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Corrotti e cannibali. Ecco perché l’Africa muore di fame (PARTE II)

“La corruzione più pericolosa è quella che non fa rumore. Le testate giornalistiche sempre parlano dei più famosi casi di corruzione, quando sono implicati ministri e capi di governo e quando si parla di cifre enormi, però la corruzione silenziosa è quella che uccide l’Africa più povera, dove neanche è permessa la presenza di mass media stranieri (vedi il caso della Costa d’Avorio oggi, ndr). I colpevoli sono principalmente i funzionari che non fanno il loro lavoro ma occupano il loro posto solo per portare a casa lo stipendio. È terribile sapere che a Nairobi ti dicono che è meglio non uscire la sera con denaro nel portafogli perché c’è molta polizia in giro […]. Ogni atto di corruzione richiede due attori e molto spesso uno di essi è americano o europeo […]. Bisogna sviluppare gli strumenti di controllo internazionale per poter combattere questa situazione. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno una legge che obbliga a rendere pubbliche tutte le transazioni delle sue aziende in Africa. L’Europa potrebbe creare una legge simile. C’è speranza, basta analizzare l’attuale sviluppo di alcuni Paesi africani, come il Botswana, che ha avuto una crescita economica notevole, con una delle percentuali più alte del mondo" (Shanta Devarajan, capo economista della World Bank Africa).

“Le cose vanno così: se pago 300mila cefas (circa 450 euro, ndr) a un tipo dell’amministrazione entro direttamente nel corpo della polizia, senza dover fare nessun esame o cose del genere. Se non porto questi soldi, non c’è niente da fare, neanche presentandosi mille e più volte. Se puoi pagare 500mila cefas (circa 750 euro, ndr), ti compri un lavoro alla dogana o alla frontiera” (Kalifa Sidibé, Bamako, Mali).

“Ci sono differenti amministrazioni in Somalia ed ognuna ha vari gradi di corruzione. Il fatto che il Paese sia corrotto causa un’assenza di ordine ed aiuta la nascita di guerre civili. Ci sono soldati che non vengono pagati da mesi e politici che si appropriano di denaro pubblico, è così, in Somalia gli AK47 hanno più voce del Governo Federale di Transizione” (Hassan Fantastic, giornalista di Radio Shabelle, Somalia).

“Il Parlamento della Somalia, con una popolazione di nove milioni di persone, ha 550 membri per rappresentare tutti i clan. Sapete quanti parlamentari eletti ha l’India, che ha più di cento milioni di abitanti? Cinque in meno. In questa maniera, la Somalia non potrà funzionare mai” (giornalista anonimo de Shabelle Media Network).

“Quando il Botswana raggiunse l’indipendenza nel 1966 era uno dei Paesi più poveri del mondo – afferma Jeffrey Ramsay, portavoce del Governo del Botswana – la trasformazione è stata incredibile negli ultimi quarant’anni, dal 1966 al 1996 fu l’economia che crebbe più rapidamente al mondo, con una media del 7,5% annuo e questo è stato possibile solo grazie ad una lotta effettiva e continua contro la corruzione”.

“Nonostante tutti condividano lo stesso continente, i cinque Paesi meglio governati (Botswana, Isole Mauririus, Capo Verde, Seychelles eSudafrica) vivono in un pianeta completamente distinto dai peggiori Stati africani, come la Somalia” (Paul Collier, Direttore del Centre for the Study of African Economies, University of Oxford).

“Ogni anno spariscono 30mila milioni di euro dalle casse dei Paesi africani a causa delle pratiche di corruzione. Con questi soldi si potrebbero curare 120 milioni di malati durante un anno” (Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice della Banca Mondiale ed ex Ministra degli Esteri e delle Finanze della Nigeria).

“Serve cooperazione e responsabilità a livello internazionale per difendere i popoli ed i Paesi africani dal saccheggio a cui sono sottomessi sia dentro che fuori le proprie frontiere. Secondo l’Indice di Buon Governo della Bo Ibrahim Foundation, il Botswana raggiunge nove punti su dieci per quanto riguarda la trasparenza del prorpio governo, la Somalia 0,7” (Ibrahim Bo, padre della Bo Ibrahim Foundation).

Secondo l’indice elaborato quest’anno da Trasprency International, che classifica i Paesi di tutto il mondo in base all’abuso che il settore pubblico fa del proprio potere per ottenere benefici personali, solo tre Paesi dell’Africa hanno ottenuto un punteggio superiore a 5 su 10 e sono: Botswana (5,8), Isole Mauritius (5,4) e Capo Verde (5,1). Seguono Seychelles (4,8) ed il Sudafrica (4,5). L’Africa resta in coda alla classifica: tredici degli ultimi ventiquattro posti sono occupati da Paesi del continente nero. L’intero continente è in mano a governanti corrotti e gli impiegati pubblici accettano quotidianamente piccoli e grandi tangenti.

Secondo l’International Budget Partnership, organizzazione civile il cui obiettivo è la riduzione della povertà ed il miglioramento dei governi, attraverso l’analisi delle leggi finanziarie statali, i sette Paesi più trasparenti del mondo sono Francia, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia, Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e Sudafrica.

