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Di Pietro, Vendola, Bersani: a sinistra c’è molta confusione

E’ la disperazione, l’improvvisazione e l’audacia da prima donna che ha colpito il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. Nelle ultime settimane Tonino si è lasciato prendere dalla foga del "ghe pense mi" berlusconiano e si sente pronto a tutto. In cambio, da bravo artefice del proprio successo, riceve brutte figure una dopo l’altra.

Prima difende Vasto, poi respinge il Pd, poi si fa respingere dal Pd, dopo da Vendola, dopo ancora cerca di allearsi con Beppe Grillo il quale lo manda a quel paese. Si fa umiliare da Grillo, critica Grillo perché lo ha umiliato e critica il Pd – di nuovo – perché non gli lascia scrivere le regole per le primarie e infine dice di candidarsi alla premiership anche senza primarie. Insomma, Di Pietro è il classico lumacone che pianifica a voce firmando con l’inchiostro simpatico. E fin qui tutto normale.

Nel frattempo Bersani tende la mano a Casini, tende la mano a Vendola e tende la mano – poco, a dir la verità – a Matteo Renzi che si sbarbica per candidarsi alle primarie (ma si faranno?) girando l’Italia in camper. Un casino, avete capito no?

In estate arriva l’acquazzone Berlusconi: un giorno si candida a premier e l’indomani vuole uscire dall’euro. La speculazione finanziaria se fosse persona si chiamerebbe Silvio. Tutto perché Monti ha i riflettori della stampa mondiale puntati addosso, e dato che l’importante è apparire, i nostri sperano in uno spiraglio di luce al neon per ri-apparire in forma smagliante meglio del Durbans. Ma la vita (politica) è come le scale: c’è chi scende e c’è chi sale.

A salire questa settimana è il trio Bersani-Vendola-Casini. Vendola dice che senza Casini si prendono più voti. Casini, da vero signore, si preoccupa solo se Vendola vuole rapporti più stretti. E Bersani aspetta. Tutto prevedibile e già visto decine di volte.

Stesso discorso, prevedibile allo stesso modo, toccherà a Renzi taroccato da manie di primarie a tutti costi, l’alleanza Vendola-Bersani con o senza Casini e via dicendo finché non arriverà il giorno delle elezioni – quelle vere, ad aprile 2013 – in cui Bersani Vendola e Di Pietro serrano i ranghi e si alleano per combattere l’infernale centro-destra in cui fa capolino un agghiacciante Berlusconi candidato premier, un aberrante Casini candidato presidente della Repubblica e un Fini candidato a tutto-ciò-che-resta. Avete capito no?

Ah: ieri è morto il Cardinal Martini, Andreotti è ancora vivo però.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.111) 1 settembre 2012 10:46

    A parte il refuso: bersaniano nell’originale, berlusconiano qui (e sembra più calzante),
    nel titolo lei usa: SINISTRA.
    Sinistra vuole dire due cose:
    la prima in termini ideali: laicità, progressismo, socialdemocrazia o socialismo (non quello reale di sovietica memoria), comunità che si prende cura dei singoli, ecc.
    Fra coloro che Lei ha citato non c’è nessuno di sinistra,

    la seconda: i posti a sedere rispetto al presidente.....

    Immagino che Lei si riferisse alla seconda, ma questo crea confusione nel lettore distratto che si ferma solo ai titoli. Migliore il titolo originale. E’ solo una mia opinione.

    Per come la vedo io siamo nella PALUDE, ha presente?? fango indistinto dal quale ogni tanto una bolla di gas arriva in superficie ed esplodendo lancia qualche schizzo....a sinistra o a destra, è casuale, non è pragmatismo.

    Enzo

  • Di (---.---.---.42) 1 settembre 2012 11:27

    Come la vedo io, un "pacco" regalo preconfezionato.

    Probabilmente tra i democratici debbono aver pensato che sia giunto il momento di combattere in maniera più agguerrita e con un linguaggio più simile al loro sia l’Italia dei Valori che il movimento 5 stelle, e le affermazioni di Bersani non sono certo state frutto del caso, bensì preparate.
    Infatti al Fascisti del Web lanciato dal palco della festa nazionale di

    Reggio Emilia è poi seguita qualche giorno dopo la frase sempre di Bersani “è un pirla chi dice che sono contro il web”.
    Per chi è del settore, risulta palese che si tratti di una strategia comunicativa più aggressiva e che usa un linguaggio più vicino a quell’elettorato potenziale nel quale l’IDV sta mietendo consensi.
    Da cosa si capisce che il tutto sia studiato a tavolino?
    Da una semplice parola, il termine "pirla", termine che non fa parte del vocabolario di Bersani, né del gergo dialettale emiliano. Comunque nell’uno e nell’altro caso i tentativi non sembrano aver riscosso grande successo.
    Aver parlato di fascisti del web ha riversato sulla testa di Bersani e del Pd una valanga di critiche non solo dal web, ma anche da parte di qualche commentatori che hanno sempre visto Di Pietro e Grillo non di buon occhio.

    A livello di alleanze il panorama nazionale può aiutare a capire cosa ci potrà riservare il futuro. Poiché sembra si arriverà ad una legge elettorale che non imporrà alleanze prima del voto, l’ipotesi più probabile ad oggi è quella di un listone unico tra Pd e Sel. Il partito di Vendola rischierebbe troppo nel correre da solo, dal momento che la scelta parzialmente moderata e soprattutto il matrimonio post elettorale con l’Udc, sono scelte che stanno facendo perdere molti consensi. Meglio allora ottenere un numero sicuro di parlamentari nella prospettiva di un ingresso definitivo all’interno del Pd. E’ chiaro che stando così le cose Bersani sempre a Reggio si è sparato la frase ad effetto tra Vendola e Casini mi tengo Vendola perché Casini non fa parte del centrosinistra.
    Basta vedere la reazione dell’udc per capire che si sono messi tutti d’accordo ad una simile linea.
    In questo modo Casini farà la sua campagna elettorale propagandando il proseguimento dell’esperienza Monti, e poi, dopo il voto si vedrà chi andrà a palazzo Chigi, e se la coalizione sarà solo tra Pd+ sel e Udc, o se si proseguiranno le grandi intese con tutto o gran parte del Pdl.
    Fatto sta che ieri in Sicilia, è stato raggiunto l’accordo che di fatto sancisce la nascita di una nuova Sinistra, con la S maiuscola, tra Italia Dei Valori, FDS, sel e verdi. Se a questo aggiungiamo che la FIOM sosterrà la campagna referendaria contro l’abolizione dell’ART. 18 messa in campo dall’IDV, non è necessaria una laurea in filosofie antiche per comprendere un dato di fatto, il PD ha intrapreso un percorso che di sinistra ha ben poco, lo ha fatto consapevolmente ed al contrario di quanto afferma, si è autonomamente escluso dalla Sinistra italiana...pace all’anima sua.

    Assirelli Luca
  • Di (---.---.---.13) 2 settembre 2012 23:12

    Penso che all’autore Giacomo Lagona possa interessare giacché vive a Cordenons (PN).


    Mio intervento in video al telegiornale di Telefriuli di Sabato 1 Settembre 2012

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