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Diciotti | C’è vita sul Pianeta Italia

Catania: Le 177 persone illegalmente trattenute sulla nave Diciotti vengono finalmente liberate.

di Luca Cellini

Il Presidio antirazzista, che era andato avanti da Martedì, dopo vari giorni di pressioni, manifestazioni e trattative in favore del rilascio delle persone a bordo della nave ormeggiata davanti al porto di Catania, ha ottenuto un risultato di storica importanza, qualcosa che forse traccerà una linea di separazione precisa fra un prima e un dopo.
“Siamo in tanti contro questa disumanizzazione!” Recitava uno striscione del presidio, un altro riportava “Una sola ed unica voce contro questo torto infame!”

Il giorno martedì 21 Agosto aveva visto l’inizio dei primi movimenti di questo presidio, partito tramite l’organizzazione di USB, Rete antirazzista Catanese, Emergency, Welcome to Europe, Save the Children.
Già dal primo giorno le prime frizioni col Ministero dell’Interno: USB e le altre organizzazioni del Presidio si erano presentate presso il Porto di Catania dietro formale richiesta legale per far salire una delegazione sulla nave Diciotti al fine di verificare le condizioni igienico sanitarie a bordo.
Delegazione in seguito respinta e allontanata.

“La visita di una delegazione del Garante nazionale sulla nave Diciotti ha confermato le preoccupazioni per i rischi di violazione di norme nazionali e sovranazionali. Per tale motivo il Garante ha inviato una informativa su quanto riscontrato alle Procure di Agrigento e di Catania, che hanno aperto dei fascicoli relativamente alla vicenda Diciotti, per le loro opportune valutazioni.

Quella sopra una parte del testo della dichiarazione legale e formale presentata Giovedì, dove, come si legge dalla stessa, “per violazione di norme nazionale e sovranazionali” in seguito nella giornata di oggi, si è proceduto all’apertura d’una indagine per ipotesi di reato, e alla richiesta formale di dimissioni a carico del Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Nella serata, ci siamo messi in contatto telefonico con Dafne Anastasi, una delle organizzatrici dell’Unione Sindacale di Base che hanno indetto il presidio, da Dafne ci siamo fatti raccontare come si è svolta quest’ultima giornata di questo importante presidio. “Oggi, quinto giorno da cui siamo presenti, c’è stata una tensione crescente, nella notte di ieri, era stata innalzata una rete al termine del molo, per impedirci in tutti i modi di poter avere una forma di contatto, anche visivo con i passeggeri a bordo della nave Diciotti, l’obbiettivo delle forze dell’ordine è stato fin dall’inizio rendere inaccessibile tutti gli accessi, cercando di bloccare l’ingresso al molo del nostro presidio.
Noi in questi giorni abbiamo usato molto coraggio e fantasia, per farci vedere dalle persone a bordo della nave abbiamo usato ogni mezzo, la musica, gli striscioni, i fuochi di artificio, la luce di tutti i telefonini accesi nella notte, i cori, nella serata di oggi, prima dell’annuncio del rilascio delle persone a bordo, siamo riusciti anche a far volare in cielo verso la nave, delle lanterne cinesi con attaccati sopra dei modelli cartacei C3, documenti per la richiesta formale di asilo, visto che la maggior parte di loro sono fuggiti da zone di guerra e sono perciò richiedenti asilo politico e umanitario. Siamo sempre riusciti a mantenere la calma, nonostante i momenti di tensione, alcuni di noi nel pomeriggio erano riusciti a buttarsi in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto la nave, adesso ci hanno appena comunicato che finalmente entro le 4,00 di stanotte procederanno alle operazioni per far scendere a terra tutte le persone della Diciotti, siamo oltremodo felici, per noi è una importantissima vittoria di quella parte di società che non vuole arrendersi alle politiche razziste, per noi questo presidio ha significato anzitutto poter dare un importante segnale, riaffermare la nostra umanità, che non vada mai persa”

Da segnalare che alle 18,00 di oggi, cinque donne a bordo della nave si erano rifiutate all’invito di scendere da sole, per non essere separate dal loro nucleo familiare.
Sempre nella serata di oggi c’è anche stata anche una pesante carica della Polizia, dove due partecipanti al presidio sono stati gravemente feriti. ”Dopo la carica della polizia il presidio si è presto riorganizzato però, riuscendo immediatamente a riprendere il controllo della piazza adiacente il molo, questa giornata era importante, non poteva e non doveva passare inosservata, né potevamo permetterci che venisse compromessa con episodi di violenza, siamo stati bravissimi a mantenere la calma, a non rispondere alla tensione, pur avendo avuto due nostri compagni feriti gravemente nella carica di poche ore fa, soprattutto siamo riusciti a non cadere nelle classiche provocazioni di piazza” così, in questo suo messaggio, ci ha raccontato Giuseppe Tiano, un altro degli organizzatori USB presenti al presidio antirazzista.
Il risultato di questo lungo presidio è da interpretare come un primo importantissimo segnale, in netta controtendenza con le politiche muscolari del Governo, quelle attuate finora con la chiusura dei porti e con il respingimento delle persone. Adesso Salvini, che aveva condotto questo lungo braccio di ferro sulla Diciotti, dovrà affrontare una formale indagine della magistratura, oltre che per violazione di norme in materia di Diritto Internazionale, anche per abuso d’ufficio, sequestro di persona e arresto illegale.
Vorremmo pensare che questa giornata possa essere l’inizio di una inversione nelle politiche razziste e discriminatorie portate avanti finora da questo Governo.

Ci piace inoltre ricordare il cartello più significativo presente in questo presidio, sopra c’era scritto:
“UMANITA’ SENZA FRONTIERE”
Un caloroso plauso e un forte abbraccio a tutte le persone presenti in questi giorni a Catania al Presidio Antirazzista, riaffermando la profonda contraddizione di una società, che permette alle merci di girare liberamente tutti i giorni, ovunque, negando invece sempre più spesso alle persone, ogni diritto a sopravvivere, ed ogni libertà di muoversi nel tentativo di difendere la propria vita, e tutto questo per il sol fatto di essere povere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Adessobasta (---.---.---.96) 26 agosto 2018 08:45

    Le cose sono un po’ diverse da come le vendete voi! C’è un’altra verità. Leggetevi un po’ questo:

    Ma vedi un po’ di andare a svegliare i 26 paesi europei che se ne fottono e scaricano su Grecia e Italia, paesi da punire e disintegrare, un flusso “naturale” e “inarrestabile” (così lo chiamano i suoi promotori e credono i loro chierichietti) di emigranti determinato dalla strategia di svuotamento dell’Africa a vantaggio di multinazionali e mafie e Ong che campano sulla disperazione da loro causata. La Francia per esempio, dalle cui colonie arriva la maggioranza dei migranti, ha bisogno di continuare a infestare di jihadisti, militarizzare, depredare per le enormi ricchezze di quella regione (uranio, oro, diamanti, coltan, petrolio. ecc.), una ventina di paesi ex-colonie e ora ricolonizzati grazie alla condiscendenza degli accoglitori senza se e senza ma, e poi di scaricare sui paesi europei alla deriva (soprattutto se governati da “populisti”) masse di giovani generazioni che potrebbero pretendere di realizzare da soli lo sviluppo dei loro paesi.

