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 Home page > Tribuna Libera > Di Maio dovrebbe rispondere all’UE, ma pensa a insultare i giornalisti

Di Maio dovrebbe rispondere all’UE, ma pensa a insultare i giornalisti

Il super ministro Luigi Di Maio, vicepremier pure, con il suo indisponente sorriso a sessantaquattro denti, tenta di fare il simpaticone free e, con grande sicumera, esterna e dichiara dappertutto, utilizzando frasi colorite, slang dialettale, linguaggio da taverna (no, non la Paola che però, nomen omen!), e celie che lui reputa accattivanti, ma a noi fanno rabbrividire.

Domenica, a L'Arena di Giletti è stato inquietante. Sempre borioso e vanaglorioso, a domanda precisa non ha neanche tentato di ammorbidire i toni del suo "amico" Dibba, quello delle "puttane" ai giornalisti. Non ci ha pensato nemmeno, Luigi, a riportare un minimo di calma e di garbo relazionale, anzi, ha pure alzato i toni, perché "quando ce vo', ce vo'!". Come il suo collega Bonafede, Ministro della Giustizia, che da Lucia Annunziata, quello stesso pomeriggio, non si era detto affatto scandalizzato dell'uso di tale lessico.

E comunque, è dello stesso Di Maio la definizione dei giornalisti "cani da riporto di mafia capitale" e "infimi sciacalli", appunto perché quando ce vo', ce vo'. Noi pensiamo che Di Maio sia un ministro e un vicepremier del popolo italiano: tutto. E non soltanto di una massa facinorosa di "grillini"! 

Pertanto a tutto il popolo italiano lui e gli altri devono rispetto. Anche se il premier Conte, alla domanda di Floris "chi è il popolo", ha risposto "gli azionisti di maggioranza che ci hanno votato"! Frase che ci sembra non essere stata ripresa da nessuno ma che la racconta lunga sull'opinione che questo governo ha del Paese! Bene, noi non facciamo parte degli "azionisti di maggioranza" che li hanno votati! Noi facciamo parte di chi ha votato diversamente ma ha diritto a rispetto, lealtà e buon governo.

Noi chiediamo un linguaggio diverso, emendato dagli "a' soreta", "mazzolati", "servi dell'Europa", fino al "me ne frego" di angosciante memoria, che fa sobbalzare di indignazione, non tanto per le tre paroline quanto per la brutalità e il piglio con cui sono pronunciate!

Finora di "buongoverno" abbiamo visto zero, a parte proclami boriosi, elenchi molto contestabili di pseudo-fatti, dichiarazioni irridenti indirizzate verso "madamin" e "borsette e barboncini". Abbiamo anche ascoltato tanti faremo-diremo-sconfiggeremo-vinceremo, e assistito a quella pagliacciata sul balcone di Palazzo Chigi, ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta, che sembra un accaduto lontano ma è soltanto di ieri.

Questo è il video. Assolutamente da visionare.

Ricordiamo che il ce-l'abbiamo-fatta è lo sforamento del 2,40 per cento su un debito già stellare, che vuol dire facciamo altri debiti su un debito mostruoso: ce l'abbiamo fatta a rovinare l'Italia!

Da quel giorno, fiducia verso l'Italia crollata, mutui più cari, spread sopra 300, e interessi da pagare sui titoli di stato schizzati alle stelle, roba da far impallidire un morto, ma Di Maio ride! 

La cosiddetta manovra "del popolo" è comunque ancora in alto mare! Il reddito di cittadinanza e la quota 100 costano molto di più di quanto preventivato, i centri per l'impiego sono tutti da riformare e le pensioni anticipate rispetto alla legge Fornero porteranno un taglio drastico di reddito pari al 4/5 per cento per ogni anno di anticipo. Chissà se gli aspiranti ne sono informati!

Senza parlare del ponte Morandi a Genova! Qualcuno lo ricorda? E ricorda il premier Conte che sventolava i suoi fogli "Non sono venuto a mani vuote!"? E' tutto come allora, fermo al giorno del crollo, e sono trascorsi tre mesi!

Stasera 13 Novembre deve partire la lettera di risposta alla commissione europea sui chiarimenti e gli appunti che la stessa ha avanzato sulla manovra "del popolo". 

Speriamo che non la infarciscano di parolacce e insulti ritenendo che quando ce vo', ce vo'

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