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 Home page > Tribuna Libera > Draghi non è un "drago mostruoso"

Draghi non è un "drago mostruoso"

 

 

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, è sempre più spesso oggetto di critiche e talvolta di esplicite contestazioni, come avvenuto recentemente a Roma, nel corso di un incontro all’università Roma Tre in ricordo del grande economista Federico Caffè, prevalentemente perché accusato di fare gli interessi delle grandi banche e di società finanziarie i cui principali obiettivi sono di natura speculativa.

Draghi è ingiustamente accusato, però.

Infatti ha svolto e svolge un ruolo positivo, molto importante, nel tentare di contrastare la crisi economica che da tempo colpisce l’Europa. Perché questo mio giudizio decisamente favorevole nei confronti dell’operato di Draghi? Per vari motivi.

Posso iniziare proprio dall’incontro in cui è stato contestato a Roma. Il suo intervento è stato finalizzato a ricordare Federico Caffè, di cui Draghi è stato allievo, e già questo è importante perché Caffè è stato uno degli economisti europei di maggior rilievo e senza alcun dubbio favorevole ad attuare una politica economica che contrastasse la disoccupazione, le diseguaglianze di reddito, un economista keynesiano e quest’ultima notazione è molto utile per chi conosce anche solo le basi della teoria economica.

Ed anche Draghi è un keynesiano, favorevole quindi ad un intervento pubblico nel sistema economico, ritenuto non in grado di risolvere autonomamente i maggiori problemi che si presentano, tra i quali soprattutto la disoccupazione.

Ma non posso fermarmi a questa prima considerazione.

Draghi, non solo teoricamente, ma concretamente, nella sua azione di presidente della Bce ha tentato e tenta, spesso con successo, di attuare una politica monetaria espansiva, in contrasto con le opinioni che frequentemente sono espresse dai banchieri e dai governanti tedeschi.

Se Draghi non avesse promosso una politica monetaria con quelle caratteristiche la crisi economica europea sarebbe stata ancora più grave di quanto non lo sia stata o non lo sia tuttora.

Draghi poteva e può fare di più? Probabilmente sì, se però le opposizioni alla sua politica fossero state e siano meno pesanti. Peraltro Draghi si appresta, molto probabilmente, ad attuare una politica definibile correttamente di “quantitative easing”, super espansiva sulla scia di quanto ha fatto la Federal Reserve americana.

Occorre però considerare una questione, peraltro più volte sollevata da Draghi: la politica monetaria non è sufficiente per affrontare con l’impegno necessario la crisi economica dell’Europa ma occorre anche una politica fiscale adatta e le riforme strutturali che consentano ai diversi paesi europei di accrescere la produttività dei diversi settori economici.

Queste valutazioni mi sembrano più che sufficienti per formulare un giudizio fortemente positivo sull’azione svolta da Draghi come presidente Bce.

Né tale giudizio positivo può essere inficiato dal fatto che agli inizi del nuovo secolo, dopo aver ricoperto la carica di direttore genetale del Tesoro, Draghi sia stato vicepresidente della banca d’affari Goldman Sachs.

Quindi quanti lo criticano o non sanno quello che dicono, nel senso che sono completamente ignoranti anche delle nozioni più elementari delle scienze economiche, oppure portano avanti solamente una speculazione politica di bassissimo livello.

Magari l’Unione europea avesse molte persone con incarichi di rilievo come Draghi per sconfiggere soprattutto i veri mostri che si annidano soprattutto nel mondo politico ed economico tedesco.

 

Foto: Rutte/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di vittorio (---.---.---.69) 25 novembre 2014 13:03

    Complimenti doppi :

    1° - Lei indica dati e fatti oggettivi

    2° - Lei ha consapevolezza e coraggio sufficienti per dire verità poco "popolari" , contrariamente alla massa di pseudo lettori e pseudo ascoltatori di soli titoli populisti e solfe di pifferai magici !

    Molti anni fa, a un amico che mi chiedeva come avremmo potuto evitare l’ulteriore declino ed inevitabile fallimento italiano sia economico che politico, dissi che purtroppo conoscevo una sola soluzione (concreta ma ahimé inattuabile) : pieni poteri a Draghi per 3 massimo 4 anni per poi ritornare alla democrazia parlamentare.

    Averne di Draghi, sia in Italia che a Bruxelles .... anziché quella manica di esibizionisti sprovveduti che ci ha imbarcato nell’avventura Ucraina (tanto indebitata ed inefficiente che ci costerà centinaia di miliardi di euro e centinaia di migliaia di posti di lavoro che emigreranno li dove i salari sono 70% inferiori ai nostri!)

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