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Siria, Amnesty denuncia: gli ospedali sono strumenti di repressione

Il governo siriano ha trasformato gli ospedali in strumenti di repressione nel corso del suo tentativo di stroncare l’opposizione. Lo ha denunciato Amnesty International in un nuovo rapporto intitolato ‘Crisi sanitaria: il governo siriano prende di mira i pazienti feriti e il personale medico’. Secondo i dati raccolti dall’organizzazione in almeno quattro ospedali governativi i pazienti ricoverati per ferite sono state maltrattati e torturati “anche da parte del personale sanitario”. Lo stesso trattamento è però prestato anche a coloro che sono sospettati di prestare cure ai manifestanti che si battono per la caduta del regime di Assad.

“Siamo profondamente allarmati per la circostanza che le autorità siriane sembrano aver sguinzagliato le forze di sicurezza negli ospedali e che, in molti casi, il personale sanitario ha preso parte alle torture e ai maltrattamenti nei confronti proprio delle persone che si supponeva dovesse curare”, ha dichiarato Cilina Nasser, ricercatrice di Amnesty International sul Medio Oriente e l’Africa del Nord.

La situazione negli ospedali siriani ha portato in molti a temere l’intervento del personal sanitario. Così manifestanti e attivisti gravemente feriti preferiscono non curare le proprie ferite o curarle in “ospedali” da campo allestiti in località di fortuna. Secondo i dati dell’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, i morti della repressione in Siria sono almeno 2,900. E purtroppo, dopo aver letto il nuovo rapporto di Amnesty International, viene da pensare che centinaia di morti si sarebbero potute evitare.

L’ong ha denunciato che queste torture si sono svolte in almeno quattro ospedali pubblici di altrettante città siriane: Banias, Homs e Tell Kalakh e nell’ospedale militare di Homs.

Un medico in servizio presso l’ospedale militare di Homs ha raccontato ad Amnesty la storia di Ahmed (nome di fantasia).

‘Ahmed’ è stato portato privo di sensi all’ospedale nazionale di Tell Kalakh il 22 agosto, dopo essere stato picchiato dalle forze di sicurezza. Un testimone lo ha notato al pronto soccorso: ‘C’erano sette o otto uomini della sicurezza, alcuni coi fucili, e infermiere vestite di bianco che lo circondavano. Ha aperto gli occhi e ha chiesto dove si trovasse. Immediatamente gli sono saltati addosso e l’hanno picchiato.

Ma la crudeltà del governo siriano non finisce qui. Leggendo il rapporto di Amnesty International si scopre come le forze di sicurezza stanno attuando una terribile politica di caccia all’uomo. “Il 7 ottobre le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nell’ospedale al-Birr wa al-Khadamat di Homs, alla ricerca di un presunto comandante armato di un gruppo di opposizione” si legge nel comunicato di Amnesty che accompagna la pubblicazione del rapporto. “Non avendolo trovato, hanno arrestato 18 pazienti ricoverati per ferite. Un operatore sanitario presente sul posto ha riferito ad Amnesty International di aver visto almeno un paziente venire portato via privo di sensi dopo che era stato staccato dalla macchina dell’ossigeno”.

Dal canto suo il governo siriano continua a negare ogni evidenza. Il Ministro della sanità siriano, Dr. Wael Al Halaqi, ha cestinato come “falsa e piene di contraddizioni” la denuncia portata avanti da Amnesty International. Il ministro denuncia come lo scopo dell’ong sia “quello di screditare il sistema sanitario siriano” e fomentare “una mancanza di stima” nel governo.

Ha commentato Nasser:

“Gli operatori sanitari siriani sono stati posti in una situazione impossibile, costretti a scegliere tra curare i feriti e pensare alla loro salvezza le autorità siriane devono agire con urgenza per assicurare che tutti i pazienti siano trattati allo stesso modo, senza discriminazione a causa della loro presunta fedeltà o attività politica. Chiunque, appartenente alla professione sanitaria o alle forze di sicurezza, sia sospettato di ritardare, ostacolare o interferire nel lavoro del personale medico nel fornire cure ai feriti dev’essere chiamato a rispondere delle sue azioni“.

 

Credits Photo: Alcune manifestanti siriane manifestano a San Francisco contro il governo di Assad. ©Alcuni diritti riservati a bleu man (flickr.com).

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