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Concorso scuola | Per l’Azzolina, l’inglese conta più della cultura italiana

Il Ministro Azzolina ripristina i titoli artistici per musica e danza, lasciando fuori il teatro e il cinema. Un pensiero del tutto ragionevole in in un'Italia che si proclama terra di cultura, ma che in realtà soffre di un grave disagio intellettuale. 

Sarebbe opportuno ricordarsi dell’enorme influenza che il cinema italiano ha nel mondo, da quel neorealismo, documento storico che ha saputo affrontare temi di rilevanza sociale con indimenticabili opere come Roma Città Aperta di Rossellini, Ladri di Biciclette di Vittorio De Sica, considerati pilastri d’eccellenza, alla commedia di Germi che divenne lo scheletro del cinema americano; l’inimitabile western leoniano che ha creato l’antologia invidiata dall’Industria filmica internazionale, il cinema d’autore di Pasolini, attento osservatore della trasformazione della società, lo stile provocatorio di Marco Ferreri nel racconto della quotidianità, l’analisi antropologica di Bernardo Bertolucci, la denuncia di Elio Petri, nel racconto di un’Italia dilaniata dal terrorismo premiato con l’Oscar; il Thriller di Argento, Castellari, Bava fonte d'ispirazione per un'intera schiera di cineasti come Brian De Palma, Tim Burton e Quentin Tarantino e infine, quello contemporaneo con autori come Benigni, Sorrentino, Tornatore le cui opere rappresentano il Patrimonio Nazionale. E il prestigio del teatro nostrano, con la commedia di Goldoni, la malinconia e contraddizioni sociali di Eduardo De Filippo, Il genio di Giorgio Strehler, la sensibilità di Dario Fo, il talento di Giorgio Albertazzi, infine, le celebri liriche di Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini rappresentante in milioni di città al mondo.

 

STUDENTI A DIGIUNO DI CONOSCENZA

Materie complementari che si intrecciano perfettamente con quelle di Storia, Letteratura, Filosofia, Sociologia, Educazione Civica, Religione, Musica e Danza, che dovrebbero assolutamente essere obbligatorie, come accade nella maggior parte dei Paesi Europei, piuttosto che marginali o rilegate a dei comunissimi pon di aggiornamento svolto dagli stessi professori in virtù di una presunta passione per l’argomento, e non su una reale competenza. Un divario culturale che affligge il Paese, il cui problema è da ricercare nel sistema scolastico che si presenta impreparato sull’argomento. La maggior parte degli studenti è carente nella conoscenza artistica, a digiuno di nomi, concetti, storie, e tutto ciò si riflette in una preparazione che risulta essere incompleta sia sulle capacità di relazionarsi qualitativamente con gli altri sia nella maturazione di una certa sensibilità empatica.

 

UN NON SENSE IDEOLOGICO

Il Ministro preferisce dare valore alla lingua straniera, il cui titolo è facilmente acquistabile online a costi onerosi che in appena una settimana rilasci la certificazione, mentre esclude i titoli artistici che hanno di per sé una grande complessità, tra performance, pubblicazioni e riconoscimenti, e che oltretutto rappresentano la ricchezza intellettuale di una Nazione. Una scelta impensabile per altre Nazioni che non attribuirebbero mai alla lingua italiana un valore maggiore rispetto quella che è la propria cultura, tranne che si tratti di uno specifico studio sull’argomento. Una considerazione che suona come una svalutazione dell’Identità Patriottica piuttosto che un rafforzamento della stessa, e che di certo non spinge alla salvaguardia di un Patrimonio e che chiaramente che colpisce non solo potenziali docenti qualificati, ma anche gli studenti che si trovano di fronte insegnanti poco competenti in materia.

 

PETIZIONI IN CORSO

Una gestione che sta creando continui malumori e confusioni, una corsa verso un concorso che presenta ancora numerose anomalie e che in questi giorni sta creando gruppi di protesta, soprattutto da parte dei movimenti culturali che stanno firmando petizioni varie contro l'ingiustizia esclusione.

 

GLI ITP SOLO PER LE SUPERIORI

Il Covid ha mostrato l’importanza dell’informatica e multimedialità, senza l’uso del computer non si sarebbe potuta svolgere la didattica a distanza, un problema che ha investito tutte le scuole, quindi, perché disporre insegnanti tecnico pratici soltanto per quelle di II grado? In questo modo si escludono gli studenti delle medie che invece potrebbero avere esigenze maggiori, oltretutto non sarebbe certo un male anticipare i tempi di formazione al fine di creare una scuola più produttiva e all’avanguardia. E poi, la tecnica non prescinde da una adeguata teoria, non basta saper usare lo strumento, ma è come lo si usa che fa la differenza, soprattutto in un concetto artistico, quindi, perché impedire ai titolari di lauree specifiche di concorrere sola per una classe di concorso, le cui opportunità, in relazione al numero dei posti, sono assolutamente minime? Infine, perché dal computo sono esclusi gli anni di insegnamento presso le Accademie di Belle Arti, perfettamente attinenti alla richiesta, visto che svolgono una attività prevalentemente pratica?

 

L’INFORMATICA SU CARTA

Titoli informatici dimezzati all’improvviso che sta spingendo migliaia di utenti “all’acquisto” di nuovi in appena un giorno, senza avere effettiva preparazione sulla materia, con il rischio di creare un esercito di persone prive delle nozioni necessarie per garantire una formazione allo studente necessaria vista l’emergenza in concorso.

 

UN SISTEMA INGIUSTO

Un sistema non uniforme che, allo stato attuale, presenta soltanto tutta una serie di contraddizioni e disparità verso quella cultura che più di tutti rappresenta l'Italia, e non basta piangere Ennio Morricone con parole di grande ammirazione per poi dimenticare che la fortuna del Maestro è legata proprio al cinema, e in particolare a Sergio Leone.

 

Foto: governo.it
 

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