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Doriana Goracci

Doriana Goracci

Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo, usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia.

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  • Primo articolo giovedì 08 Agosto 2009
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Ultimi commenti

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.230) 30 maggio 2016 11:41
    Doriana Goracci

    AGGIORNAMENTO, E’ FEMMINICIDIO: "Vincenzo Paduano, è una guardia giurata e ha 27 anni. La svolta nelle indagini sulla morte di Sara è avvenuta dopo una notte di interrogatori dell’ex fidanzato della ragazza, sospettato dell’omicidio dalla Squadra mobile della Capitale coordinata dal procuratore Maria Monteleone.Ad inchiodare la guardia giurata un video, registrato dalle telecamere di sicurezza di una fabbrica di calcestruzzi in via della Magliana, che ha ripreso i momenti salienti di quanto accaduto sabato all’alba, poco dopo le 4.30: la Toyota Aygo della giovane ferma sul ciglio della strada affiancata da un’altra vettura, un individuo che scende da quest’ultima, sale sull’altro veicolo dal lato del passeggero, armeggia nell’abitacolo, poi ritorna sulla sua auto e parte. Pochi istanti e le fiamme divampano dalla Toyota. Su queste immagini c’e’ il massimo riserbo da parte degli investigatori, che però sarebbero convinti di aver riconosciuto in quel video l’ex fidanzato di Sara. In quei frame ci sarebbero altre scene. Per esempio, quella dell’aggressione fisica alla ragazza, costretta a fermarsi dopo che la sua auto era stata affiancata da qualcuno che la stava inseguendo."

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.230) 30 maggio 2016 10:39
    Doriana Goracci

    E’ stato fermato l’ex ragazzo di Sara Di Pietrantonio: è Vincenzo Paduano e ha 27 anni.

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.47) 28 maggio 2016 01:12
    Doriana Goracci

    Aggiornamento "Favor è una bambina meravigliosa, mi ha commosso. Sappiamo che è di origine nigeriana". Lo dice Maria Rosa Volpe, l’ispettrice della polizia di Stato, che ha portato a Palermo la bimba di 9 mesi. "Ho consegnato la piccola - aggiunge la poliziotta - ad un’assistente sociale del tribunale dei minori di Palermo. Sarà il magistrato a decidere a quale comunità affidarla".La piccola Favor, la bimba di colore di circa 9 mesi giunta due giorni fa a Lampedusa dopo che la madre incinta è morta durante la traversata nel canale di Sicilia, è arrivata a Palermo in aereo, accompagnata dall’ ispettrice della Polizia di Stato Maria Volpe. Il volo era decollato alle 15.50 da Lampedusa. "Durante il viaggio è stata tranquillissima, sta benissimo" dice l’ispettrice. La piccola Favor ha lasciato lo scalo aeroportuale a bordo di una Alfa romeo della guardia di finanza. La piccola sarà condotta in un centro specializzato per bambini e neonati, come spiega Maria Teresa Maccanti, presidente di Naaa (un ente accreditato per le adozioni internazionali), "le autorità devono accertarsi che la piccola non abbia parenti in vita. Va contattata l’ambasciata del suo Paese di origine per rintracciare gli eventuali familiari in Africa o in Europa.E’ molto probabile che, se la mamma della bambina si è sottoposta al lungo e pericoloso viaggio verso l’Europa, avesse parenti da qualche parte da raggiungere". Se dovesse risultare che la piccola è davvero sola, il giudice potrebbe anche decidere per un’adozione, che in questo caso sarebbe nazionale in quanto la bambina è già in Italia. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando in aeroporto ha detto: "Abbiamo accolto Favor con un bacio e con una bambola di pezza accompagnati dagli incaricati della giustizia minorile. Speriamo possa essere adottata da qualche famiglia per avere una vita bella, dopo la tragedia che l’ha colpita". "Questa vicenda è l’ennesima conferma del terribile genocidio che si sta consumando nel Mediterraneo, frutto di egoismi finanziari e meschinerie politiche di cui saremo chiamati a rispondere, come i tedeschi per il genocidio nazi-fascista", ha aggiunto...http://www.ansa.it/sito/notizie/cro... ANSA





