatt: a 25 anni dalla morte

Lo ricordiamo tutti per "La visita della vecchia Signora", del 1956, con cui la sua fama - che già aveva valicato i confini elvetici con lo "scandaloso" "Es steht geschrieben" - divenne internazionale.

E' stato invece il nostro Paolo Stoppa interprete notevole di un altrettanto notevole Commissario Barlach a farmelo conoscere prima ed appassionare poi. Due sono i romanzi criminali di Durrenmatt, ed in entrambi satira, umorismo e verve quasi mascherano, insieme alla trama coinvolgente, la riflessione filosofica. "Il Giudice e il suo Boia", cela infatti il confronto etico ed intellettuale ultimo tra Gastmann, il supercriminale, ed il Commissario: "... Ti sbagli, tu non mi ucciderai. Io sono l'unico che ti conosce davvero e per questo l'unico che può giudicarti. Ed io, Gastmann, ti ho giudicato e ti ho condannato a morte. Sei tu che non sopravviverai a questo giorno: il Boia che io ho scelto verrà da te oggi stesso e ti ucciderà perché, in nome di Dio, è questo ciò che va fatto".

Etica e Giustizia sono invero le grandi tematiche che attraversano - spesso nascoste da una coltre anche di grottesco - tutta l'opera del nostro. Esse sono la risposta, se una può essercene, al senso della Vita o, per cosa possa ancora valere di vivere, il tema della seconda indagine di Barlach, "Il sospetto". Quanto questi temi abbiano impegnato la riflessione del nostro lo dimostra la più complessa e tormentata delle opere di Durrenmatt: "Giustizia". Iniziata nel 1957, più volte ripresa e lasciata, fu portata a termine solo dopo il suggerimento di Daniel Keel di proporla come frammento e che è stata sprone per Durrenmatt alla sua totale riscrittura.

"Il Reale è solo un caso particolare del Possibile e per questo concepibile anche diversamente. Ne consegue che dobbiamo ripensare il Reale per andare oltre nel Possibile". Qui il confronto serrato è quello tra giustizia e legalità, ben evidenziato dal giovane avvocato che erroneamente li identifica. A 25 anni dalla scomparsa, Durrenmatt non perde nulla del suo fulgore e della sua profondità, e, satira ed humor (ma anche il grottesco) garantiscono un approccio bello e spesso esilarante anche a chi non desidera l'impegno filosofico. (Oltre che scrittore e drammaturgo Durrenmatt è stato anche un pittore di talento non indifferente e di opere rispecchianti anch'esse riflessione profonda, qui "L'ultima assemblea generale della Banca Federale").
 

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