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Citygroup: se guarderai a lungo nell’abisso, anche l’abisso vorrà guardare in te

Citigroup ha chiuso la giornata di ieri con una capitalizzazione di 21 miliardi di dollari, a fronte di un bilancio misurabile in 2500 miliardi. In altri termini, Citigroup è fallita, dopo settimane trascorse tra futili tentativi di rianimazione con fondi pubblici ed il patologico denial di Vikram Pandit a realizzare che il behemot finanziario globale forgiato da Sandy Weill e Chuck Prince era spacciato. Non ci sarà tempo per procedere al piano di breakup. Durante il weekend arriverà la nazionalizzazione? In quel caso tutti gli azionisti, ordinari e privilegiati, dovranno essere spazzati via.

Tra essi figura anche il Tesoro, attraverso i fondi del TARP, che contabilizzerà in tal modo ufficialmente la sua prima perdita. Sperando che possa servire a promuovere un uso meno disinvolto del denaro pubblico. Nel frattempo, le perdite attese su crediti erogati da banche ed istituzioni statunitensi sono arrivate a 2000 miliardi di dollari, secondo l’ultima stima (Tremonti la chiamerebbe congettura, assumendo un’espressione lievemente disgustata) degli analisti di Goldman Sachs. Ogni valutazione di questo tipo è per definizione soggetta ad elevata incertezza, anche per la natura delle variabili che entrano nel calcolo, quali ad esempio le condizioni generali dell’economia ed il mercato immobiliare. Al crescere della disoccupazione la spesa dei consumatori si contrae, aziende e famiglie restano indietro con il servizio del debito e devono dichiarare insolvenza, indebolendo ulteriormente le banche.

A pensarci bene, questo fenomeno di autoalimentazione della crisi finanziaria sta assumendo le stesse dinamiche di formazione di un buco nero: vedremo se la velocità di fuga impressa dallo stimolo di Obama (e del Congresso) riuscirà a superare la velocità di collasso del sistema.

Meanwhile, Bank of America annuncia costernata di non essersi accorta dell’entità della voragine nei conti di Merrill, e ottiene un nuovo sostegno pubblico, a condizioni pressoché identiche alle precedenti. More of the same. La storia si ripete sempre due volte: la prima in tragedia, la seconda in farsa. Per le banche americane occorrerà un’integrazione alla citazione.

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