• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Donne da pubblicità anche in politica

Donne da pubblicità anche in politica

Sembrerebbero notizie da bar dello Sport, quando c’era s’intende, pettegolezzi di periferia, chiacchiere alla fermata dell’autobus tra conoscenti, ma così non è. E’ ciò che sta succedendo in una politica attuata da pochi privilegiati, che si servono per governare di annunci, trovate pubblicitarie, i cui esperti scelgono il cavallo più prestante per puntare durante una corsa e vincere.

Che strano che ancora una volta a farne le spese siano donne, che anche se hanno qualcosa da dire ma non rispondono ad un cliché devono essere declassate, per ritornare tranquillamente al loro vissuto di casalinghe o donne in attesa. Emblematico quanto successo a Patrizia Bedori, votata nelle comunarie come deputata a sindaco di Milano, bollata come brutta, grassa e disoccupata, quindi costretta a lasciare in quanto inidonea al ruolo da ricoprire. Nell’era della pubblicità dove sfilano donne di una bellezza di plastica, tutte belle ed accattivanti, il cervello diventa un optional e se non buchi lo schermo, non ci si affanni più di tanto, si è perdenti !

Il nuovo Vangelo per essere presentabili in politica parla chiaro: o sei una coscia lunga con tacco a spillo ed avvenente o non hai futuro. D’altronde volevate che alla Casaleggio Associati sfuggisse questa inezia? Manco a parlarne, specie se si guarda la candidata romana che quando parla ai microfini diventa accattivante, seducente con quell’intercalare di voce che deve farla sembrare la soubrette della porta accanto con la quale interagire e sentirsi alle “stelle”.

Non è un caso infatti che il testimonial sia adesso passato ad un uomo, un avvocato tanto per intenderci che magari parlando alle platee riuscirà ad essere simpatico, specie se si presenta come un Renzie casual chic che ha un certo sex appeal. Insomma in un momento simile diventa doveroso uniformarsi ai media, per essere come loro chiedono e vogliono, senza tenere conto di ciò che si dice, perché quando si vende bisogna saperlo fare. D’altronde Berlusconi insegna e continua a fare scuola, se alla veneranda età di 80 anni invece di fare il nonno sceglie futuri sindaci, va in giro per il bene dell’Italia, dice lui, per ben altro sappiamo noi. Scadente il consiglio dato alla Meloni di starsene a casa, per farsi coccolare durante il suo periodo di gravidanza. Ma la gravidanza è una malattia?

Da donna devo dire di no, anzi è un momento magico per la vita di ogni donna, anche proficuo che ti spinge a fare quello che hai sempre fatto. Evidentemente per chi è sfornito di utero, alcuni meccanismi sfuggono per cui parlare come se la donna fosse un essere da proteggere ma non da ascoltare fa la sua bella differenza. Che mondo ragazzi. Altro che diritti e mondo delle donne! Qui siamo ancora al tempo che Berta filava; e fila oggi , fila domani, fili per tutta la vita. La reltà delle apparenze, il linguaggio dei luoghi comuni continua ad essere quello di sempre. Possiamo parlare all’infinito, ma quando le parole sono fuochi d’artificio, che dopo essere esplosi terminano, mancheranno all’appello i fatti che da soli fanno la differenza.

Oscuri personaggi detengono in mano il potere di decidere “che fare” manovrando fili, tessendo trame poche chiare, pur di sedersi al banco della politica, puntare e vincere. E mentre loro giocano con destini di tante donne, la pallina gira nella ruolette, per determinare se a vincere sarà il rosso o il nero. Miserie umane, squallore di un tempo dove tutto è messo in vendita, compresa l’immagine di tante donne che devono solo muoversi, aprire la bocca ma non pensare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità