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Di mattina positivi e razionali, alla sera emotivi e pessimisti. Anche su Twitter

Secondo gli autori, la successione dei diversi stati cognitivi ed emotivi durante la giornata seguirebbe dinamiche prevedibili.

di Davide Michielin

Sull’orto come nel web, è proprio il caso di dirlo: “il mattino ha l’oro in bocca” mentre “le parole dette alla sera, il vento se le mena”. Insomma, come siamo più produttivi ed efficienti nelle prime ore del giorno rispetto alla sera, così anche il nostro modo di pensare cambia con il trascorrere delle ore, perdendo razionalità in favore di una crescente emotività. Gli antichi adagi contadini sembrano trovare conferma in uno studio condotto sui social network dai ricercatori dell’Università di Bristol coordinati dal goriziano Nello Cristianini, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLOS One.

Tramite tecniche di intelligenza artificiale, i ricercatori hanno analizzato con cadenza oraria i contenuti, anonimizzati e quindi aggregati, condivisi per quattro anni su Twitter dagli utenti delle 54 principali città del Regno Unito. Per orientarsi nei sette miliardi di parole estratte da oltre 800 milioni di cinguettii, i ricercatori si sono concentrati su alcuni vocaboli specifici associati a 73 variabili psicometriche, ricorrendo a un metodo già ampiamente utilizzato nelle analisi dei social network. L’utilizzo di alcune parole permette infatti di identificare variazioni nel linguaggio corrispondenti a differenti modalità emotive e cognitive.

I risultati hanno evidenziato come durante le 24 ore il nostro linguaggio vari drasticamente, riflettendo mutamenti nei processi cognitivi ed emotivi sottostanti. Le preoccupazioni che ci attanagliano al mattino sono ben diverse da quelle serali e infatti il fenomeno risulta particolarmente evidente dal confronto tra questi due momenti. A partire dalle 5 di mattina, i tweet sono articolati e strutturati con logica. Spazio perciò a sostantivi, articoli e preposizioni, il cui utilizzo massiccio è tradizionalmente correlato a una predisposizione all’apprendimento, all’efficacia delle prestazioni e al conseguimento di risultati. In tarda serata, e ancor più durante le ore notturne, l’analisi dei tweet suggerisce il contrario. La correlazione più robusta è con le preoccupazioni esistenziali, spesso alimentate da una buona dose di pessimismo, tanto che lo stile di pensiero si fa più impulsivo ed emotivo.

Secondo gli autori, la successione dei diversi stati cognitivi ed emotivi durante la giornata seguirebbe dunque dinamiche prevedibili. Un fenomeno che potrebbe essere associato a importanti cambiamenti nell’attività neurale e nei livelli ormonali, suggerendo possibili relazioni con il nostro orologio circadiano. “I ritmi circadiani sono una caratteristica importante della maggior parte dei sistemi del corpo umano e quando vengono interrotti possono causare malattie cardiovascolari e metaboliche nonché l’insorgere di disturbi mentali” ha commentato il coautore Stafford Lightman, professore di neuroendocrinologia alla Bristol Medical School. “I dati raccolti sui social network ci consentono di ricostruire i parametri neuropsicologici di popolazioni ampie. E quindi aiutarci a comprendere le basi dei disturbi in cui il ritmo circadiano è alterato”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Nello Cristianini che con prudente entusiasmo avverte: “Se eseguita correttamente, l’analisi dei contenuti multimediali può fornire informazioni utili sia per le scienze sociali sia per quelle biologiche. Tuttavia, stiamo ancora cercando di imparare come sfruttarle al meglio”. Insomma, se è vero che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, è altrettanto vero che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. I proverbi non mentono.

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