    E visto che ci sei, vedi un po’ se riesci a svegliare anche i media e i tuoi compagnucci di PaP, che utilizzano le fandonie sulla “dittatura” eritrea e sul servizio militare a vita dei giovani di quel paese per impietosirci e farci fottere dal resto d’Europa. Parla un po’ con il collaboratore culturale eritreo, da me intervistato, presente agli interrogatori sulla concessione dell’asilo politico, che racconta che tale diritto viene concesso dagli esaminatori solo se il giovane dice di essere eritreo e di aver subito oppressione, torture e schiavitù militare perpetua. Oltre tutto, questi media e i loro utili idioti insistono su una propaganda diffamatoria obsoleta, impiegata da Obama in giù quando l’Eritrea era considerata un paese ostile all’Occidente, all’FMI e agli Usa. Ora che tutto si è aggiustato tra Usa, Etiopia, Eritrea e Somalia, quel discorso, oltrechè falso, è anche obsoleto per gli atlanto-sionisti e la loro sinistra (non nel senso di mancina) sinistra imperiale, alla “manifesto” e monadi “radicali” sparse, ma, inguacchiati come sono sulla fissa dell’accoglienza e sulla populistofobia. In ogni caso, perché i tormentati dalle presunte atrocità del regime sulla propria gente non si chiedono perché la diaspora di quella gente continua a tornare in Eritrea, o per le vacanze, o per rimanerci, senza che gli venga torto un capello?

    Eritrea? Quale Eritrea?

    Allora glielo ricordo io, prima di estendere il discorso sul mio blog fra qualche giorno. Del resto una anticipo sulla svolta a destra dell’Eritrea l’ho già pubblicata in due puntate. Manca quella sull’inevitabile alleanza, oltreché con gli etiopi tornati nell’ovile Usa dopo il flirt con i cinesi, con la marmaglia di venduti somali messi dagli statunitensi e clienti africani a capo di un albergo detto “governo”, padroni di qualche quartiere di Mogadiscio, mentre il resto viene razziato dalle truppe africane dell’Unisom (ONU) e bombardato dagli Usa e dalla Francia, con il pretesto di combattere gli Shabaab, resistenza islamica somala chiamata, ovviamente, “terrorista”.

    Quello che con ogni evidenza è successo, nella connivenza o dabbenaggine del comandante della “Diciotti”, è un rastrellamento pianificato di giovanotti del Corno d’Africa, con l’indispensabile corredo strappacuore di qualche donna, magari incinta e di alcuni ragazzetti abbandonati, tutti definiti eritrei (e non lo sono che in parte), onde poter tappare la bocca a chi, come Salvini, li scopre tutti giovani, come ormai da tempo arrivano da Africa e Medioriente, tra i 15 e i 35 anni, nella migliore età produttiva e riproduttiva e in buone condizioni di salute. Condizioni rimosse dal rosario di orrori attribuiti ad alcuni paesi d’origine (Eritrea essenzialmente) e di transito (Libia sostanzialmente). Orrori che, sebbene tali da ridurre all’inedia, infliggere cicatrici, provocare disadattamenti psicologici pesanti, questi effetti non sembrano li abbiano lasciati né sul fisico, né sulla psiche dei nuovi arrivati. Andate a vedere. E poi andate anche a vedere cosa abbiano inflitto a fisico e spirito dei raccoglitori di pomodori, prostitute nigeriane, spacciatori marocchini, le condizioni riservate ai migranti nel paese dell’accoglienza e “integrazione”. Facendo magari un confronto con il prima della migrazione.

    Atrocità? Chi lo dice? Gli atroci

    Mi daranno del cinico per dire queste cose. Io mi direi piuttosto diffidente rispetto all’informazione data da media e pezzi di politica che manifestamente (il termine non è scelto a caso) collaborano con i grandi gestori della ricolonizzazione tramite guerre, jihadismo terrorista, neoliberismo feroce, occupazione militare e strangolamento socio-economico. La mia amica mi ricorda i 2 milioni di africani accolti nella Libia di Gheddafi, dotati di tutti i diritti di cittadinanza, felici e prosperi. Ne sono stato testimone. Come sono stato testimone di quella “democrazia diretta” che oggi viene tanto derisa e vituperata dai soloni di una democrazia parlamentare che ci ha gratificato di lobby, mafie, malgoverno settantennale. Con l’uccisione di quella Libia e il linciaggio del suo capo per mano o per mandato di Hillary Clinton, la candidata a suo tempo sostenuta con passione dagli stessi ambienti dell’accoglienza senza se e senza ma, questi immigrati furono consegnati alla bestialità del jihadismo indigeno (Misurata) e importato. Quelli non trucidati costituiscono la maggioranza di coloro che dal 2013 vengono imbarcati dai trafficanti e affidati alle Ong perché li scarichino da noi, o in Grecia. I racconti delle atrocità subite nei campi libici (a proposito perché l’ONU non spedisce ispezioni dappertutto, come in Siria, e magari Caschi Blu?), che sicuramente non sono villaggi vacanze, o durante i percorsi nel deserto, sono indispensabili perché la macchina del trasferimento, indotto e dunque coatto, di popolazioni continui a girare nel consenso di almeno la parte più ingenua o disonesta della società. Poi ovviamente ci sono i nuovi arrivi, sradicati dai paesi su cui si esercitano le devastazioni, militari, sociali ed economiche dell’Occidente.

    Chiedersi cosa sia successo prima del barcone

    Chiudo con un’osservazione. A parte la Boldrini, tra coloro che stanno sgomitando, con radicali e sinistri vari, per arrivare davanti alle telecamere installate sulla “Diciotti” e che ha fatto la sua parte di dama di S. Vincenzo da quelle parti, vorrei sapere quanti dei misericordiosi e solidali abbiano la benché minima conoscenza dei paesi africani e arabi dai quali provengono i “fuggitivi”. E perché vengano via da terra, casa, famiglia, habitat, comunità. L’Eritrea, per esempio, nella quale ho girato un documentario due anni fa che hanno visto coloro i quali oggi sanno cosa rispondere a chi abbaia contro la “dittatura”.

    .

    Oggi quel paese sta cambiando pelle geopolitica e dunque sociale, ma resta un’infame calunnia l’accusa di Washington e del maggiordomo Onu di violazione di diritti umani, di servizio militare perenne. La leva durava al massimo 18 mesi, ma si poteva essere richiamati dato che l’Etiopia minacciava e attuava continue aggressioni. In Israele il servizio dura tre anni e fino ai 50 anni, per i continui richiami, ma ovviamente nulla da obiettare, anche se quel servizio da 70 anni infligge morte e distruzione a innocenti, anzi, a giusti. In ogni caso, qualsiasi regime africano poteva essere ritenuto responsabile di violazioni ben maggiori di quelle attribuite all’Eritrea, unico paese che rifiutava presenze militari straniere. Cosa tragicamente superata oggi, data la sua collaborazione allo sterminio degli yemeniti. Ne parlerò più in là.

    Noi che quelle genti le abbiamo viste e vissute a casa loro, ci stracciamo le vesti, non perché Salvini li trattiene sulla nave, per ricatto non suo, ma sotto ricatto degli operatori globalisti dei trasferimenti e a sfregio di un’Europa cinica e delinquenziale, ma all’idea che una diga italiana secchi un fiume che ha nutrito per millenni una comunità di sessantamila persone in Etiopia e che le genti così da noi colpite finiscano al 90% nella nuova tratta degli schiavi. Già, perché fatevi fare il calcolo, non da qualche Ong, su quanti, tra i migranti giunti da noi si elevano al di sopra dello stato di schiavi. Con loro teniamo sotto anche i nostri: si chiama esercito industriale di riserva.

    Amare gli africani o chi li fa emigrare?

    Noi quei paesi, quelle popolazioni, la loro cultura, l’attaccamento alle loro radici, la loro lotta di liberazione dal morso necrofago coloniale, condizione per costruire, su quelle radici ricuperate, il loro futuro, i loro progetti, la loro civiltà, li abbiamo conosciuti e anche amati. E per questo amore che, sacrosantamente diventa “hate speech”, discorso dell’odio, nei confronti di chi ne abusa, li sfrutta, ci campa sopra, ci costruisce la propria miserabile autocertificazione morale e politica, che scrivo, filmo e continuerò a scrivere e filmare. E all’autore del messaggino che ha innescato tutto questo suggerisco:

    Svegliati per favore tu, Marco e, con il tuo cuore generoso, cerca di difendere l’Africa, i suoi abitanti, la sua cultura, la sua liberazione dal colonialismo ora di ritorno e dalla nuova tratta degli schiavi. Ché questo e null’altro è, mio caro solidale misericordioso.

