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Condannato in modo definitivo l’agente che uccise Gabriele Sandri. Giustizia è fatta

"Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e voglio dire grazie a tutta la gente che c'è stata vicino fino a questo momento. Ho avuto un solo momento di scoraggiamento quando è stata emessa la sentenza di primo grado che era raccapricciante. Ma ora le cose sono andate come dovevano andare". 

 

Così Piergiorgio Sandri, padre di Gabriele - il tifoso ucciso dall'agente Luigi Spaccarotella - ha commentato il verdetto della Cassazione che ha confermato la condanna a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario
 
Come aveva confermato anche l’avvocato della difesa, Luigi Spaccarotella si è costituito questa mattina. 
 
Le parole di commento alla condanna, dell’agente della Polstrada, sono state: “Affronterò la situazione da uomo”. 
 
Finisce quindi con una giusta condanna la vicenda che sconvolse il mondo del calcio e non solo. Una giustizia giusta che ha ribadito i limiti di intervento delle forze dell’ordine e ha confermato che davanti ad atti sconsiderati non c’è nessuna scappatoia se non il carcere. 
 
Una sentenza che servirà per calmare la rabbia che da anni è presente sugli spalti di ogni stadio, quella rabbia ribadita e ripetuta su tutti i muri in quell’acronimo che è diventato film: Acab, all cops are bastards. 
 
Da oggi tutto torna al suo posto, anche quel sorriso simpatico e vivo che è stato disegnato sui muri, sulle bandiere, sulle maglie. 
 
Quel sorriso torna al suo posto, tra gli angeli, con la serenità di chi non ha avuto vendetta ma giustizia.
 
di Alessandro Ambrosini
Questo articolo è stato pubblicato qui

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