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Dei forconi e di tutti gli altri

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Se ne stan scrivendo, dicendo e pensando di tutti i colori, a proposito del movimento dei forconi. Chi li vuole un branco di pecore che seguono il bastone di mafiosi e camorristi, chi invece si indigna per la natura poco democratica del movimento, chi critica la jaguar che è uno schiaffo alla miseria.

Per alcuni sono eterodiretti dai fascisti, per altri son una banda di disperati che cerca di non affogare definitivamente nel mare torbido di una crisi che in realtà è un genocidio programmato nei minimi particolari, come ho già scritto in un altro pezzo.
 
Fatto sta che in tutto questo gran dibattere, troppo spesso manca una domanda: come ci siamo arrivati, ad una roba del genere? Per come la vedo il movimento dei forconi potrebbe esser tutto e il suo contrario. Infiltrazioni fasciste e criminali? Certo che sì!
 
Come è vero che sulle proteste stan tentando di metterci il cappello anche gli ultimi rimasugli di partitini comunisti, quelli che dovrebbero essere un'alternativa al governo dei banchieri.
 
E tra una strumentalizzazione e un'infiltrazione, piccoli artigiani, partite iva false, impiegati, operai, bancari, gente disperata davvero che non riesce più a mettere insieme il pranzo con la cena per sé e la propria famiglia, che spesso non può neanche più garantirgli un tetto sulla testa, mentre i sindacati si vendono un tanto al kilo, le sinistre srotolano tappeti ai vincenti di turno, e in parlamento il peggior Presidente della Repubblica che questo paese abbia mai dovuto subire, insieme ad un'accolita di tecnocrati, banchieri e squali da piscina, sta spolpando le vite di milioni di esseri umani per il tornaconto suo e dei suoi pardoni.
 
Per tornare alla domanda che non c'è: come ci siamo arrivati? Pare scomodo, farsi questa domanda. Forse perché rimanda a pratiche politiche, culturali, umane, che andrebbero consegnate una volta e per tutte alla storia, a perenne memoria.
 
Il movimento dei forconi è il risultato di una sconfitta devastante che è stata capace di mettere insieme l'Alpha con l'Omega, il piccolo commerciante triestino e il metalmeccanico del sud, una sconfitta che è servita al Regime per scatenare la guerra tra gli ultimi.
 
Questa è gente che, comunque la si voglia girare e voltare, non vede che buio, intorno a sé. Forse proprio da qui, invece, dovremmo partire, per capire il movimento dei forconi.
 
Capire perché tanta parte di popolazione vaga totalmente smarrita tra un guru e l'altro, come in preda a sonnambulismo, tanto per scriverne una, probabilmente ci aiuterebbe a capire in cosa abbiam sbagliato, per aver perso tanto sonoramente, intendo chi ha lottato in un modo o nell'altro per un paese migliore.
 
Forse ci siamo arrivati perché abbiamo lasciato che il paese si dividesse per clan, cerchi magici, sette, associazioni a delinquere e non, seppellendo definitivamente quel rimasuglio di senso del collettivo che c'era rimasto dal dopoguerra in poi.
 
Dovremmo rifletterci seriamente, su questa storia. Altrimenti i forconi saranno soltanto l'ennesima proiezione speculare di un popolo ridotto a... a quello che siamo ora.
 
Che la cosa ci piaccia o meno.

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