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Consiglio dei Ministri straordinario sulla crisi: Ferragosto a Palazzo Chigi

Un consiglio dei ministri straordinario si terrà tra il 16 ed il 18 agosto per varare i provvedimenti anticrisi. E’ quello che ieri Silvio Berlusconi ha annunciato durante l’incontro con le parti sociali. La maggioranza però ancora non ha tolto il velo di mistero su cosa verrà insertito in quel decreto che dovrà rappresentare il segno di discontinuità sulle politiche economiche chiesto dall’Europa e dalla BCE. L’impressione è che nemmeno il Governo sappia che direzione intraprendere. E’ conscio che una svolta deve essere presa per rassicurare i mercati e dimostrare che tutto il possibile è stato fatto ma il rischio di adottare misure altamente impopolari è difficile da assumere.

La maggioranza sostanzialmente si divide sugli interventi potenzialmente più efficaci che dovrebbero essere varati nei prossimi giorni: la patrimoniale e la riforma delle pensioni.

La tassa sui patrimoni è sempre stata considerata da Berlusconi e dai suoi più stretti collaboratori come fumo negli occhi. Una misura che per la concezione liberale che anima il Cavaliere non andrebbe nemmeno considerata nel novero delle opzioni possibili.

Tanto che un pasdaran del berlusconismo come Giorgio Stracquadanio ha già annunciato che non seguirà il governo su questa strada. La tanto odiata imposta straordinaria che ricorda i governi tecnici degli anni ’90 sembra trovare la sua genesi nella componente socialista della maggioranza di cui Giulio Tremonti è uno dei più illustri esponenti. Quello che pensano I fautori di questa proposta è che in periodo di crisi, togliere una tantum ai capitali accomulati non sia un operazione scorretta, anzi rappresenterebbe in definitiva una redistribuzione delle risorse. Su questa linea il Ministro dell’Economia potrebbe avrer convinto la Lega, e gli incontri a Gemonio dei giorni scossi tra lui e lo stato maggiore leghista lo dimostrebbe.

Bossi infatti si è apertamente schierato contro l’altra misura di cui si parla in questi giorni: la riforma delle pensioni. Tale provvedimento che difficilmente potrebbe essere spiegato alla base del partito, andrebbe ad intaccare il bacino elettorale leghista.

Marco Reguzzoni capogruppo alla Camera ha infatti chiuso a questa possibilità lasciando in verità anche pochi spiragli per la patrimoniale.

La situazione è ingarbugliata e poco chiara, anche perché il governo ha convocato ieri le parti sociali per avanzare soltanto proposte fumose. Forse Tremonti oggi dinanzi alle commissioni di Camera e Senato darà un quadro più preciso della stato attuale e delle contromisure che si vogliono percorrere.

Quello che appare chiaro è lo stato confusionale in cui versa la maggioranza che è costretta a prendere in considerazioni provvedimenti che ne contraddicono il proprio pensiero politico limitandone ulteriormente la credibilità.

Sicuramente, se Silvio Berlusconi non avesse negato la crisi per tre anni, ed avesse intrapreso con la giusta tempistica alcune decisioni efficaci in campo economico, non si troverebbe con l’acqua alla gola in agosto nel difficilissimo compito di compattare la propria maggioranza coinvolgendo anche le parti sociali. Al premier quest’anno mancheranno tantissimo le calde notti in Sardegna, ma rimanere inchiodati a palazzo Chigi nelle torride giornate di agosto è il destino che spetta ai premier che hanno latitato per tutti i mesi precedenti dell’anno.

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