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Condannati i manager del crack Agile Eutelia

Venerdì 12 luglio: una data da ricordare, e non solo per i lavoratori Agile ex Eutelia, ma per tutte le migliaia di lavoratori truffati di cui è pieno il nostro paese. Il Tribunale di Roma ha emesso le sentenze di primo grado per la bancarotta fraudolenta di Agile, totale 23 anni di carcere.

I giudici si sono pronunciati: 9 anni ad Antonangelo Liori, ex direttore dell’Unione Sarda, figura principale del gruppo Omega. Lui, che in un’intercettazione dice: “Se fallisce Eutelia io continuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa… tutto uguale, e loro non hanno più un lavoro. Questa è la storia!”. Otto anni per Claudio Marcello Massa, amministratore di fatto di Agile ed Omega, e 6 anni ad Isacco Landi, amministratore di Eutelia. Per tutti interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione per 10 anni da attività imprenditoriali.

Alla lettura della sentenza è partito un applauso liberatorio dai lavoratori presenti in aula, in rappresentanza degli oltre mille lavoratori e lavoratrici di Agile costituiti parte civile nel processo. “Con questa sentenza – affermano Roberta Turi e Fabrizio Potetti della Fiom – si sancisce il principio secondo cui è del tutto illegittima la condotta di chi, giunto al vertice di un’impresa, non opera per il suo sviluppo ma agisce allo scopo di depredarla, distruggendo la sua capacità di produrre valore e finendo per mettere sul lastrico migliaia di dipendenti”. Un processo storico, questo di Agile perché come ricorda la nota sindacale della Fiom è stata: “La prima volta che un tribunale italiano ha accettato la costituzione di parte civile dei dipendenti in un processo per la bancarotta fraudolenta di un’azienda”.

Erano otto nel luglio 2010 le ordinanze di custodia cautelare in carcere contro i responsabili del crack Agile. Tre sono stati condannati venerdì scorso, quattro avevano patteggiato pene inferiori ai due anni con i benefici della sospensione della pena: Leonardo Pizzichi (presidente del cda di Eutelia, uomo Monte dei Paschi di Siena), Pio Piccini (amministratore di Omega e poi di Agile), Marco Fenu (dirigente di Agile e tesoriere del gruppo Omega), Salvatore Cammalleri (amministratore unico e procuratore di Agile).

Fanno sette… manca l’ottavo, la “mente”, come dimostra anche il processo di Arezzo sul crack Eutelia: Samuele Landi, fuggito negli Emirati Arabi al primo tintinnio lontano di manette. Capitan Uncino, come amava farsi chiamare, sarà processato separatamente. La sua posizione fu stralciata dal processo principale per non bloccare l’intero dibattimento, dato che c’era stato nei suoi confronti un difetto di notifica.

Il latitante di Dubai aveva chiesto il rito abbreviato ma il giudice l’ha dichiarato contumace e ha già fissato cinque udienze tra settembre e dicembre. Entro l’anno arriverà quindi anche la condanna per Samuele Landi e non potrà essere minore di quella inflitta a Massa e Liori perché la sua responsabilità è almeno pari alla loro. Si è arrivati a questo processo a seguito delle denunce dei lavoratori, la Guardia di Finanza scoprì che: “Attraverso un articolato sistema di frode i manager Eutelia-Agile avevano portato Agile ad una situazione di gravissimo dissesto economico-finanziario e di insolvenza per milioni di Euro, anche nei confronti di migliaia di lavoratori”. Gli indagati, infatti: “Hanno acquistato numerose società con alcune migliaia di dipendenti ed hanno posto in essere una colossale operazione dolosa volta tra l’altro a cagionare il fallimento della società Agile al file di spogliarla dei suoi asset e di sottrarre la garanzia ai creditori più importanti, i circa 2000 dipendenti“, spiegava in una nota la GdF.

Queste condanne dicono tante cose, prima fra tutte che davanti ad un ingiustizia non si deve mai stare zitti, anche se il nemico è potente. Si è scoperchiata una colossale truffa, molto in uso nel nostro paese bisogna dire, ai danni di migliaia di lavoratori e dello Stato. Ma è proprio lo Stato – col governo e il ministero dello sviluppo economico che nel 2009 diede il via libera alla cessione fra Eutelia ed Omega di Agile – il primo responsabile, perché quando avvenne la cessione erano già in corso le indagini del Tribunale di Arezzo sui Landi, per irregolarità e distrazione capitali da Eutelia, e Massa e Liori avevano già un lungo curriculum di fallimenti alle spalle.

La cessione era quindi quanto mai sospetta. Ma il ministro Claudio Scajola, a sua insaputa naturalmente, firmò. Ora i lavoratori di Agile possono dire: “Avevamo ragione e ci è stato riconosciuto!”, ma è un’amara soddisfazione perché il lavoro distrutto non verrà mai restituito e non vi sarà risarcimento che potrà sanare il grande danno e dramma subito. Inoltre è solo un primo grado, che può cambiare in appello. Ma che questa sentenza serva come monito ad altri falsi imprenditori ed ai lavoratori: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.

di Cadigia Perini | @cadigiaperini

Questo articolo è stato pubblicato qui

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