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Discarica di chiaiano: (guasta)feste della ciliegia

13, 14 Giugno 2009, 39° edizione 2009 della Festa della Ciliegia di Chiaiano.

Nell’ambito delle giornate regionali dell’agricoltura urbana si è tenuta a Chiaiano (VIII Municipalità di Napoli) la Festa della Ciliegia, organizzata dall’Ente Parco Colline di Napoli in collaborazione con il Consorzio Colline di Napoli, l’Assessorato Regionale all’Agricoltura e alle Attività Produttive e il Comune di Napoli.

Ospite d’onore dell’edizione di quest’anno: una bella discarica di rifiuti indifferenziati.

9 Agosto 2008 - Palazzo Salerno, Napoli. Alla conferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri di valutazione di impatto ambientale relativo all’apertura e all’esercizio della discarica di Chiaiano, gli enti organizzatori della festa della ciliegia avevano dato parere favorevole alla realizzazione della discarica, se pur con prescrizioni (si tratta di due casi su tre).

17 Febbraio 2009 apre i battenti la discarica di Chiaiano, individuata con D.l n°90 del Maggio 2008.

Una rassicurante webcam puntata sull’area della discarica permette di spiare 24 ore su 24 la monnezza in arrivo. Nessun cittadino può accedere al sito presidiato dall’ Esercito dal 10 Luglio 2008, tantomeno il sindaco della città di Marano. Neanche si trattasse della famosa Area 51.

L’ultimo sopralluogo autorizzato risale al 6 Febbraio 2009; grande assente, il sindaco della città di Napoli.

(foto a sinistra) la cava di Chiaiano, da poligono di tiro a discarica di rifiuti. (foto a destra) l’europarlamentare M. Frassoni ed il Prof. G.B. De Medici durante l’ultimo sopralluogo al cantierie della discarica.

Secondo i dati forniti dal Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti, sono stati conferiti in discarica 28.697 tonnellate di spazzatura (situazione aggiornata al 28 Maggio 2009).

Perché si è deciso di allestire in gran fretta una discarica nella selva di Chiaiano? Qualcuno potrebbe rispondere: per togliere l’immondizia che ammorbava Napoli. Da una parte gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano si opponevano mani alzate alla realizzazione della discarica; dall’altra i napoletani, stremati da mesi di spazzatura putrescente, si ponevano un’ unica domanda: la monnezza dove la mettiamo?

I media trovavano terreno fertile per demonizzare i cittadini che disperatamente gridavano NO alla discarica. Egoisti, camorristi, nimby, questi gli epiteti più usati dai giornalisti e dai politici per definire le persone che protestavano a Chiaiano.

Napoli in piena emergenza rifiuti (foto: panorama.it)

Ci voleva un miracolo.

Con grande ottimismo, in linea con le scelte già indicate dal Governo di centro-sinistra, si optava per una delle 17 cave a ridosso della popolosa periferia a nord della città, a poche centinaia di metri dalla zona dei grandi ospedali napoletani, in un contesto a spiccata fragilità ambientale per quanto concerne i pericoli di frana e di alluvioni e ciliegina sulla torta , in una selva naturale (la selva di Chiaiano) inserita nel Parco delle Colline di Napoli.

Sul sito dell’ente Parco delle Colline si legge: <<Il Parco viene istituito, con delibera di Giunta della Regione Campania n°855 del 16 giugno 2004.Una tappa fondamentale lungo il percorso che ha portato alla sua nascita è rappresentata dal varo della legge regionale “Istituzione del sistema parchi urbani di interesse regionale” (L.R. 17\2003) che individua gli ambiti urbani con notevole pregio ambientale e paesistico, fondamentali anche per il riequilibrio ecologico che apportano al territorio urbanizzato. Il Parco delle Colline si inserisce in tale contesto come progetto-pilota teso alla tutela del patrimonio naturale e dell’agricoltura nell’area metropolitana di Napoli.>>

Un territorio, dunque, quello del Parco delle Colline ricco di storia e di cultura contadina. Oltre alla presenza di reperti di epoca romana (nell’area archeologica di Casaputana a pochi metri dalla discarica), numerose sono le aziende agricole a conduzione familiare che producono la famosa varietà di ciliegia recca.

Tutto d’un tratto una Bomba, una di quelle che fanno male al cuore e che sanno di beffa, anche se sembrano un Pesce d’Aprile.

Il 2 Aprile 2009 sul quotidiano la Repubblica viene pubblicato un articolo di Francesco Erbani dal titolo Paesaggio, cartoline dal Belpaese da salvare.