  • Di Doriana Goracci (---.---.---.131) 27 maggio 2016 11:28
    Doriana Goracci

    Mila Brollo è arrivata a Lampedusa! e ci scrive 8,30 arrivo a Lampedusa. Il traghetto si avvicina lentamente e per un tempo che mi è sembrato interminabile, Lampedusa con le sue rocce bianche si staglia tra mare e cielo come un agognato desiderio. Finalmente scendo e senza neanche avere il tempo per emozionarmi ancora, subito mi avvicina un signore che mi chiede se sono la mamma di Giada. Si, lo sono. Giada è stata qui qualche anno fa a fare un servizio per la Rai ed ha conservato le amicizie di quei giorni. Tornata a casa, mi ha parlato tanto di quest’isola che è da allora aspetto di venirci. L’ho fatto con una bella pedalata.
    Enzo, così si chiama il signore, fa il pescatore. Mi spiega che le barche stanno fuori due giorni e pescano svariate tonnellate di pesce. Sulla banchina ci sono i camion refrigerati e il pesce viene immediatamente sceso dalla barca e stivato per essere portato a destinazione in tutta Italia. Certo, qui è davvero appena pescato. Sta arrivando una barca e con essa il lavoro di due giorni di pesca. Potrei andare a vedere, ma poi penso che forse incontro agonia e rinuncio. Non riesco più a sopportarla. Eppure, per motivi legati al diabete, ho ripreso a mangiare pesce e mi sento anche peggio: occhio non vede cuore non duole. Che vigliaccata.
    Saluto Enzo e mi avvio al centro di Lampedusa. Prima di entrare nell’abitato mi fermo vicino al mare e… mi emoziono. Ce l’ho fatta.Un momento e via.
    Riparto, tutto è dorato dal bel sole della mattina che colpisce radente le cose. Le ombre lunghe creano un andamento allegro. La cosa che colpisce subito, e me in particolare, è la presenza di decine di cagnoni randagi, liberi, placidi, che si comportano come i padroni dell’isola. Bello-bello vedere che tutti li conoscono, li accolgono, li coccolano. Fuori dai negozi, ci sono dappertutto ciotole dell’acqua per loro.
    La gente qui, sembra tutta in vacanza, ma naturalmente non lo è. I negozianti stanno sballando scatoloni, altri puliscono vetrine, bagnano le numerose piante sparse qua e là, preparano l’accoglienza dei tanti turisti in arrivo. In giro per il paese è pieno di piccoli cantieri per il rifacimento dei marciapiedi, del selciato, della cosa pubblica. La cittadina è pulitissima. Mi fa un piacere immenso: sono centinaia e centinaia di chilometri che attraverso montagne di spazzatura, cartacce e giornali, bottiglie di vetro e di plastica, copertoni (e guarnizioni simil-serpente e serpenti simil-guarnizioni), cartoni e le maledettissime borse di plastica che volteggiano in aria pericolosamente come uccelli predatori impazziti che si avventano sui ciclisti.
    Le cose che ho visto buttate in giro sono davvero inaudite, anche perchè, non c’è nulla da dire né da giustificare, sono responsabilità di chi ha gettato e di chi non ha raccolto. E questo scempio riguarda ogni spazio, in città e fuori città. Beh, Lampedusa è pulita. Molto.
    Passando nella via centrale, un po’ di persone mi fermano: hanno seguito il mio viaggio ma non avrebbero pensato che ce l’avrei fatta. Sembrano felici di vedermi.
    Anche nella struttura che mi ospita la Tourgest, del mio ormai amico Salvatore, mi accoglie in frenesia di sistemazione. Dappertutto si sta preparando l’isola per l’arrivo dei gitanti e io ringrazio Dio di essere arrivata prima di tutti loro. Non avrei voglia su questa isola che tanto rappresenta per me, cogliere la spensieratezza e il “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” che qui convivono con la disperazione, la morte, l’uomo mangia uomo ed anche, per fortuna, uomo aiuta uomo.
    In questi giorni si sentono notizie di nuovi sbarchi e di montagne di nuovo dolore bagnato. La prima azione che decido di fare è “andare incontro”, questo era il mio proposito e questo faccio. Mi dicono che non ci si può avvicinare al Centro Accoglienza, non m’importa, voglio “andare verso” quella zona. Il mio contachilometri segna esattamente 2.318. Ero partita a 62. Ho fatto 2256 chilometri per non sentirmi indifferente a questo mal di vivere, di più, impossibilità di vivere, che riguarda così tante parti del mondo e così tante realtà dolorose. Mi avvicino lenta, con la mia bici. Il Centro è all’interno dell’isola. So circa dov’è, non m’interessa arrivarci davvero, che sarei più che inutile, d’impiccio. “Vado verso”, sussurrando dentro di me una sorta di preghiera, per chi in questo giorno è appena arrivato dopo un viaggio pazzesco, per chi è morto durante la notte per chi è lì da un po’ in attesa di smistamento. Mi viene in mente Primo Levi, Se questo è un uomo….
