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Crazy Italy

Capisco che abbiamo perso la guerra ma mai avrei creduto dagli effetti così devastanti, dico: avete provato a guardarvi attorno? Tutti attaccati ai telefonini tra Faceboock, Twitter, oppure whatsapp. Li vedi passeggiare per strada col cellulare di fronte agli occhi e le dita digitare nervosamente, malgrado lo status e l'età che, in alcuni casi, farebbe pensare più ad un sereno pensionamento che al protagonista in un social network.

Ai tavoli di un bar, una volta, bevevamo il caffè conversando. Oggi, il caffè, si sorbisce freddo mentre si chatta con chissà chi nel fare uguale degli altri commensali; teatrini silenziosi, il manicomio sarebbe la giusta destinazione. In treno si aiutavano le belle signore (eh, beh...) a sistemare la valigia negli scaffali in alto, cercando così di conquistare la simpatia per corteggiare. Oggi non mi meraviglierebbe un sms, del tipo: bella topa, ti sistemo il bagaglio? Siamo un popolo d'impazziti, questa è la verità; per le strade vendono una specie di bacchio lungo, per i selfie. A Roma l'hanno proposto pure a me ma con un'occhiataccia, il venditore, ha capito che non era il caso.

Quanti amici hai? Un povero diavolo inizierebbe a lambiccarsi il cervello pensando agli amici d'infanzia. Sbagliato: per amici, s'intendono quelli di Faceboock; in Twitter si chiamano follower, la coglioneria non cambia. I like sembra abbiano lo stesso valore dei soldi nel salvadanaio, più like possiedi e più cresce l'autostima. Da qualche parte scrissi che i fans dei social sono come i soldi del Monopoli: falsi, in qualche caso pure farisei ma questa è un'altra storia.

Poi ci sono coloro che pensano di essere già ministri per il solo fatto di postare qualche cazzata qua e là, bene bravo bis, ma poi? Tutti a Roma, tutti a protestare! Due anni fa abboccai pure io, in piazza a Montecitorio eravamo in cinque ed una di questi era la mia canina Carlotta, per i social avremmo dovuto essere in cinquemila. Chi mi chiede il numero del telefono rispondo che non ce l'ho, vivo meglio da quando l'ho buttato via. Insieme alle cazzate. 

Immagine: John Chow dot Com, Flickr

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