• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Cinema > Corpo e anima, di Ildikó Enyedi

Corpo e anima, di Ildikó Enyedi

 La difficoltà di due adulti di arrivare all'amore, questo è il nòcciolo del film Corpo e Anima, le corazze e armature che vietano a molti adulti che le loro anime comunichino. Una curiosità resta: è quella di sapere il significato del titolo ungherese A testrol és a lélekrol. In relazione a ciò cito le parole di Cristina Piccino del Manifesto, che ha scritto: (questo film è) “un bel modo per iniziare il nuovo anno cinematografico 2018, nonostante il doppiaggio, a cui ci si deve rassegnare visto che il pubblico per film come questo è quello che preferirebbe le versioni originali”.


Le due anime in questione sono Maria, la giovane nuova addetta al controllo qualità in una ditta di macellazione carni, e il più maturo Endre, direttore finanziario della stessa ditta. L'una precisa, metodica, quasi maniacale nel lavoro e nella sua vita in solitudine, per niente avvezza a relazioni amorose con l'altro sesso. Quando si fà all'idea di avvicinarsi all'uomo - nel modo semplice e diretto che la sua inesperienza le detta - consulta il suo psicologo per l'infanzia che frequenta già da bambina, tenta di scoprire com'è l'amore osservando gli altri, tenera e inesperta vede due che si baciano in un parco pubblico, e questo sguardo è inquietante e comico assieme. Si lascia un po' andare al suono e alle parole di una canzone che la venditrice di dischi le propone: don't tempt me … please, pare di cogliere nella voce flautata della cantante. L'altro, guardingo e avveduto, dice di aver messo da parte l'amore e le relazioni da molto tempo, solo una volta lo vediamo a letto con una prostituta (come non pensare, per entrambi, ai protagonisti maschili di Le vite degli altri e di Still Life...). Però osserva molto la nuova assunta nel luogo di lavoro, ne è incuriosito mentre lei se ne stà preferibilmente nell'ombra e da sola.

Scopriranno di fare da tempo un identico sogno: due cervi che si guardano a distanza in un bosco innevato, un paesaggio silenzioso e purissimo, come l'ambiente immaginario (e onirico, dunque) in cui i due vivono: Maria è dotata di ottima memoria (non sempre utile, dice a un tratto), immagina che due suoi pupazzetti interpretino le scene dei loro incontri impacciati in ufficio, fa loro ripetere le rare parole che si sono detti di presenza Solo qualche avvicinamento avviene tra i due animali in questi sogni, ma molto discreto, di più: molto rispettoso del rispettivo spazio. E' la stessa “tecnica” che adotta Endre, ha il modo giusto per aprire lentamente l'armatura che Maria si è costruita a sua difesa. Un'altra che l'ha saputa capire è l'anziana e colta di vita donna delle pulizie della ditta, le suggerisce come una signorina può ancheggiare un poco per rendersi più attraente, ma senza esagerare.

Orso d'oro a Berlino 2017 al 62enne regista Ildikò Enyedi e candidato all'Oscar come miglior film straniero, 4 stelle su 5 di critica e pubblico su MyMovies ma … è chiaro che molti non lo vedranno. Vedranno piuttosto film di genere più “facile”, non impegnativi (ma questo non lo è, basta solo un po' di pazienza nei 116 minuti e tutto accade), più reclamizzati e dotati di grossi produttori alle spalle (tipo Weinstein?), quelle visioni che poi fanno constatare come gli incassi e il pubblico siano drammaticamente diminuiti nel 2017, almeno in Italia. Ultima nota: nei titoli di coda è detto che nessun danno al solo scopo di riprese è stato fatto agli animali, dove i corpi dei bovini sono mostrati con abbondanza di particolari, la macelleria era reale ma la visione è un motivo in più per non mangiar carne!

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità




Ultimi commenti