• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Corea del Sud, capodanno di lotta per il sindacato

Corea del Sud, capodanno di lotta per il sindacato

Non si era mai visto niente del genere in 14 anni di attività sindacale. Domenica scorsa migliaia di agenti in assetto antisommossa, senza mandato di perquisizione, hanno fatto irruzione nel quartier generale dellaConfederazione dei sindacati coreani (Kctu). Decine di persone hanno riportato danni agli occhi e alle vie respiratorie a causa dello spray al peperoncino e 130 sindacalisti sono stati arrestati.

Per la prima volta dal 1999, anno del riconoscimento ufficiale della Kctu, la sua sede principale è stata violata e fatta oggetto di un raid di estrema violenza.

Al centro della lotta sindacale è la decisione dell’azienda delle ferrovie coreane (Korail) di costituire un’impresa a parte per realizzare una nuova linea ad alta velocità.

Il sindacato dei lavoratori delle ferrovie (Krwu), affiliato alla Kctu, teme che questa decisione condurrà alla privatizzazione dell’azienda e a licenziamenti di massa. Per questo motivo, il 9 dicembre ha decretato lo sciopero.

La reazione delle autorità è stata estremamente decisa. Il 17 dicembre la polizia si è presentata in varie sedi del Krwu nella capitale Seul e poi a Daejon, Busan, Suncheon e Yeongju, sequestrando documenti, dati personali e gli hard disk dei computer.

Il giorno dopo, il primo ministro Chung Hong-won ha definito lo sciopero “un atto illegale” e ha annunciato provvedimenti molto duri, preannunciando in questo modo l’operazione di polizia contro la sede centrale della Kctu.

La Korail, nel frattempo, ha sospeso 7927 lavoratori in sciopero e ha chiesto al sindacato 7,7 miliardi di won (5,5 milioni di euro) di danni. Sono stati spiccati 28 mandati d’arresto per violazione dell’art. 314 del codice penale (“ostacolo alle attività economiche”), due dei quali già eseguiti.

Ciò nonostante, l’azione sindacale va avanti. A partire da oggi, la Kctu ha indettouno sciopero generale a oltranza.

Amnesty International e la Confederazione internazionale dei sindacati hanno sollecitato il governo della Corea del Sud a non effettuare ulteriori raid illegali, a non arrestare sindacalisti e a rispettare i diritti dei lavoratori in sciopero.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares