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Denunce e proteste. Gli armatori minacciano di lasciare il porto di Civitavecchia

A quanto infatti riportato nella relazione all'assemblea della Confederazione Italiana Armatoriil Presidente, Paolo d’Amico ha affermato che "se le navi si vedessero costrette a scalare altri porti, si rischierebbe di compromettere lo sviluppo della città e del territorio". 

E il fatto più singolare è che fosse presente a queste esternazioni il Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, il quale non è intervenuto. Sta di fatto che la notizia ha fatto il giro delle redazioni cittadine, contribuendo a riaccendere le polemiche.

Puntuali sono arrivate però le rassicurazioni del Presidente dell’Autorità portuale, Pasqualino Monti e della Capitaneria di Porto, improntate al fatto che il "tavolo tecnico" tra operatori e istituzioni aveva contribuito al miglioramento delle emissioni e quindi il peggio poteva considerarsi passato.

Ma qui è bene precisare che se d’Amico parla di reati contestati ai comandanti delle navi solo "sulla base della visione di fumate prodotte dalle navi, prescindendo da analisi strumentali", la Procura della Repubblica conferma la correttezza del reato contestato, previsto dall’articolo 674 del Codice Penale, che punisce chi, provocando emissioni di gas, vapori o fumo, produce offesa o molestie alle persone.

Appare del tutto evidente che chiunque avverta una minaccia alla propria persona o alla propria salute, derivante da qualsiasi tipo di emissione, possa sporgere denuncia.

Ma anche un puntiglioso comunicato stampa del movimento Nessun Dorma, che aveva acceso la protesta, ha replicato all’uscita di d’Amico, precisando che i reati contestati non sono immaginari, considerato che, come ha riconosciuto lo stesso Comandante della Capitaneria di Porto, si siano registrati miglioramenti dovuti ai controlli che dovranno essere costanti anche in futuro.

Inoltre, prosegue il comunicato, le "persistenti fumate nere, il colore giallastro del cielo, la qualità dell’aria, che due giorni su tre non raggiunge il livello di buona, i malesseri fisici, costituiscano un serio e valido motivo di preoccupazione per i cittadini, una seria minaccia alla loro salute".

Viene sottolineato come risulterà utile anche l’entrata in funzione di “una centralina con gestione di Arpa Lazio per il controllo dei fumi e degli altri inquinanti all’interno del porto”.

Viene inoltre osservato come le "decine di navi ormeggiate in porto, con migliaia di persone a bordo, costituiscano un serio impatto ambientale in termini di emissioni inquinanti", un fatto senza precedenti in un porto che si avvia a toccare nel 2011 4 milioni di viaggiatori e almeno 9 milioni di tonnellate di merci movimentate.

E se su questo aspetto sembra davvero difficile, anche per il presidente di Confitarma, provare il contrario, gli animatori della protesta contro i fumi, ritengono molto grave il fatto che non vengano neanche presi in considerazione gli interessi dei viaggiatori crocieristi, che sono comunque cittadini di questo pianeta, attenti quanto gli altri alla qualità dell’aria.

Ma quella che è sembrata una vera minaccia è stata l’affermazione di d’Amico, circa il fatto che, perdurando le contestazioni ai comandanti "le navi saranno costrette a fermarsi in altri porti".

Una dichiarazione che è parsa oltre tutto anche "illogica, visto che le leggi vanno rispettate su tutto il territorio nazionale, a meno che il Presidente non conosca città, dove passando con il semaforo rosso, si guadagni un bonus".

In conclusione il comunicato di Nessun Dorma ritiene che "la salute sia un fattore prioritario e irrinunciabile" e che sarebbe auspicabile che il presidente d’Amico lavori per il "cold ironing", perché il futuro dei porti si giocherà su questa innovazione, la possibilità di collegare le navi alla rete elettrica di terra e spegnere i motori durante le soste nei porti.

Su tutta questa polemica si sono registrati anche gli interventi di esponenti della politica locale, Vittorio Petrelli dell’Italia dei Valori e Alessandro Manuedda dei Verdi, consiglieri comunali dell'opposizione, e del segretario dell’UDC, Marco Di Gennaro, medico e responsabile del Reparto di cardiologia dell’Ospedale San Paolo.

Quest'ultimo, che già in agosto aveva definito lo scalo come "il porto della vergogna" per la quantità di fumi neri che si levavano dalle ciminiere delle navi, ha manifestato la delusione per le dichiarazioni di d'Amico improntate a più o meno velati ricatti nei confonti dei lavoratori con la finalità di sedare le proteste e le denunce.

Per Vittorio Petrelli dell'Idv, il Presidente di Confitarma dovrebbe "confrontarsi con chi, a Civitavecchia, solleva due questioni fondamentali: in primis, la salvaguardia della salute pubblica e a seguire il lavoro e lo sviluppo". Sempre secondo l'esponente Idv, "anche le repliche di Monti e di Nitrella (rispettivamente Presidente Autorità portuale e comandante della Capitaneria di Porto n.d.r.), secondo i quali "il tavolo tecnico sta portando all’abbattimento delle emissioni", devono essere oggetto di verifiche misurabili dei miglioramenti realmente ottenuti.

Secondo, Alessandro Manuedda dei Verdi, in una dichiarazione rilasciata alla stampa, ha precisato che non solo l’inquinamento attribuibile al trasporto marittimo è stato sinora ampiamente sottovalutato, ma che entro il 2020, in assenza di interventi, le emissioni di SO2 e NOx, imputabili ai trasporti via mare, supereranno quelli provenienti da tutte le altre fonti.

Così è in corso una partita, lunga e dagli esiti incerti, tra gli armatori impegnati al massimo contenimento dei costi, le istituzioni che cercano di mediare tra tutela dell'ambiente e interessi degli operatori, alcuni partiti afoni sulle scene ma interessati a quanto accede e il movimento Nessun Dorma, che intende mantenere alta la pressione, pretendendo maggiori garanzie per la salute degli abitanti del territorio e per il futuro dell'intera area.

Al momento è tutto.

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