  • Di Uno come lei. (---.---.---.146) 26 agosto 2018 15:12

    Le lotte per fermare lo sfruttamento e la mercificazione delle persone, si fanno contro le banche, contro le multinazionali, contro quei pochi gruppi di persone che detengono il controllo sull’80% delle risorse, dei mezzi di produzione, che controllano in modo strumentale e criminale, l’uso dell’economia e la produzione della valuta monetaria sotto interessi da strozzinaggio. La lotta si conduce contro di loro, non contro chi arriva da noi, persone vittime ancora più che noi delle politiche sopra, spalleggiate da tutti I nostri governi. Le persone, che sia usate o strumentalizzate oppure no, dal momento che sono e restano comunque poveri disperati, si accolgono, sempre. E in altra direzione verso l’alto, non verso il basso che si deve rivolgere la propria lotta, forse non glie lo hanno insegnato?

  • Di Laveraverità (---.---.---.96) 26 agosto 2018 16:09

    Parole scritte sulla sabbia.... Legga bene quel che c’è scritto sopra è vedrà che cambierà idea.

  • Di Laveraverità (---.---.---.96) 26 agosto 2018 16:14

    ......

    Quello che con ogni evidenza è successo, nella connivenza o dabbenaggine del comandante della “Diciotti”, è un rastrellamento pianificato di giovanotti del Corno d’Africa, con l’indispensabile corredo strappacuore di qualche donna, magari incinta e di alcuni ragazzetti abbandonati, tutti definiti eritrei (e non lo sono che in parte), onde poter tappare la bocca a chi, come Salvini, li scopre tutti giovani, come ormai da tempo arrivano da Africa e Medioriente, tra i 15 e i 35 anni, nella migliore età produttiva e riproduttiva e in buone condizioni di salute. Condizioni rimosse dal rosario di orrori attribuiti ad alcuni paesi d’origine (Eritrea essenzialmente) e di transito (Libia sostanzialmente). Orrori che, sebbene tali da ridurre all’inedia, infliggere cicatrici, provocare disadattamenti psicologici pesanti, questi effetti non sembrano li abbiano lasciati né sul fisico, né sulla psiche dei nuovi arrivati. Andate a vedere. E poi andate anche a vedere cosa abbiano inflitto a fisico e spirito dei raccoglitori di pomodori, prostitute nigeriane, spacciatori marocchini, le condizioni riservate ai migranti nel paese dell’accoglienza e “integrazione”. Facendo magari un confronto con il prima della migrazione. .......

    Meditate gente meditate...

  • Di Uno come lei. (---.---.---.146) 26 agosto 2018 17:19

    Cavoli, non sapevo che lei che scrive tutte queste cose fosse il capo dei servizi segreti italiani, perché pur senza uno straccio di una sola prova, o di una qualunque fonte, lei sa cose che, il servizio segreto di sua maestà la regina ci fa un baffo. Ossequi e mi perdoni, continui il suo ottimo lavoro di investigazione, realizzato addirittura su ben due continenti.... Europa e Africa.

  • Di Uno come lei. (---.---.---.146) 26 agosto 2018 17:21

    Anzi, scusi, tre continenti, pure l’Asia, ci ha infilato anche il Medio Oriente...Ossequi di nuovo.

  • Di Uno come lei. (---.---.---.146) 26 agosto 2018 17:25

    Anzi, mi scusi addirittura ben tre continenti... ci ha infilato anche l’Asia, col Medio Oriente, che si sa, quello, c’entra sempre. Ossequi di nuovo.

