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Crediti delle imprese verso le PA? Ancora soldi alle banche!

Quale credibilità può avere un debitore se non paga quello che deve ai suoi creditori?

In merito ai debiti commerciali della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, non solo lo Stato italiano è il peggior pagatore d’Europa, ma, addirittura, non è in grado di quantificare ufficialmente lo stock dei pagamenti non ancora onorati. Da un’indagine a campione, realizzata qualche anno fa dalla Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti, in capo alla nostra Pubblica amministrazione e alle sue articolazioni territoriali (Regioni, Province e Comuni), sarebbe di 71 miliardi di euro.
 
Secondo altre autorevoli fonti economiche, invece, l’importo oscillerebbe ormai tra 80 e 100 miliardi di euro. Infine, come sostiene il prof. Emanuele Padovani dell’Università di Bologna, se si tiene conto anche della quota di debito in capo alle aziende partecipate dagli Enti locali, lo stock complessivo dei debiti, aggiornato al 2012, si avvicinerebbe ai 170 miliardi di euro.

Come ultimo atto del Governo Monti, sta per essere varato un decreto legge che permetta di stanziare soldi, creati con nuovo debito pubblico, per i pagamenti dei crediti delle imprese verso la PA. Si tratterebbe di 40 miliardi di euro: 20 per il 2013 e 20 per il 2014. Fatto salvo il principio che anche il più piccolo dei pagamenti è sempre bene accolto, se il credito delle imprese corrisponde alle cifre individuate dal prof. Padovani, o fossero anche quelle indicate dalla Banca d’Italia, allora siamo in presenza di “una goccia nell’oceano“.

E se pensiamo che, magari solo per “tentare” di sopravvivere (sempre che non siano già fallite), quelle aziende che hanno lavorato con la PA, da cui deriva il credito, hanno dovuto cederlo pro soluto o pro solvendo agli istituti bancari, è facile intuire che questa operazione è l’ennesimo aiuto di Stato alle banche, l’ennesima truffa ai danni del nostro paese da parte di tecnocrati che affosseranno, così, definitivamente l’Italia e le imprese.

Roberta Lombardi, capogruppo portavoce del M5S alla Camera, sembra essere l'unica che si sia accorta della truffa quando dichiara: "... si prende un impegno per 40 miliardi di debito pubblico, di cui una parte (nessuno sa quanta) andrà direttamente alle banche e da questa generosa, ennesima, regalìa ci si aspetta che subito erogheranno prestiti e finanziamenti alle PMI italiane. L'esperienza di questi anni ci ha reso cauti sugli effetti nell'economia reale dei finanziamenti alle banche." 

La Lombardi precisa ulteriormente che: "...con questo decreto legge, che sarà presentato dal Consiglio dei Ministri per poi essere approvato in una Commissione speciale che avrà 3 - 4 giorni per curarne la fase istruttoria, presentarlo in aula e votarlo velocemente, ci stiamo giocando tutto l'indebitamento che possiamo stanziare per la crescita per il 2013. Un decreto fatto in fretta e furia nelle segrete stanze come è solita fare la politica per una porcata di fine legislatura."

In effetti, se così fosse, alle aziende non arriverebbe nulla ma, di contro, le banche stringerebbero ancor di più i cordoni della borsa rifiutando ulteriore credito alle imprese. Visto che sono stati graziati dallo Stato, non vorranno più rischiare ulteriormente.

Un'ulteriore prova sono le famose donazioni dei cittadini, tramite versamenti di 1 euro via SMS, a favore delle popolazioni colpite dagli allagamenti in Liguria e per i terremotati. I fondi così raccolti, lo Stato li ha messi a disposizione delle banche affinché eroghino credito alle imprese che siano impegnate nella ricostruzione. Ma nessuno ha ancora visto nulla e le banche, dati alla mano, non erogano alcunché, men che meno alle imprese.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.111) 30 marzo 2013 09:43

    Questa è veramente pubblicità ingannevole.

    Intanto, in caso di "cessione pro soluto" e "pro solvendo" il debitore ne viene informato: l’azienda ha venduto il suo credito per finanziarsi, ma non solo:
    in caso di "pro solvendo" il metodo che permette il miglior finanziamento, "il cedente" (l’azienda) garantisce comunque che il credito è certo e garantisce che il debitore è "solvente" (capace di pagare o che pagherà) ergo, se lo Stato non paga sarà l’azienda a rimborsare la Banca.....(detto in parole povere).
    Al di là di quanto scrive nell’articolo, l’Onorevole Lombardi ha detto una emerita fesseria le cui conseguenze ricadono sulle aziende che si sono finanziate: Lei pensa davvero che bloccando il pagamenti delle aziende che hanno ceduto il credito, le Banche siano disposte ad accettare ancora cessioni di questo tipo nei confronti dello Stato????.

    In quanto all’indebitamento: se sono debiti vecchi sono già contabilizzati, le pare???? 

    Un dirigente sindacale che non sa queste cose NON ESISTE. Per questo Lei fa pubblicità ingannevole,
    Enzo
    • Di Carlo Santi (---.---.---.189) 30 marzo 2013 10:06
      Carlo Santi

      Il Ministro Grilli ha precisato, in questi giorni, che il pagamento avverrà principalmente alle imprese e non alle banche. Quindi, quanto scritto nell’articolo era una preoccupazione seria e attendibile, visto che il Ministro ha voluto precisarlo.

