• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Coliandro non deve chiudere

Coliandro non deve chiudere

Coliandro non deve chiudere

 
Baby non preoccuparti, Coliandro non chiuderà”. Ce lo immaginiamo rispondere così l’Ispettore Coliandro alla sua ultima fiamma, impaurita per la scomparsa dalla tv del poliziotto nato dalla penna di Carlo Lucarelli. Sì, perché dopo le prime due puntate della nuova stagione la Rai ha deciso di sospendere la messa in onda delle ultime due, lasciando i fan a bocca asciutta. Relegato in un venerdì suicida, come in molti lo hanno definito, Coliandro ha riscosso meno audience (la santa audience) rispetto alle puntate della scorsa stagione. Chissà che non sia qui il problema.
 
Interpretato da un bravo Giampaolo Morelli, Coliandro è uno dei pochi prodotti interamente italiani che escano un po’ dallo schema della soap o delle serie ospedali-caserme buoniste che tanto piacciono agli spettatori (anziani?) delle reti Rai. Cinico, goffo, politicamente scorretto, e anche un po’ razzista (ma in fondo è un buono!), Coliandro è pennellato alla perfezione dalla regia dei Manetti Bros, che non hanno assolutamente paura – non sarebbero i Manetti Bros altrimenti - ad esagerare con queste riprese da videoclip, misto alle serie di qualche decina d’anni fa tratte dai fumetti, tipo il Batman degli anni sessanta, quello dei “Schiaff”, “Boom”, “Sbang”, per intenderci, che ha caratterizzato la nostra infanzia o la vostra giovinezza, e i continui riferimenti alla cultura pop! Riuscire a non far risultare antipatico un poliziotto che non ci pensa due volte a fare commenti razzisti, piuttosto che prendere a testate il suo migliore amico per il solo sospetto che questo gli stia facendo delle avances, era un’impresa affatto semplice da realizzare e il merito della riuscita va dato anche a Morelli, corpo e anima ormai di quest’ispettore impacciato e sempre fuori luogo, appassionato di un altro grande Ispettore della tv statunitense, ovvero il Callaghan di Clint Eastwood di cui sciommiotta gli atteggiamenti.
 
 
Ovviamente se Coliandro è nato (televisivamente parlando) ed è arrivato alla quarta stagione, probabilmente lo deve soprattutto al fatto di essere uscito dalla penna di uno dei giallisti più amati d’Italia, altrimenti forse sarebbe finito come un’altra delle migliori serie italiane, ormai cult, della tv italiana, ovvero Boris. Due serie le cui battute sono mandate a memoria dagli appassionati ma che hanno vissuto due vite differenti – e non è detto che a quella in onda su mamma Rai sia andata meglio, visti gli ultimi sviluppi. Anche Boris infatti come Coliandro ci va giù duro con gli stereotipi, ma stavolta non sono i poliziotti bensì è la tv delle soap di cui parlavamo sopra ad essere colpite. La serie, arrivata ormai alla terza stagione e in onda sul canale di Sky, Fox, racconta le vicende di una troupe televisiva alle prese con una fiction ospedaliera inguardabile ed esagerata in tutto, dalla produzione alla fotografia (“Apri tutto”, Smarmella”), dalla recitazione (vedi lo Stanis del “Siete troppo italiani”) ai tecnici (lo storico Biascica) all’aiuto regista (Caterina Guzzanti) e agli sceneggiatori annoiati. Il tutto diretto da un regista, René Ferretti (fantastico Gianni Pannofino), in fase calante e con continui problemi di coscienza e raccontato dal punto di vista dello stagista Alessandro. A impreziosire la serie la presenza dalla seconda serie di uno strepitoso Corrado Guzzanti. Insomma un prodotto completamente italiano (Stanis ci odierebbe), ironico, con trovate semplici ma geniali, anch’esso per nulla iscritto nel politically correct e che difficilmente potrebbe vedersi sugli schermi delle corazzate in chiaro.
 
Due progetti giovani e innovativi che sebbene vivano due vite artistiche quasi in parallelo (che definiremo quasi indie o underground se non passassero su Sky e Rai), vedono una fine diversa. Una fine che i fan dell’ispettore di Rai Due non vogliono vedere arrivare presto. È partita dal web, e dal solito Facebook, la mobilitazione affinché siano trasmesse le ultime due puntate della serie (che dovrebbe essere rimpiazzata da venerdì prossimo con “Crimini 2”, serie tratta dalla raccolta di racconti Einaudi), arrivando a prevedere addirittura una colletta. La Rai per ora fa orecchie da mercante, e chissà che Coliandro non saremo costretti (bella costrizione, ci mancherebbe!) a vederlo, come ipotizzato provocatoriamente da Moretti, sul grande schermo.
 
E allora, “Dai, dai, dai, che anche questa la portiamo a casa!”
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares