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 Home page > Tribuna Libera > Ddl Fiano contro il Fascismo: pericoli i riflessioni sull’applicazione

Ddl Fiano contro il Fascismo: pericoli i riflessioni sull’applicazione

E' evidente che il DDL Fiano presenti non pochi pericoli e limiti nella sua applicazione. Prima di tutto, colpendo i monumenti e altre costruzioni legate al periodo fascista, si vanno ad alimentare ulteriormente i movimenti che si ispirano a tale ideologia deleteria, i quali useranno queste azioni facendole passare come interventi discriminatori nei loro confronti, al punto da costruire un terreno fertile per recitare in modo efficace la parte dei "martiri" perseguitati dall'Italia Repubblicana. 

Già gran parte delle forze dell'ordine simpatizza in modo evidente per loro evitando di applicare la normativa che condanna le azioni inneggianti l'apologia del fascismo e con questa iniziativa puramente demagogica targata PD, è come far loro un ulteriore regalo in vista della prossima campagna elettorale. 
 
Ovviamente i "pidioti" non sono in grado di cogliere la gravità di questa vicenda e manco se ne renderanno conto, quando vedranno che i movimenti di estrema Destra otterranno sempre più consensi in giro per l'Italia, tanto da minare le fondamenta stesse della nostra democrazia. 
Il secondo punto è legato oltre alla manifesta incostituzionalità del DDL Fiano e alle difficoltà oggettive della sua applicazione qualora diventasse legge dello Stato. Infatti, quali sono i criteri che ne permetteranno l'attuazione, quali saranno i suoi limiti?! 
 
Tutto appare molto vago e lasciato (come spesso accade in Italia) alla libera interpretazione di ogni magistrato coinvolto (e si sa benissimo quanto questa libertà abbia provocato danni nel nostro Paese). Vi sono località intere (Latina, Tresigallo, Guidonia, ecc...) costruite sotto il fascismo, non c'è città in cui edifici pubblici (stazioni, scuole, poste, istituti dello Stato, ecc....) non siano stati eretti durante il ventennio, per non parlare anche di quartieri giganteschi come ad esempio l'Eur a Roma che fanno parte (volenti o nolenti) del patrimonio artistico nazionale. 
 
In futuro (sempre che il DDL Fiano non venga bocciato dalla Consulta), un giudice zelante quanto irresponsabile potrebbe benissimo in virtù di tale normativa ordinare di radere al suolo una scuola, un parco o addirittura la sede di un municipio. 
 
E' vero che il fascismo rimane comunque sempre da condannare, ma i lasciti architettonici (addirittura furono costruiti in modo estremamente solido, tanto che quando vi fu il terremoto a Ferrara, nessuno degli edifici del ventennio venne colpito) dello stesso ricoprono un aspetto funzionale delle attività dello Stato e fanno parte della nostra memoria storica.
 
Negare questa evidenza è anche voler negare noi stessi e il nostro passato, anche perché se vogliamo dirla tutta, bisognerebbe allora distruggere i quartieri dei ghetti a Venezia e Ferrara (perché simboli di persecuzione agli ebrei) e gran parte dei monumenti di origine romana (eretti sui massacri o grazie alla schiavitù di milioni di esseri umani). 
Suvvia, un po' di serietà ci vorrebbe in un Paese retto ormai da un partito di pagliacci che propone leggi farsa quanto inutili soltanto in vista della prossima campagna elettorale e senza alcuna progettualità e buon senso autentici!
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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