Si viene a sapere che il 10 Luglio 2008, la Presidenza del Consiglio sanciva l’intesa sul Piano Strategico Nazionale in materia di sviluppo rurale. Diretta emanazione del Piano è il Catalogo del paesaggio rurale storico italiano. Il Catalogo individuava le 136 aree italiane più rappresentative da recuperare e fra le sei aree campane evidenziate nel Catalogo, oltre ai terrazzamenti di Amalfi ed altri siti, figurava il Parco delle Colline di Napoli, Selva di Chiaiano compresa. Il 10 Luglio 2008 era anche il giorno dell’ insediamento dell’ Esercito nel sito individuato come discarica.

La selva di Chiaiano vista dal satellite (foto: parcodellecollinedinapoli.it)

Ma torniamo alla vexata questio: la discarica non la volete, ma la monnezza dove la mettiamo?

Nell’estate 2008, quando il tanto atteso miracolo della sparizione della monnezza sembrava compiuto, i lavori per la discarica di Chiaiano erano ben lontani dall’ essere portati al termine. Dunque, in che modo la discarica di Chiaiano avrebbe contribuito a tamponare l’emergenza in quei giorni difficili?

Dati alla mano, la risposta a dove mettiamo la monnezza si è concretizzata principalmente nelle discariche di Savignano Irpino, Sant’Arcangelo Trimonte, Ferrandelle (sito di stoccaggio provvisorio ricavato in un’ ex tenuta di un boss dei Casalesi), Macchia Soprana, San Tammaro e negli impianti di Cdr ora rinominati Stir. In poche parole, montagne di rifiuti ed ecoballe. Meglio lì che altrove, dirà qualcuno.

L’autunno 2008 riservava delle grandi sorprese. Ad Ottobre, durante lo sbancamento di una collinetta nei pressi della cava, veniano ritrovati rifiuti di ogni genere. Dalla monnezza nascosta sottoterra affiorava anche il famigerato amianto. Quella collinetta nascondeva 10mila tonnellate di materiale. Sta di fatto che , con l’ordinanza n. 8 del 21 gennaio 2009 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si stanziavano circa 850.000 euro per rimuovere quello che era stato trovato. La stessa ordinanza riconosceva che la rimozione <<costituisce una misura di estrema urgenza per la salvaguardia della salute pubblica>>. Niente paura però, ci sono stati solo dei rallentamenti, i lavori sono proseguiti come se nulla fosse accaduto. E i responsabili di quello scempio? Addirittura il quotidiano la Repubblica riportava una dichiarazione in cui si affermava che su alcuni sacchi contenenti amianto c’era la scritta Enel. Mistero delle deroghe.

L’immagine, a cura del Prof. Ortolani, mostra la situazione della zona dei lavori della discarica ( 2 Febbraio 2009 )

A Maggio 2008, nel periodo di contestazioni contro la discarica e ancor prima del ritrovamento dell’ amianto, un documento audio-video dal titolo Chiaiano, la discarica sommersa girato da la Repubblica Tv mostrava il ritrovamento di rifiuti sotterrati. Ad Aprile 2009 un video realizzato da alcuni cittadini del Presidio di Chiaiano trasmesso dal Tg di un’ emittente locale mostrava bidoni, carcasse arrugginite e rifiuti di ogni genere trovati nella selva di Chiaiano.

Purtroppo, gli sversamenti incontrollati non si limitavano alla sola zona dei lavori per la discarica. Un’area di 200mila metri quadri comprensiva di un’ex cava di tufo è stata sequestrata a Novembre 2008 dalla Guardia di Finanza. La discarica abusiva si trovava, in linea d’aria, vicino al complesso universitario del Nuovo Policlinico.

Secondo il Prof. Franco Ortolani, Geologo dell’ Università Federico II di Napoli, col passare degli anni molte cave dismesse sarebbero state riempite da materiali sconosciuti.

L’immagine, a cura del Prof. Ortolani, mostra 12 aree (cerchiate in rosso) interessate da sversamenti.

L’ 11 Maggio di quest’anno, persino nell’ Ospedale Cardarelli, nosocomio più importante del Mezzogiorno a soli 2.8 km dalla discarica di Chiaiano, è stata trovata un’ un’enorme quantità di rifiuti speciali durante i lavori di scavo di un sottopassaggio della metropolitana.

I cittadini del presidio di Chiaiano e Marano hanno chiesto più volte la bonifica del territorio e la chiusura della discarica. Tutto tace.

Quale sarà il destino delle cave di Chiaiano? L’unica certezza è che, esaurita la discarica, verrà posto un bel prato all’inglese. Daltronde, anche l’occhio vuole la sua parte.

A Giugno si prosegue con l’apertura di due discariche nei pressi della città di Terzigno nel Parco Nazionale del Vesuvio.

Raccolta differenziata, riduzione degli imballaggi, compostaggio stentano a decollare.

La ciliegia di Chiaiano ringrazia.

Lo staff di chiaiaNOdiscarica.it

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