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Donne in marcia contro il blocco della ricostruzione post terremoto

Grazie del niente ci sarebbe da dire.. .E' molto difficile trovare la notizia nei quotidiani e tantomeno nei media nazionali, eppure domenica tante donne si sono fatte dieci ore di cammino - in un paesaggio già con la prima neve e il gelo - per arrivare oggi lunedì 19 novembre, all'incontro con le istituzioni nel capoluogo di regione.

Alla marcia hanno partecipato "mamme, nonne, figlie e nipoti, amministratrici, imprenditrici e casalinghe, operaie, che hanno risposto all’appello lanciato dalla ex sindaca di Montereale Lucia Pandolfi, chiamata nei mesi scorsi in Regione per dare una mano all’amministrazione di Campotosto, e Iside Di Martino, prima cittadina di Cagnano Amiterno".

A piedi dunque per circa 35 chilometri dal comune di Campotosto a quello di Cagnano Amiterno e, lunedì 19 novembre, partenza da località Cermone nel comune di Pizzoli per giungere davanti alla sede della prefettura dell'Aquila, in pieno centro storico, per chiedere al prefetto, Giuseppe Linardi, di interessare il governo nazionale sullo stallo nella ricostruzione nell'alta Valle dell'Aterno. La singolare protesta denominata "marcia della pace", è stata promossa da un gruppo di donne dei territori colpiti dai terremoti, dell'Aquila del 2009 e del centro Italia, del 2016 e 2017, per denunciare il fatto che «non è stata approvata nessuna pratica di ricostruzione delle case danneggiate, neppure quelle più lievi, del sisma più recente, mentre per quello di dieci anni fa, tutto procede molto lentamente».

Ad organizzare la lunga passeggiata a piedi, sono state tra le altre il sindaco di Cagnano Amiterno, Iside Di Martino, e l'ex sindaco di Montereale, Lucia Pandolfi. Lucia Pandolfi ha dichiarato: «La nostra è una iniziativa non politica e che non guarda al passato, la situazione che si è creata infatti rischia di far spopolare definitivamente i nostri centri infatti, il 70 per cento delle persone, anche quelle che hanno la casa non gravemente lesionata, vivono all'Aquila nei moduli abitativi provvisori, quindi è difficile che le attività economiche possano andare avanti vuole capire, anche con una inchiesta giudiziaria, i motivi per i quali i fondi dello Stato sono fermi e la ricostruzione non è partirà. Chiederemo al prefetto di interloquire col governo nazionale Speriamo che il vice premier Salvini, a cui piace rendersi conto di persona di quanto accade, venga a visitare i nostri territori».

Aggiungo anche che "le mamme del Patto per l’Abruzzo Resiliente (Par), partendo dall’attenzione sul lavoro del noto Street Artist Millo sulla facciata della Scuola di Borgomarino a Pescara (con 700 visitatori), sono scese in Piazza della Rinascita a Pescara per divulgare informazioni utili al cittadino, parlare di pianificazione del territorio e della necessità di mettere in sicurezza gli edifici scolastici."

Le strumentalizzazioni politiche e di partito avvenute tra diversi schieramenti anche per questa iniziativa "fantasma" sulla stampa, non mi interessano minimamente, pertanto...Chiedo massima diffusione e solidarietà.

Doriana Goracci

n.b. molti riferimenti possono essere letti a questo link 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.140) 19 novembre 2018 19:05
    Doriana Goracci
    "Abbiamo marciato per la pace e per la vita perchè è in ballo la sopravvivenza dei nostri territori è La marcia delle donne per la vita dei nostri paesi" L’iniziativa, lanciata dall’ex sindaca di Montereale Lucia Pandolfi, si è conclusa, con l’incontro odierno in Prefettura tra una delegazione di manifestanti guidati dala sindaca di Cagnano Iside Di Martino e il prefetto del capoluogo Giuseppe Linardi."Il prefetto ha chiesto di relazionare dettagliatamente su questa condizione di stallo che si è generata col doppio cratere -ha dichiarato al termine dell’incontro la sindaca di Cagnano Iside De Martino- Con gli altri sindaci delle aree interne abbiamo fatto decine di tavoli tecnici, ma noi non abbiamo alcun potere per risolvere l’inconciliabilità dele normative relative al cratere 2009 e di quelle che riguardano il terremoto del 2016 del Centro Italia. Ad oggi non esistono norme attuabili che consentano di avviare la ricostruzione e così, per il terzo inverno consecutivo, le nostre case resteranno chiuse. A Cagnano, dopo due anni, non sono partite nemmeno le pratiche B, quelle cioè relative agli edifici che hanno subìto danni lievissimi dal sisma. La situazione è drammatica".A preoccupare maggiormente la sindaca è lo spopolamento delle aree interne. "Se non ci verranno date risposte in tempi brevi -ha sottolineato De Martino- le aree interne si spopoleranno. A due anni dall’evento sismico, nel Comune di Cagnano abbiamo 50 nuclei familiari ancora fuori dalle loro case. Per un paese piccolo, questo vuol dire spopolamento, con la chiusura definitiva delle scuole e dei servizi. Stanno lasciando morire un interno territorio".
    A complicare ulteriormente la situazione, la mancanza di un referente governativo. "Noi sindaci di piccoli comuni non possiamo intervenire senza il coordinamento con chi è sopra di noi. Prima le regioni del centro Italia avevano il coordinamento e un referente sul posto. Oggi non c’è nessuno incaricato dal governo che si occupi delle nostre condizioni. Da Roma devono darci immediatamente delle risposte", ha aggiunto la prima cittadina."Questa giornata di protesta ci ha consentito di riaccendere i riflettori sul blocco della ricostruzione delle aree interne - ha concluso De Martino- Il prefetto si è inoltre assunto l’onere di farsi portavoce delle nostre istanze presso il governo fino a quando la situazione non verrà risolta a livello centrale".

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