Il nostro Paese, dal punto di vista della trasparenza e corruzione del Governo italiano, è un altro stato africano, e proprio uno dei peggiori. L’Italia occupa la posizione numero 67 nell’indice di Trasparency International, con un punteggio di 3,9. Alcuni paragoni: Danimarca 9,3; Finlandia e Svezia 9,2; Olanda 8,8; Svizzera 8,7; Norvegia 8,6; Gran Bretagna 7,6. Il Belpaese ha un indice di corruzione uguale a quello di Montenegro e Cuba, e superiore a quello di Ruanda, Ghana, Namibia, Kuwait, Tunisia, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Slovacchia,…

Ecco il link per continuate la lettura dell’Indice 2010 di T.I..

Leggi la prima parte dell'articolo:

"Corrotti e cannibali. Ecco perché l'Africa muore di fame (PARTE I)

Commenti all'articolo

  • Di Giuseppe Fusco (---.---.---.82) 13 luglio 2011 20:27

    Articolo con stereotipi e tonalità razziste, dal titolo ("corrotti e cannibali") alla conclusione, quando si usa (per l’ennesima volta) il termine africano (pur se riferito a "stato") in modo negativo:
    "Il nostro Paese, dal punto di vista della trasparenza e corruzione del Governo italiano, è un altro stato africano proprio uno dei peggiori".

    Mai sentito parlare della Conferenza di Berlino (mai citata dall’autore) e della spartizione dell’Africa? Un continente con Stati creati a tavolino con riga e squadra.
    Altro che relazioni di governanti e re Africani con potenze occidentali ... piuttosto amministratori scelti con attenzione e messi in posizioni di potere dall’occidente per aver mano libera nello sfruttamento secondo il motto divide et impera. E quando non servivano alla causa, strane sparizioni, colpi di stato, etc. risolvono il problema.

    Un esempio:
    Repubblica Democratica del Congo. Indipendenza nel 1960. Patrice Lumumba Primo Ministro. Già dal suo storico Discorso di insediamento mostra la sua volontà di vera indipendenza per la sua patria, facendo storcere il naso al Belgio. Dopo circa 6 mesi sparisce (gennaio 1961). La mano è quella del famoso Mobutu. Il Belgio rimane nell’ombra, amettendo le sue responsabilità solo nel 2002 (http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/1805546.stm).Lo stesso Belgio che distingueva e registrava Tutsi e Hutu a seconda dei caratteri somatici (con tanto di carta d’identità e posizioni di comando e sottomissione) ... divide et impera ... e che trova una delle cause fondamentali nel genocidio del 1994.

    Inoltre:
    La Gran Bretagna, forse sarà anche capace di dispiacersi, ma non riesce a scusarsi neanche per la schiavitù figuriamoci ammettere altro (http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/blair-admits-to-deep-sorrow-over-slavery—but-no-apology-426058.html).

    Riguardo le varie responsabilità Americane non saprei da dove cominciare. Ma capita a proposito un articolo proprio oggi e in questo sito (http://www.agoravox.it/Spunta-una-base-della-CIA-a.html).

    Sarkozy è l’ultimo esempio Francese.

    E la storia può andare avanti all’infinito.

    Senza contare multinazionali, etc. etc.

    Un occidente trasparente con le sue "leggi finanziarie statali" (bastasse questo) e oscuro con molto altro ... che poi si voglia scaricare tutte le colpe su alcuni Africani criminali e/o corrotti dimenticando tutto il resto molto più importante, significa bendarsi gli occhi.

    Sarebbe bene guardare la realtà e le responsabilità continue dell’occidente. Di quegli stati più o meno trasparenti (molto meno di come si fa credere) che continuano a invadere e sfruttare questo GRANDE continente (non solo per dimensioni e ricchezza materiale, ma per quella umana) ... Ecco perché l’Africa muore di fame ... PARTE III

    Consiglio (tra l’altro):

    UNESCO - General History of Africa
    John READER - Africa: Biografia di un Continente
    Ali MAZRUI - The Africans: A Triple Heritage (libro e documentario in 9 puntate)

  • Di (---.---.---.209) 13 luglio 2011 20:46

    Ritengo che bisognerebbe operare una distinzione (non facile da delineare) tra Stato di diritto con diversi livelli di corruzione e Stato "neo-patrimmoniale". Quando, come in Russia, si acquista un posto di lavoro nella polizia (e l’acquisto è l’unico modo per ottenerlo) per poi utilizzare questa posizione di potere per taglieggiare il prossimo e ricavarne un reddito allora non ha più alcun senso parlare di Stato di diritto, ma tali Stati per essere inquadrati a livello conoscitivo hanno bisogno della concezione settecentesca dello Stato patrimmoniale. Uno Stato di proprietà del re che vende le cariche amministrative, fiscali, di polizia, giudiziarie, ecc. ... L’acquirente le usa per ricavarne un reddito a spese degli amministrati.
     tutto questo non è pura accademia, ma una necessaria distinzione per delineare la più opportuna strategia di lotta.
     

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