  • Di GattoRosso (---.---.---.177) 26 agosto 2018 17:28

    A favore di Salvini: discorsi lunghi. Vediamo un discorso breve: c’è una nave di gente che si dichiara eritrea. Gli eritrei sono riconosciuti rifugiati politici in modo praticamente automatico, in tutta Europa, senza perdere tempo a discutere di ripartizione di quote. Salvini dice che non hanno diritto a stare in Italia ma non li identifica. Come mai? Unica risposta possibile: perché sono eritrei. Quindi avevano diritto all’accoglienza da subito

  • Di Laveraverità (---.---.---.96) 26 agosto 2018 20:51

    Elementare Watson!

  • Di Laveraverità (---.---.---.96) 26 agosto 2018 21:00

    ECCO! LEGGETEVI QUESTO, PROPALATORI DI MENZOGNE! È DETTO DA CHI CONOSCE A MENADITO IL PROBLEMA PERCHÉ L’HA VISSUTO SULLA PROPRIA PELLE. CHI DIFFONDE LE MENZOGNE CHE CONTRASTIAMO HA SPORCHI ED INCONFESSABILI INTERESSI DA DIFENDERE, E, MASSIMO DELLO SCHIFO LO FA SULLA PELLE DI DISPERATI. VERGOGNATEVI!

    Diciotti Comunicato stampa della Comunità Eritrea in Italia 25/08/2018

    Con grande dispiacere la Comunità Eritrea in Italia sta assistendo alla solita strumentalizzazione politica dei migranti ospitati, in questo momento, dalla nave Diciotti.

    Noi conosciamo bene la verità del fenomeno migratorio via mare e sono anni che tentiamo di raccontarla denunciando questo traffico di esseri umani ma, purtroppo, la nostra voce è rimasta inascoltata. Finora i politici e i media italiani hanno preferito dar voce a quelli che vogliono tenere aperti i porti per aumentare i numeri dell’esodo dell’immigrazione clandestina. Noi abbiamo lottato e continueremo a farlo affinché si entri in Italia per vie legali e fermare così le morti in mare.

    Non abbiamo mai condiviso quella legge internazionale che per oltre un decennio ha favorito i nostri connazionali con la protezione umanitaria che mirava esclusivamente a fare regime change in Eritrea svuotandola dei suoi giovani. A meno che non ci sia una politica diversa su questa materia, cosa che ci farebbe molto piacere, riteniamo che per coerenza e rispetto delle leggi vigenti queste persone abbiano tutti i diritti di sbarcare e di essere aiutate. Ovviamente la nostra solidarietà si estende a tutti gli altri africani presenti sulla nave.

    Da sempre ad attirarli in Italia è stata una rete di criminali travestiti da buoni samaritani ed umanitari. E oggi che i porti sono chiusi ci sono, bloccati in Libia, migliaia di disperati provenienti da numerosi paesi africani. E proprio quando gli sbarchi sembravano quasi azzerati, i trafficanti hanno imbarcato più “eritrei”.

    In Italia ci sono alcuni attivisti eritrei, o sedicenti tali, con contatti in Libia che collaborano con attivisti italiani pro accoglienza, quali Ong, politici e mainstream media (il quotidiano Avvenire ne è un esempio lampante). A questo punto ci chiediamo: Non sarà che usando i giovani eritrei si stia tentando un “regime change” anche in Italia?

    Comunità Eritrea in Italia

  • Di Uno come lei. (---.---.---.146) 27 agosto 2018 02:29

    Certo, come no Signor Ispettore capo dei Servizi Segreti, quelli che erano bordo della Diciotti sono tutti agenti speciali dei Servizi Segreti Eritrei, infiltrati qua da noi in missione top secret.... Peccato siano tutti scappati dal loro Paese perché disertori oppure obiettori di coscienza. Ossequi di nuovo Ispettore.

    https://www.articolo21.org/2018/08/...

