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Da Why not alle dimissioni di Nicolais: i giorni che sconvolsero Napoli

A Napoli la Iervolino nomina la nuova giunta e Nicolais si dimette da Segretario provinciale del PD.

"È mancata una svolta coraggiosa che consentisse di recuperare la fiducia dei cittadini. La città di Napoli - afferma Nicolais - in questi giorni ha attraversato una tra le più gravi crisi istituzionale degli ultimi anni. Il Partito Democratico napoletano, interpretando la crisi di fiducia manifestata dai cittadini verso il governo locale, ha adottato una linea politica tesa a sostenere un profondo rinnovamento dell’azione amministrativa della città e degli uomini che sono chiamati a rappresentarla. Purtroppo, non essendo riuscito a concretizzare il mandato ricevuto dal Partito napoletano e a trasferire ai vertici del PD nazionale la drammaticità del momento e la necessità di una svolta coraggiosa che consentisse di recuperare la fiducia dei cittadini, ritengo che non ci siano più le condizioni per il prosieguo del mio mandato». «Resto comunque convinto - spiega Nicolais - che solo dal Partito Democratico, rinnovato e più attento alle istanze della società, possa partire un vero percorso di rilancio per restituire al nostro territorio la speranza di un futuro migliore".

La Iervolino afferma: "Mi auguro proprio che non si dimetta; non come sindaco, ma come iscritta al Partito Democratico io collaboro per radicare il partito nella città".



La crisi del Comune di Napoli non nasce né a Roma né nella capitale del Mezzogiorno, viene da molto più a sud. Nasce in un capoluogo di provincia calabro per mano di un giudice che indaga sui rapporti tra politica e imprenditori. Proprio mentre gli agenti ascoltano una delle tante intercettazioni si trovano davanti una telefonata strana, le due persone parlano del “sistema Romeo”. Per caso, o per fortuna, si apre un secondo filone d’inchiesta. Per caso, o per fortuna, il giudice che si occupava dell’inchiesta viene spedito a Napoli.

Ed il caso, o la fortuna, hanno voluto che sia una procura campana, Salerno, ad attaccare quella di Catanzaro. Nei mesi che hanno preceduto gli avvisi di garanzia abbiamo assistito alla “commedia” della politica in cui ogni parola – fossero anche quelle del Capo dello Stato – assumevano un altro valore.

“Al Sud c’è una grave crisi morale. Se oggi non si dà il senso d’una forte capacità autocritica, poi la partita rischia di diventare molto difficile”. Con queste parole il 3 dicembre il presidente Napolitano “sosteneva” il proseguo delle indagini e lo sosteneva con un altro atto “forte” chiedendo, due giorni dopo, gli atti al PG di Salerno.



Lo scontro tra le procure era il prologo di un’inchiesta che scoperchiava il mal costume italiano. Why Not e Poseidone sono le inchieste madri che vanno “tutelate” e “sostenute”. Gli attacchi trasversali erano – sono ?– un tentativo di mettere a tacere una crisi che ha generato non solo arresti ma, anche, il suicidio di uno degli indagati.

Ogni parola assume un senso diverso, la dichiarazione dei giorni scorsi della Iervolino: “basta con le tarantelle o si va a casa”, vuole ricordare a tutti i partiti e ai loro consiglieri che, in caso di elezioni, sarebbe difficile ritrovare un posto ad una maggioranza lacerata. Sarebbe difficile riconvertire i 60 consiglieri comunali ed assicurare loro un salario. Il monito era uno solo: “o siete con me o disoccupati”.

Dall’altra parte al Iervolino ha ceduto alla pressione dei partiti tenendo in Giunta anche Ponticelli, Valente e – come già scritto nei giorni scorsi – Nicola Oddati. Via solo Gennaro Mola che – anche qui come già detto – dovrebbe trovare posto all’ASIA.

