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Deficit bianco, rosso e verde

Un’opera meritoria, frutto del governo più europeista dai tempi di Adenauer, Schumann e De Gasperi, guidato dall’uomo che sconfisse il populismo con una sapiente opera di dissimulazione “dall’interno, nel quale è centrale il ruolo del nostro ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, altra grande figura europea, la cui sapienza umanistica (è uno storico) è il miglior biglietto da visita per il governo del neo-umanesimo. Gualtieri ha partecipato ad un vertice informale di Ecofin ed Eurogruppo, a Helsinki, e ha scolpito ai colleghi che “una manovra restrittiva sarebbe controproducente”.

Beh, sì, lo sarebbe sempre, nel caso italiano. Siamo in recessione? Sarebbe controproducente. Siamo in stagnazione? Sarebbe controproducente. Siamo in espansione? Sarebbe controproducente, visto che abbiamo molti disoccupati da riassorbire. Sembra la vecchia pubblicità dello Stock 84, sponsor (ma all’epoca non si chiamava così) di “Tutto il calcio minuto per minuto“. Ogni risultato era ottimo pretesto per sbevazzarci sopra. 

Allo stesso modo, se usate come unica fonte di cosiddetta informazione la stampa domestica, vi siete praticamente convinti che è ormai stata varata una riforma delle norme europee su stabilità e crescita, e che è giunto il momento di scorporare dal deficit anche la mamma. O almeno gli “investimenti green”. Ieri sera mi è capitato di ascoltare la speaker di un telegiornale nazionale parlare di éscamotage (ha detto proprio così), per fare più deficit a questo modo. E allora escamotiamolo, ‘sto deficit: avremo pensioni di invalidità “verdi”, sussidi di disoccupazione “verdi”, pensionamenti precoci non meno “verdi”? Ah, saperlo. 

Se invece leggete anche la stampa di oltre confine, saprete che ieri all’adunanza di Helsinki si è deciso di non decidere, causa divergenze, sulle nuove regole fiscali. Incredibile, chi lo avrebbe mai detto? Ma soprattutto, se guardate solo le illustrazioni della stampa domestica, difficilmente saprete che la riforma delle regole fiscali europee è richiesta da molti paesi non per fare più deficit ma per evitare che un eccesso di interpretazione “politica” delle norme da parte della Commissione finisca a concedere “flessibilità” ai soliti noti per decine di miliardi in pochi anni.

Ecco allora, in attesa di tempi migliori, che la priorità si sposta sul famoso “scorporo verde”. Ed ecco quindi che oggi sui giornali della Penisola si legge la lista della spesa e la letterina a Babbo Natale. Non solo l’alta velocità Napoli-Bari ma anche quella Bologna-Bari; o anche il potenziamento dei porti, da collegare alle università, suggeri l’ex ministra per il Sud, Barbara Lezzi, nota per il pedigree verdissimo ante litteram, e che si batteva contro il Pil drogato dai climatizzatori. In pratica, le navi attraccano in banchina e poi, con un leonardesco sistema di canali, si arriva direttamente nelle aule degli atenei. Più verde di così! E poi, zone economiche speciali a tasse zero come se non ci fosse un domani. Perché noi italiani siamo verdi sino al midollo, non lo sapevate? 

E poi, all’improvviso, apri il Corriere, e trovi questo:

 

Fatemi capire: non volendo toccare le ultime clientele create, ora i nostri eroi credono di fare copertura con le PREVISIONI di recupero di evasione? Siamo davvero messi così?

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Quindi, vediamo: non possiamo toccare nulla delle spese clientelari che da anni stanno massacrando il bilancio del paese ma potremmo anche tentare di mettere a copertura le stime di recupero dell’evasione fiscale. Però non devono essere semplici intenzioni di “lotta all’evasione”, sia chiaro. Bisogna mettere in campo nuovi dispositivi di contrasto, e poi si negozia con la Commissione quanto gettito recuperabile si può mettere a bilancio ex ante, su base prudenziale.

 

Qualche idea? La “lotta al contante“, ed in omaggio il leggendario “scaricamento” dalle tasse di parte delle spese, in nome del proiettile d’argento più amato dagli italiani, il “contrasto d’interessi“. Occhio a non trovarsi con un buco aggiuntivo di bilancio anziché con maggiori coperture, però.

Sono certo che il Divo Giulio, se ci guarda da lassù (o da laggiù), sorride compiaciuto. Non sappiamo se questo è davvero l’orientamento del nostro neo-umanista governo pro tempore o se è uno dei tanti ballon d’essai che finiscono nella buca delle lettere della nostra vigile stampa, diretto “all’Europa”.

Sta di fatto che deve essere tutto rigorosamente verde, altrimenti non si riesce a scorporare e niente escamotaggio nel parcheggio dell’Autogrill, signora mia cara. Siamo il popolo più verde d’Europa, Greta è come fosse figlia nostra, non possono non premiarci per questa nostra vocazione dandoci più deficit. Perché il deficit è verde, come uno dei colori della nostra bandiera, e come la speranza. O la miseria. 

Foto: Pixabay

Questo articolo è stato pubblicato qui

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