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Come sta il tuo “WIM” ?

Siete capaci di staccarvi dalla realtà, sapendo di farlo? Siete in grado di sganciarvi dalla vostra condizione ogni tanto? Dal vostro ruolo abituale, dalle vostre idee consolidate? Dal vostro normale modo di pensare? Siete capaci di espandere i vostri orizzonti, di non perdere la capacità di vedere lontano? Siete in grado di vedere “oltre” i fatti, i dati, le teorie e le pratiche abituali? Se è così, ecco spiegata la facilità - o la difficoltà - di affrontare problemi, di cercare e trovare soluzioni nuove; ecco perché siete, forse, ancora capaci di pensare e di conoscere in modo innovativo! Ecco perché si può ancora contare su di voi, per il futuro del genere umano! Se è così, vuol dire che il vostro WIM (Wath-If Mechanism), come lo chiama Deena Skolnick Weisberg, giovane ricercatrice in neuroscienze presso l’Università di Yale, funziona e funziona bene.

Il WIM è il sistema cognitivo che consente agli esseri umani di chiedersi e sperimentare mentalmente “cosa accadrebbe se…?”, spingendoli ad esplorare situazioni, che al momento non sono reali. Tale meccanismo, pare entri in funzione quando riusciamo a creare e capire mondi immaginari (fictional worlds), cioè a rappresentarci mondi che sappiamo che non sono reali; quando riusciamo ad ipotizzare scenari rendendoli operativi nella nostra mente; quando riusciamo a spostare insiemi appropriati di fatti e regole dal mondo reale a quello immaginario; quando, anche con l’aiuto di autori, narratori o registi, esploriamo scenari ipotizzati da loro. E quando, uscendo dalla finzione e ritornando alla realtà, siamo in grado di portarci dietro vari aspetti del mondo immaginario ipotizzato.

È ancora il WIM che è in azione quando cerchiamo di immaginare cosa sia successo nel passato, quando ascoltiamo storie o partecipiamo a giochi di finzione (il “facciamo finta che…” di quando eravamo bambini), quando ci lasciamo andare a sognare ad occhi aperti: quando, sapendo che ci stiamo muovendo fuori dalla realtà, ci lasciamo tuttavia andare a creare rappresentazioni non reali. Quando, dalla nostra camera, riusciamo a guardare non solo attraverso la solita finestra, dalla quale ogni giorno possiamo vedere la strada o il palazzo di fronte, ma anche, come in quel dipinto di Matisse, attraverso quell’ “altra” finestra dalla quale si può scorgere una valle incantevole, è sempre il nostro Wim che si attiva e funziona ancora bene! Insomma, alla nostra capacità di immaginare viaggi nel tempo: nel passato (in quello nostro, con la memoria, e in quello del mondo, con la storia, per esempio attraverso “ragionamenti controffattuali”) o nel futuro; ma anche viaggi nella fantasia, ipotizzando altre condizioni e altri mondi, magari quei mondi che forse non potranno mai essere reali, ebbene a questa capacità è basilare non rinunciare! Da questo punto di vista l’immaginazione ha un’importanza “vitale” per l’ esperienza, la conoscenza, la vita e il futuro umano!

Forse, uno dei segni che questo mondo, le sue istituzioni e i suoi leaders, con i loro sistemi di pensiero privi di immaginazione, incapaci di rinnovarsi, con i loro codici costituiti, le loro inerzie auto conservatrici, la loro gelosa difesa di posizioni di potere fatti passare per valori ideali, sono diventati troppo grigi, troppo soffocanti, troppo tristi e rassegnati, è anche la disperata e nevrotica fame di “fantastico”, di “favoloso”, di “miracoloso”, di “orrido”, di “occulto”, di “magico”. Una fame così comune oggi, da venire, ormai, appagata “industrialmente”, da certa letteratura di successo, da certa filmografia, da fenomeni parareligiosi, da spettacoli tv, da videogames, ecc. Forse, è spiegabile, anche da questa ottica, quella morbosa tendenza di leaders di ogni tipo, che sembrano non trovare un modo migliore, per assolvere (...o piuttosto non assolvere!) al loro ruolo, che offrire se stessi e i loro corpi, sull’altare mediatico, in una specie di “pasto sacro”, magico e narcotizzante, mirando – e non di rado riuscendoci - a saziare e calmare, così, quella pericolosa fame di “altro”, di “oltre”, di un mondo e di una vita diversi, a cui gli esseri umani sembrano non poter rinunciare. E allora? allora giù le mani dalla nostra immaginazione, dalla nostra capacità di non essere rigidamente legati a questa realtà, giù le mani da una delle più straordinarie capacità umane, una capacità non tanto estetica, ludica o puramente emotiva, ma una capacità con una essenziale valenza cognitiva ed epistemologica, una capacità cioè fondamentale per elaborare conoscenza, trovare soluzioni e inventare il futuro!

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