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Cosa c’è dietro la strategia risanamento-crescita

La domanda da porsi è come mai il governo Monti che pure aveva suscitato tante speranze soprattutto fra i giovani e fra i precari, che aveva un credito così imponente dopo il governo Berlusconi, ha consumato nel giro di così poco tempo tutto il patrimonio di credibilità e di fiducia? E' stata solo per la gravità della crisi, tanto grave da non essere stata ritenuta così profonda e sistemica? E' stata l'incapacità a trovare un disegno in grado di affrontare di petto la situazione? O non forse le misure recessive e inflazionistiche fanno parte di un disegno più strategico che vede Monti e l'Italia sono come un tassello di una strategia più complessa? E se sì qual è la strategia?
 
È necessario quindi allargare lo sguardo al quadro internazionale. La strategia del risanamento del debito pubblico non è solo imposta da Berlino, ma è condivisa da tutti i governanti e dalla politica neoliberista. Monti (ma non solo lui) sa benissimo che il problema non è solo il debito pubblico, e sa che se anche si riuscisse ad avere un pareggio di bilancio comunque rimarrebbe il problema della ricapitalizzazione delle banche (attenzione a quel che succede a MPS).
 
Il risanamento quindi è sopratutto ripararsi e proteggersi dalle incursioni dal capitale straniero, sopratutto statunitense che scorazza per le borse mondiali in cerca di mercati su cui scaricare il propri bond monnezza, da un lato, e valorizzarsi dall'altro. E non è solo un problema Italiano, naturalmente, ma di tutta la UE. Vedasi quel che sta succedendo in Spagna, in Francia e persino nella egemonica Germania e nelle sue banche. La politica monetarista tedesca non è solo una politica cieca e becera della culona disegnata come il male nel mezzo di tanti buoni governanti succubi e impotenti. Per questo il problema europeo non è semplicemente solo Euro sì Euro no, ma tutta la politica neoliberista. 
 
E in questa chiave di lettura che va anche letto il monito di Obama all'Europa e la contromossa con la riconferma dei tassi di interessi della BCE (fermo dunque all'1% il tasso di rifinanziamento pronto contro termine, allo 0,25% quello sui depositi e all'1,75% quello marginale). E contemporaneamente il rialzo dei tassi di interessi della banca popolare Cinese (per i prestiti l'aumento incide di 18 punti facendo slittare il tasso d'interesse alla percentuale del 7.02%). Gli Usa vogliono che si allentino i cordoni della borsa che si immetta liquidità nel sistema per permettere ai propri capitali speculativi di fare incetta, finanziaria e reale per evitare che vengano fuori i buchi della JP Morgan, e non solo, di tutto il sistema bancario che è molto più infetto del debito pubblico greco. La partita non si gioca in un solo campo di gioco, ma nello scacchiere mondiale.

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