Vice sindaco riconfermato il notaio Sabatino Santangelo – nonostante le pressioni della Sinistra Arcobaleno per quella poltrona -. In giunta entrano: Enrica Amaturo, professore ordinario di Sociologia già Preside della Facoltà; Paolo Giacomelli, già direttore del settore Igiene urbana del Comune di Roma; Riccardo Realfonso professore ordinario di Economia Politica all’Università del Sannio; Diego Guida, industriale-editore; Marcello D’Aponte professore ordinario di Diritto del Lavoro Pubblico presso la Facoltà di Scienze politiche della Federico II; Pasquale Belfiore, ordinario di Composizione architettonica alla Sun nonchè presidente dell’Inarc Campania.

Un patto di ferro con i poteri forti della città per guidare Napoli verso le elezioni anticipate del 2010. Una giunta in cui aumentano i bassoliniani e i veltroniani doc.

Questa scelta non è stata accettata da Luigi Nicolais che in mattinata si è dimesso dall’incarico di segretario provinciale del PD. Leggere dietro le parole significa, anche, comprendere questa mossa di Nicolais. Lui, probabile candidato del PD per la Regione e da sempre in rotta con Bassolino, sa bene che queste nomine rischiano di relegarlo, all’interno del PD, nell’angolo, soprattutto dopo che aveva chiesto le dimissioni degli assessori bassoliniani ora in giunta e ha visto di contro, la sola uscita di Mola, da sempre anti-Bassolino.

Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 5 gennaio 2009 15:28
    Rocco Pellegrini

    fa bene Nicolais a sganciarsi dalla palude napoletana e dalla vergogna del duo Bassolino, Iervolino.
    La situazione è fortemente compromessa ma un pò di coraggio è meglio che continuare a governare un cadavere che non si rende conto di esser già deceduto.
    Veltroni dovrebbe intervenire e doveva farlo già al tempo della monnezza straripante ma propabilmente la mossa di Nicolais gli offre l’ultimo appello.....

  • Di eptor10 (---.---.---.248) 5 gennaio 2009 16:42
    Ettore Scamarcia

    Non cambierà niente in città dal punto di vista amministrativo, ma soltanto da quello politico.
    E il centodestra napoletano che sta facendo? Non ci vorrebbe niente a mandare via la Iervolino e Bassolino col Pd in queste condizioni. Perchè non lo fanno? Perchè questi due soggetti politici sono così deboli che danno, sia alla destra che alla sinistra, l’opportunità di mangiare a sbafo ogni centesimo di denaro pubblico.

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 5 gennaio 2009 17:06
    Francesco Raiola

    Io della debolezza di Bassolino (in termini di voti) non sarei poi così sicuro, ed ecco uno dei motivi che potrebbe portare a non cacciarlo, ma, anzi a promettergli un seggio alle europee (sta storia del mandarlo lontano non mi convince).
    La mossa di Nicolais è l’ovvia (ma neanche tantissimo poi, quando si parla di dimissioni) conseguenza di una politica volta al cambiamento (sebbene l’elezione a segretario provinciale del PD sia avvenuta grazie ai voti di Sommese, non proprio la novità in Campania).
    Anche se con la parola cambiamento ci andrei con i piedi di piombo. Troppe parole, tanto cosa costa gridare al cambiamento?
    La destra a Napoli ha un problema atavico...è più divisa della sinistra (e non è semplice), in perenne lotta tra le diverse correnti, e la scelta di candidare Bochino alle elezioni che furono, la dice tutta (una sconfitta a priori).
    Insomma leggere la situazione campana non è facile, bisognerebbe scavare (e forse si sta cominciando a fare, dalla spazzatura a Romeo) in anni e anni di interessi, soldi (tanti) e sporcizia che tagliano trasversalmente sinistra e destra...
    Bisogna confidare in una serie di politici (che ci sono!) puliti, non invischiati, e che abbiano una storia chiara alle spalle.
    Il problema è riuscire a cacciare la vecchia classe dirigente...ma credo ci vorrà ancora un sacco di tempo

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