  • Di Ascoltate si fa sera (---.---.---.153) 27 agosto 2018 13:49

    Mi cita un articolo ovviamente di parte che vale come la carta straccia. Quindi 1 a 1, riparte il giro.

  • Di Lavoletefinire (---.---.---.96) 31 agosto 2018 21:39

    Questa è la vostra gestione dei "migranti", in effetti solo immigrati clandestini:

    http://m.ilgiornale.it/news/2018/08...

    Si inizia a capire come mai vi scaldate tanto. Tanta agitazione non è disinteressata. Vergognatevi di sfruttare le disgrazie degli altri! Avvoltoi!

    • Di Ma "Voi" e "Vostra" di che? (---.---.---.126) 3 settembre 2018 10:51

      Ma vostra e voi di che, e soprattutto di chi?


      Parlate di voi, di vostra, ma di che andate cianciando??

      Qua si tratta solo se applicare un principio di solidarietà per dei disperati che arrivano qua per n° motivi, dal momento che queste sono persone a prescindere da tutto il resto, una qualsiasi persona con un briciolo di qualche cosa dentro, se ha possibilità e vede delle persone in difficoltà o a rischio vita, anzitutto le salva, le aiuta, poi si discute di tutto il resto del perchè e del per come sono qua e delle possibili soluzioni.

      Questa la regola minima per ogni società che si definisca appena appena civile, al di là di idee politiche, prese di posizione o altro.

      Poi ci sono quelli che, non capiscono nemmeno queste regole civili minime, e cominciano a pisciar fuori dal vaso, come vedo in tanti purtroppo, che vaneggiano addossando a un ipotetico "Voi" una specie di complotto, e ciò solo perche queste persone manifestano apertamente il comune buon senso e un briciolo di civile solidarietà nell’affermare che queste sono anzitutto persone e che comunque vanno prima salvate e solo dopo è possibile ragionare sulle eventuali soluzioni.

      Negare queste regole civili minime, motivando che vengono negate per svariati motivi di ordine superiore alla vita stessa delle persone, da sempre si chiama razzismo, disprezzo della vita altrui, fascismo, autoritarismo, menefgreghismo, egoismo ecc.

      Auguri.... ce n’è davvero bisogno.


  • Di Fatevi una cultura (---.---.---.16) 6 settembre 2018 07:59

    Fake, solo quello sapete fare....

    La gestione della politica dell’immigrazione è imbrigliata dalle fake news (ribattezzate e rilanciate come vere dai media più autorevoli). Ad esempio la nave ong Aquarius che non poteva attraccare in un porto italiano, diceva che non poteva raggiungere le coste spagnole perché le onde erano alte 4 metri. In quei giorni stavo regatando nella zona e le onde erano alte 40 centimetri, cioè un decimo. Quindi non c’era alcun ostacolo alla navigazione. Adesso vedo che l’Unhcr (l’organizzazione nella quale si è fatta le ossa e la carriera Laura Boldrini), visto che i morti in mare diminuiscono grazie alla deterrenza imposta da Salvini, passando da 2.276 a 1.095 nel Mediterraneo centrale nei primi sei mesi del 2018, si è messa a calcolare i morti in percentuale sui viaggi, come se a contare non fossero invece le vite risparmiate (in termini assoluti). Sono alla frutta, ed è guarda caso la prima volta che applicano questa contabilità creativa. Il problema è che sia Repubblica sia i telegiornali hanno titolato «Mediterraneo mai così mortale» sull’onda di questo calcolo. Fake news in piena regola.

  • Di Lavoletefinire (---.---.---.16) 6 settembre 2018 08:04

    Per il solidale di sopra. Gli scheletrini della Diciotti sono uccel di bosco.... A chi volete prendere per il culo!

  • Di Per chiarirci definitivamente (---.---.---.247) 11 settembre 2018 10:33

    La filiera del migrante. Come inventare un’attività economica parassitaria dal nulla.

    https://www.italiaoggi.it/news/i-mi...

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