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Class Action: azione collettiva

Premetto che questo post l’ho realizzato grazie a frammenti tratti da Wikipedia e Corriere della Sera.

Quando da soli non si arriva al raggiungimento di un risultato allora diventa necessario unirsi ad altri formando così un azione collettiva nei confronti di chi ci ha recato un danno.

L’azione collettiva è il modo migliore con cui i cittadini possono essere tutelati e risarciti dai torti delle aziende e delle multinazionali, in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrà essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell’identica situazione dell’attore.

Il primo tentativo del Parlamento italiano di tutelare collettivamente i consumatori avvenne durante la XIV legislatura (maggio 2001 - aprile 2006) con il progetto di legge ad iniziativa parlamentare C. 3838 a firma dell’Onorevole Bonito (Democratici di Sinistra-L’Ulivo) e altri. Il progetto di legge non si prefiggeva di istituire la figura giuridica delle azioni collettive, ma si limitava a modificare un articolo della legge n. 281 del 30 luglio 1998 per prevedere "il risarcimento dei danni e la restituzione di somme dovute direttamente ai singoli consumatori e utenti interessati, in conseguenza di atti illeciti plurioffensivi che ledono i diritti di una pluralità di consumatori e di utenti". Nonostante l’impalpabilità dell’intervento legislativo e la sua approvazione pressoché all’unanimità da parte della Camera dei Deputati il 21 luglio 2004 (votanti 445, favorevoli 437, contrari 8, astenuti 1) l’iter parlamentare si arenò al Senato, dove non fu nemmeno avviato l’esame da parte delle commissioni competenti di Giustizia e Industria-Commercio-Turismo. Il progetto prevedeva, all’articolo 2, la legittimazione attiva oltre alle associazioni di consumatori del Cncu, anche alle associazioni di investitori.

Si arriva alla conclusione nel corso della discussione al Senato della Repubblica della legge finanziaria per il 2008, il 15 novembre 2007, è stato approvato l’emendamento 53.0.200 (testo 3), a firma dei senatori Manzione e Bordon, che introduce per la prima volta la class action nell’ordinamento giuridico italiano. La disciplina dell’azione collettiva risarcitoria a tutela degli interessi dei consumatori acquisterà efficacia a partire dall’1 luglio 2008.

Bene, partiamo da quello che era un punto fermo, era, il 1 luglio 2008. Scajola l’attuale ministro competente per la class action ha apportato delle modifiche a tale emendamento.

Dobbiamo ricordare come Confindustria aveva già avvisato il Governo Berlusconi in carica appena insediato sulla pericolosità della Class Action.

Ed ecco che in questi giorni il corriere ha pubblicato un articolo interessante sul tema in questione:


Ulteriori brutte notizie per i truffati Parmalat, Cirio e bond argentini. La class action (la possibilità di un’azione legale comune e non individuale) potrebbe essere introdotta senza però valore retroattivo. "C’è un emendamento in questo senso del Pdl", lo riferisce al Senato il relatore al disegno di legge sviluppo, Antonio Paravia (Pdl). Secondo il testo del ddl uscito dalla commissione Industria, sono possibili azioni di classe contro frodi messe in atto a partire dal luglio 2008. Con l’emendamento della maggioranza si cancellerebbe anche questa breve retroattività. L’emendamento sarebbe contenuto in un fascicolo aggiuntivo ancora non diffuso a palazzo Madama. Il provvedimento già riconosceva il diritto al risarcimento solo ai singoli cittadini che avevano denunciato l’illecito e non a tutti coloro che avevano subito il danno.

RINVII - La class action era stata introdotta nella Finanziaria 2008 dal governo Prodi e fortemente osteggiata dalla Confindustria, sarebbe dovuta partire inizialmente nel giugno dello scorso anno, ma il governo Berlusconi ha predisposto prima uno slittamento al 1° gennaio 2009 per avere il tempo di modificarne l’impianto normativo, poi una seconda dilazione sino alla fine di giugno 2009.

PARMALAT -Proprio grazie a una class action, negli Stati Uniti la Parmalat all’inizio di maggio 2008 ha dovuto versare agli aventi diritto 10,5 milioni di azioni della compagnia italiana per un valore all’epoca di 23,8 milioni di euro.

PROTESTE - "Ogni altro rinvio della class action significa continuare ad andare a braccetto con bancarottieri, truffatori e furbetti del quartierino, cioè con tutti quelli che si disinteressano delle regole del mercato", ha affermato il capogruppo dell’Idv in commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti. "Già nell’attuale formulazione sono esclusi illeciti gravissimi come quelli conseguenti agli scandali Cirio, Parmalat e bond argentini, tagliando fuori più di un milione di risparmiatori". Secondo il capogruppo del Pd alla commissione Industria, Filippo Bubbico, "la riformulazione sulla class action è vergognosa".

Questo è il nostro Governo attuale, non che in passato si sia fatto di meglio ma una volta che Prodi era riuscito a mettere un punto in favore di noi soliti poveri disgraziati con la maggioranza risicata che si trovava, ecco che il Re Silvio arriva in soccorso dei Bancarottieri e finti imprenditori, che TRISTEZZA.

E pensare che ieri al dibattito sul DDL sicurezza in discussione alla Camera il capogruppo PDL (piduista con tessera n.: 2232) urlava al cento sinistra che oggi la classe povera e operaia vota noi (loro) perché voi (opposizione) non siete in grado di difendere la loro sicurezza e libertà.

Che dire,
Italiani, continuate a votarli.

Avanti Popolo.

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