    Mi raggiungono come sempre pensieri nel mio mentre pedalo piano. Ricordo un viaggio in treno fatto verso Roma con gli amici di Parma, lo scorso 7 aprile per la presentazione del nostro disegno di legge (2233) sulla psichiatria. Eravamo vicino ad alcune “signore” vestite e ingioiellate, fans di Salvini. Stavano andando da Milano a Roma per fare shopping. Ricordo i discorsi, le assurde convinzioni, il razzismo così forte da non considerare assolutamente umani questi essere umani “altri”. Lo ricordo con raccapriccio, con disgusto, anche rabbia, ma non è il sentimento predominante. Quello predominante è il disgusto che sento proprio a llo stomaco. E penso anche ad altre “colpe” di persone incolpevoli come chi ha un disturbo psichiatrico, o una disabilità o si trova in una emergenza magari momentanea. Anche loro fanno parte di una umanità tanto altra da non essere riconosciuta come tale. Immondizia da buttare, per alcuni.
    Mentre pedalo su queste strade punteggiate da ciuffi di fiori viola, così belle da sembrare un paradiso, mi prende una commozione profonda. Ho pianto in questo viaggio. Ho pianto anche ieri. Mi spaventa che esistano questi contrasti nell’umanità. In quelle “signore” ho incontrato in potenziale le stesse persone che in altre condizioni e paesi, organizzano viaggi allucinanti per questi disgraziati sia su mare che su terra, senza minimamente curarsi dei rischi, pensando solo ai guadagni.
    Mi raggiunge un altro pensiero che mi viene su quella strada così silenziosa è Île de Gorée, visitata assieme ad amici senegalesi tanti anni fa, appunto, in Senegal. Era l’isola dalla quale si “spedivano” gli schiavi nel sud america. Le navi erano studiate per incastrare tra loro più persone possibile. Ci sono i disegni dei “progettisti” che indicano la sistemazione per riuscire a trasportarne con un solo viaggio svariate migliaia. Strati e strati bassissimi, in cui gli schiavi venivano distesi sul fianco, impossibilitati a girarsi per mesi, con le gambe piegate, incastrati tra loro e incatenati così da permettere la massimo quantità di “merce”. Morivano il 70% circa delle persone tra escrementi e putrefazione degli altri corpi vicini. Il colera non era che uno dei mali. I disgraziati che arrivavano vivi, non avevano in riserbo, che altro dolore ancora. E come per le immondizie, questa della tratta di vite umane in fuga, è una realtà per cui tanti hanno responsabilità, indirettamente anche noi, di certo. Mi fa male. Son qui anche per questo. Ieri una persona ha scritto sulla mia pagina FB che sto lottando contro l’indifferenza. E’ così, è quello che ho cercato di fare, non sapendo far molto di più: nella salute mentale, come nell’immigrazione e nell’assurdità della incuria del nostro straordinario paese e dei nostri paesaggi, scoprendo che l’Italia è davvero bellissima e piena di gente di buona volontà. Forza, siamo in tanti: la volontà è la scintilla, è ora di rimboccarci le maniche.
    Girovagando nell’isola ho poi percorso la strada delle piccole baie. L’acque è meravigliosamente azzurra vicino alla riva per poi diventare di un bel blu elettrico un po’ più in là. Ma al largo, dio mio, che blu scuro. Profondo. Quasi nero.
    Arrivando col traghetto in questa acqua così scura e profonda, qua e là, galleggiavano cose… uno straccio (era uno straccio? o forse un abito?), due pezzi di plastica colorata indefiniti, qualche bottiglia…. La mia immaginazione è partita e per ognuna di queste cose mi si è squarciato il cuore, anche se forse nella realtà erano solo parte di quell’enorme immondizia buttata qua e là nel nostro paese. Ma poteva anche essere altro. Prima di andarmene, butterò un fiore in quasto mare. Lo butterò per me e per tutti quelli che come me pensano che questa sia solo una feroce follia e una inaccettabile ingiustizia alla quale, con battito d’ali almeno, dobbiamo porre attenzione.
    Domani arriveranno amici da svariate parti d’Italia di Parole Ritrovate. Sarà bello essere qui assieme.Poco più in là del porto d’attracco di Lampedusa http://biciterapia.it/2016/05/27/ar...

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.16) 25 maggio 2016 09:17
    Doriana Goracci

    AGGIORNAMENTO: Clamorosa svolta nelle indagini per gli omicidi di Gianluca Monni, lo studente 19enne di Orune (Nuoro), ucciso l’8 maggio 2015 mentre attendeva il pullman per andare a scuola, e del 28enne Stefano Masala di Nule (Sassari) scomparso il giorno prima e mai ritrovato. I carabinieri all’alba hanno arrestato tre persone e effettuato diverse perquisizioni: in cella Paolo Enrico Pinna (di Nule), oggi maggiorenne ma diciassettenne all’epoca dei fatti accaduti un anno fa, e suo cugino di Ozieri Alberto Cubeddu di 21 anni. Un altro giovane, Antonio Zapareddu, 25 anni, di Pattada, è stato arrestato nella stessa operazione per detenzione di armi (altre notizie su http://lanuovasardegna.gelocal.it/s...)


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