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Cottarelli: la democrazia secondo la UE

Su La Stampa di lunedì 1 aprile sin dalla prima pagina si può ammirare uno dei più splendidi esempi di ideologia euro-finanziaria, nell’intervento dell’ “esperto” Carlo Cottarelli il quale, già proposto come premier dal presidente della repubblica l’anno scorso, è personaggio onnipresente sui media mainstream (ospite fisso da fazio, elzevirista su La Stampa etc…) e presentato come un grande luminare imparziale e infallibile della prestesa “scienza economica”.

 Mai come nel suo ultimo intervento, comunque, l’ortodossia economica della dittatura tecnocratico finanziaria europea si unisce all’ingerenza politica più aperta ed arrogante. “Così il colle protegge le banche” e già nel titolo del pezzo si vedono le priorità. Ma è nel titolo di seconda pagina, dove continua il lungo articolo, che la maschera viene gettata senza vergogna: “Banche e Def, le regole non si piegano alla politica”, dove, “regole” va letto nel senso di regole delle banche, fatte dalle banche e controllate (ed eventualmente sanzionate) dalle banche stesse. Alla faccia di Montesquieu , della divisione dei poteri e di due secoli e mezzo di valori democratici ispirati all’Illuminismo, che , per l’ex commissario della Troika, sono carta straccia. E alla faccia dei contropoteri democratici.

E si, perché a Cottarelli non va giù che un governo, tramite commissione parlamentare ad hoc, si permetta di fare un’inchiesta sulle banche. Sin dalla prima riga parla del problema del rapporto tra politica e istituzioni e prende di mira il “governo del popolo” e il fatto che le “decisioni di politica economica debbano essere sottoposte al giudizio popolare”, nonché il fatto che, “secondo questa visione”...”il ruolo delle autorità (cosiddette ndr) indipendenti sarebbero subordinate alle forze politiche.

Quelle “autorità indipendenti” che non hanno evitato la crisi globale, le truffe bancarie (Goldman Sachs in primis) e le distruzioni economiche di interi Paesi. Cottarelli lo scrive, parola per parola, celandosi dietro le dichiarazioni di Mattarella, che nota “l’ampiezza dei compiti della commissione….col “rischio di creare un’istituzione addirittura (!!) al di sopra” delle banche: il problema è il controllo democratico. Il problema, per l’ortodossia neoliberale di cui Cottarelli è uno dei massimi esponenti, è che il popolino si permetta di impicciarsi in quelle regole misteriose e autoreferenziali, tiranniche e totalitarie, che servono da alibi tecnocratico per la dittatura commissaria dellUE.

Cottarelli, sempre schermandosi dietro le parole di Mattarella, forse per esprimergli riconoscenza per la sua nomina (poi trombata) a premier, scrive senza pudore che si, “la natura delle banche è privata” (!!), ma bisogna comunque evitare che “soggetti portatori di interessi politici possano, anche involontariamente (figuriamoci lo facessero con intenzione, forse la pena aumenterebbe…) condizionare le banche”. Il che detto in parole più semplici e dirette suona più o meno così: enormi corporation private con poteri inferiori solo a quelli degli dei, non devono essere disturbate, nemmeno per sbaglio, dagli eletti del popolo.

E non importa che le banche o la troika non siano mai stati eletti da nessuno, creino denaro (e potere) dal nulla e costituiscano “il più grande fenomeno di irresponsabilità sociale mai verificato nella storia” (L: Gallino “Il colpo di stato di banche e governi, Laterza 2013). Cottarelli poi, con sprezzo del ridicolo, dopo l’apologia della “competenza delle varie autorità di vigilanza bancaria (la volpe a guardia del pollaio), ci ammonisce che “la indipendenza ...bancaria è sancita da norme italiane e dall’UE sulla base dei relativi trattati”.

I famosi trattati UE, come non pensare con amore e trasporto al famigerato fiscal compact, al masochistico pareggio di bilancio in Costituzione, al MES (orwellianamente chiamato fondo “salva” Stati) e via discorrendo. Quei trattati UE che hanno creato una dittatura tecnocratica mai vista nella storia dell’umanità. Ma il meglio arriva sulla fine. Cottarelli come sempre cita qualcun altro, stavolta Tria, ministro delle finanze (imposto da Mattarella) ortodosso ai diktat UE, e ci fa sapere che “attacchi politici alle banche ...danneggiano l’interesse nazionale”(!!!) Sembra di tornare al conflitto che per secoli oppose l’imperatore al papa, dove al posto dell’uno c’è il premier e del secondo il governatore della BCE e dove il “potere delle chiavi” è stato sostituito da una, ben più materialista ma altrettanto efficace, paura dello spread, con il debito a fare le veci dell’inferno dantesco.

Per Cottarelli e i media mainstream dove scrive, il controllo democratico non è altro che “interessi politicidi breve termine” mentre la criminalità della tecnocrazia europea si chiama “supervisione bancaria”. Il comunicato ideologico dell’uomo che per vent’anni lavorò al soldo del FMI e contribuì a portare la Grecia al disastro si conclude con una grottesca stigmatizzazione dell’ “incertezza”. Non quella dei precari, degli sfruttati, dei ricattati dalle banche e dalla burocrazia tecnocratica UE. No. L’incertezza che turba il Nostro è quella che potrebbe turbare gli onnipotenti “mercati”.

No comment! Per l’elzevirista da prima pagina della Stampa il “bene fondamentale per l’economia (e forse secondo lui anche per l’universo) è la credibilità dei conti pubblici...che (repetita juvant) non può essere piegata alla politica (leggasi: al controllo democratico). “Ne sa qualcosa la Grecia in cui...il governo aveva falsificato i conti propri pubblici”. E questa è l’ultima menzogna di un articolo basato sulla negazione della divisione dei poteri, del controllo democratico e sul popolo visto come il “gregge suino” di sette/ottocentesca memorialistica liberale, che non deve impicciarsi.

Persone come questa sono responsabili di istituzioni che hanno distrutto economie, affamato popoli, , organizzato nel pianeta golpe (militari e poi economici) e saccheggi dalla decolonizzazione in poi, istituito la moderna schiavitù neoliberale dell’uomo indebitato e infine, oggi, cercano di indottrinare le popolazioni europee che non vogliono fare la fine di quei paesi e continenti che nei decenni passati hanno dovuto bere l’amaro calice di Banca Mondiale e FMI.

Persone come queste saranno in futuro processate da una nuova Norimberga per crimini neoliberali . E anche se si difenderanno come Eichman a Gerusalemme, nascondendo le vittime e il dolore dietro ordini, trattati, numeri e parametri da rispettare, faranno la sua stessa fine, di fronte ai tribunali rivoluzionari del futuro, dove giudici scalzi opporranno agli infami trattati UE il dolore e la morte delle vittime del più inumano e folle sistema ideologico mai scaturito dalla follia umana: il mercato e la finanza al posto di Dio e della democrazia.

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