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Danila Satragno: la sua vita in musica

È la vocal coach delle star. Vanta un passato da cantante jazz e collaborazioni al fianco del famoso pianista statunitense Mal Waldron, con cui ha pubblicato un album. Danila Satragno, in questa intervista, ripercorre le sue esperienze musicali, come quella con Fabrizio De André nei tour “Anime Salve” e “Mi innamoravo di tutto”, senza dimenticare il suo approccio come allenatrice di voce, come ama definirsi, che l’ha portata ad affiancare artisti come Roby Facchinetti, Annalisa, Biagio Antonacci. “Tu sei la tua voce” è il suo ultimo libro uscito l’anno scorso, adatto per chi volesse migliorare la propria voce.

Lei ha conseguito il diploma di pianoforte e di musica jazz presso i Conservatori di Genova e Parma. Com’è maturata questa passione per la musica?

“Sin da bambina, perché sono nata in una famiglia di musicisti.”

 

Nel 1990, ha inciso il suo primo lp “Nomos”, di cui è autrice e compositrice. Nel 1994, per Philology, un live con il famoso pianista statunitense Mal Waldron. Che ricordi ha di quell’esperienza?

“Ero quasi trentenne. Ero giovane. Avere accanto a me il pianista della famosa Billy Holiday è stato bello. Mi sembrava veramente impossibile di aver raggiunto un risultato così alto. Ero iscritta al suo seminario. Poi, aveva deciso di fare il disco con me al pianoforte. Da allieva, essere passata ad artista che lo affiancava, è stata una sorpresa incredibile.”

 

Negli anni 1997/1998, ha affiancato Fabrizio De André nei tour “Anime Salve” e “Mi innamoravo di tutto”. Com’è stato lavorare al fianco di un artista di grande spessore morale come Fabrizio? Quali sono i ricordi più belli e piacevoli di quell’esperienza?

“Indubbiamente, lavorare con Fabrizio De André è stato stupefacente, perché stavo al fianco del più grande poeta di tutti i tempi. Fortunatamente, oltre all’unione musicale, c’era anche quella di amicizia. Siamo diventati molto amici. Ho potuto frequentarlo molto. Ho abitato a casa sua per un po' di tempo, per cui il legame si è rafforzato tantissimo. L’aneddoto più divertente che mi ricordo è che tutti e due eravamo ipocondriaci. Prima dei concerti, ci venivamo tutti i mali del mondo. Ci scambiavamo le medicine come i bambini fanno con le figurine. Vista adesso, è una cosa molto divertente. Allora, un po' meno.”

 

Oltre a De André, ha avuto modo di collaborare con i grandi nomi della musica, come Roby Facchinetti, Biagio Antonacci, Giusy Ferreri, Jovanotti, Annalisa. Com’è stato lavorare con loro?

“Con loro, ho lavorato come vocal coach, come insegnante di canto, di voce. Amo dire allenatore della voce. Con tutti questi personaggi, devo dire che ho instaurato un rapporto molto profondo. È andato oltre il rapporto lavorativo. Fortunatamente, prosegue ancora adesso. La nostra collaborazione non finisce mai, perché loro mi chiamano sempre, quando sono in difficoltà e, quindi, cerco di aiutarli.”

 

Ha pubblicato dei manuali incentrati sul miglioramento vocale, adatti non solo ai professionisti, ma anche alle persone comuni. Com’è nata l’idea?

“L’idea non è nata da me. Delle persone che mi seguivano, mi chiedevano di raccogliere tutti i miei esercizi, le mie idee, le mie convinzioni e la mia metodologia su un libro e di creare un metodo di canto. Lì per lì, è stata una cosa che non ho seguito, perché mi sembrava un’operazione molto delicata e difficile. Fino a che, fortunatamente, ho incontrato la mia editrice, la dottoressa Albieri di Sperling e Kupfer. Mi ha aiutato formalmente a raccogliere le idee e a renderle a mò di libro e di manuale ed aiutare altre persone a star bene con la voce. Così, è nato il primo libro. Poi, si prende esperienza. Ho fatto la seconda e la terza. Poco tempo fa, è uscito Tu sei la tua voce, sempre con l’aiuto della dottoressa Albieri.”

 

Attualmente, quali sono i suoi progetti?

“Attualmente, la voglia principale è quella di continuare. Mi sto divertendo con qualche star internazionale, come con quella esperienza che ho fatto con Mister Waldron. Spero molto di poter lavorare con Sting. L’esperienza nuova è di lavorare con i rapper, i trapper, gli speaker radiofonici, con cui mi diverto tantissimo. Vorrei dedicare del tempo alla voce e continuare a fare concerti.”

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