      Infine, essendo 40 miliardi una minima parte del debito della PA verso le PMI, determina che queste imprese sono attualmente in crisi di liquidità, per cui le avranno sicuramente cedute alle banche. Se lo stanziamento del governo fosse diretto a pagare prima le banche, la crisi di liquidità, problema enorme sollevato da confindustria e altri, rimarrebbe senza possibilità, a breve, di veder risolto tale incognita. Ma il Ministro Grilli ha assicurato che non sarà così, e me ne compiaccio. 
      Se non ha capito, le imprese che vantano crediti con la PA hanno già svolto il "servizio", per cui hanno già contabilizzato pure i costi relativi al servizio stesso, spero che ci arrivi da solo a capire che è questo il nocciolo del problema e non la contabilizzazione. 
      Infine, caro Enzo, i commenti sono liberi, ci mancherebbe, ma non le offese. Per quanto riguarda il dirigente sindacale, ha letto male, in quanto lo sono stato oltre dieci anni or sono, quindi ex.
    • Di paolo (---.---.---.121) 30 marzo 2013 23:00

      La notizia che lei ci riporta è già stata fornita dall’onorevole Roberta Lombardi ,la "cittadina " che sta stabilendo il record mondiale di gaffe in brevissimo tempo.

      Enzo ha perfettamente ragione ,se una azienda creditrice nei confronti della PA ha scontato il suo credito con una banca ,è la banca che vanta il credito con la PA .
      Il saldo dello "scoperto" rimetterebbe le imprese ,qualora nel frattempo non siano fallite ,in condizioni di rinegoziare un credito con la banca su basi migliori.
      In ogni caso il flusso dei pagamenti deve andare a chi ha una prelazione sul credito ,a meno di particolari concordati fallimentari.

  • Di (---.---.---.111) 30 marzo 2013 11:12

    Io ho capito benissimo visto che sono uno che lavora al 100% verso l’estero ma con fornitori italiani, in regime di "reverse charge", quindi con un credito IVA che mi sta mettendo in ginocchio (non sto qui a spiegare ma non faccio parte dei 40 miliardi, solo degli 11 di cui parla Befera).


    Cosa abbia detto Grilli non so,mi auguro che i crediti vengano pagati in ordine "temporale":
    dal più vecchio in qua, altrimenti sì che c’è da mettersi le mani nei capelli:   sempre che Grillo consenta...... so cosa vuole dire "contabilizzare" "sospendere pagamenti" "pagare", pagarci sopra le tasse anche se non hai incassato, pagare l’IRAP anche sugli inesigibili.......so qualche cosa...... Ad esempio che se le Aziende hanno contabilizzato (fatturato) anche lo Stato lo ha già fatto, questo debito è registrato (contabilizzato) dalla PA nei Bilanci 2011 e 2012.

    Se l’ho offesa me ne scuso, Le faccio notare che se il commento è libero, la notizia resa nell’articolo deve essere precisa: io mi incavolo perchè Lombardi ha letto il decreto ed ha citato chiaramente il pagamento alle banche per i crediti ceduti pro soluto pro solvendo, cosa che Lei omette: la notizia risulta perciò falsata (Lei non è il solo .....).
     
    Pensi solo che, se nel decreto questo non fosse stato citato, i crediti ceduti sarebbero stati pagati in automatico alle Banche: è questa la procedura legale!!   Da chiedersi, viceversa, perchè citarlo........

    Enzo

     
  • Di Carlo Santi (---.---.---.189) 31 marzo 2013 11:47
    Carlo Santi

    L’articolo evidenzia che il credito delle imprese verso la PA, come sostiene il prof. Emanuele Padovani dell’Università di Bologna, si avvicinerebbe ai 170 miliardi di euro.

    E’ naturale che le aziende abbiano ceduto il credito alle banche, altrimenti sarebbero già fallite da tempo, il problema è che 40 miliardi sono un quinto dei crediti vantati, è già qualcosa, ma non risolve un problema più grosso che è il complessivo ammontare dei crediti. Io non riesco a comprendere come si fa a non capire che, avendo ceduto il credito, quelle ditte non vedranno un euro ed essendo in crisi di liquidità, avranno sì meno debiti con le banche, ma rimarranno con il problema di liquidità. 40 su 170 sono già qualcosa più di zero, ma poi il trend dei ritardi nei pagamenti continueranno e fra un po’ si ritorna come prima. L’articolo voleva evidenziare che lo Stato DEVE pagare le imprese in tempi accettabili (una direttiva europea prevede un termine max per le transazioni commerciali), altrimenti contribuisce al tracollo delle aziende che lavorano per la PA.
    Ultimo aspetto: le banche difficilmente rinegozieranno il credito vantato dall’azienda nei confronti della PA, visto i precedenti, molti istituti di credito pretendono non solo la cessione del credito, ma anche fideiussioni e beni personali dell’imprenditore. E questo significa ancora più disastri.

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