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Cipro: prelievo forzoso sui depositi bancari?

I possessori di titoli di Stato della Grecia nel marzo 2012 hanno subìto un abbattimento di valore dell'80%.
 

Ai risparmiatori di Cipro viene imposto un prelievo forzoso del 10% sui saldi di conto corrente. È in discussione la possibilità di esentare i conti con saldi tra i 20 e i 100 mila euro.

Quanto innanzi, fatta salva la decisione in arrivo da parte del Parlamento di Cipro che non sembra propenso all'applicazione della tassa straordinaria sui depositi in essere presso le proprie banche nazionali. Cipro con questa imposizione forzosa dovrebbe incassare 5,8 miliardi di euro.

Quello di Cipro sarebbe un intervento incisivo che colpirebbe una quota limitata del patrimonio dei ciprioti (non tutti) e di quanti (russi, europei ed altri) utilizzano le banche locali per custodire e gestire la propria liquidità.

Non si comprende perché si ipotizzi di colpire solo i depositi bancari e non, come sarebbe comprensibile ed equo, tutti i patrimoni di tutti i cittadini. Indubbiamente prelevare risorse in denaro contante prontamente disponibile è cosa agevole e veloce, ma disattende platelmente i criteri di ordinaria giustizia fiscale e morale.


Ritorna prepotente alla memoria la vicenda finanziaria della Grecia ed i conseguenti atti sconsiderati posti in essere.

Nel marzo 2012 in Grecia è stata attuata un’azione barbara ed illegale, sconcertante per quanti nell’Unione europea confidavano – e magari si ostinano a confidare - nei principi costituzionali di protezione e salvaguardia del risparmio. È stato disposto l’abbattimento del valore nominale dei titoli di stato ellenici – anche quelli di durata ultradecennale - in misura dell’80 per cento, senza alcuna considerazione per i privati risparmiatori.

Le autorità nazionali e comunitarie nella vicenda greca non hanno mosso un dito in favore dei risparmiatori danneggiati. Al contrario hanno manifestato plauso ed accondiscendenza per l'operazione di brutale esproprio di valori operato dal governo di Atene. La BCE ha tutelato alla grande, concretamente, le banche europee in possesso di titoli greci mediante elargizione di prestiti miliardari a tre anni all’uno per cento d'interesse ed ha scientemente ignorato i piccoli risparmiatori.

Di fatto i risparmiatori nel caso della Grecia hanno pagato due volte: nel primo caso con l’abbattimento di valore dei titoli posseduti a titolo personale, nel secondo caso come contribuenti con l’esborso fiscale per il finanziamento degli appositi fondi europei in favore dei Paesi in difficoltà.

Diversi pesi e diverse misure in una Unione Europea che dovrebbe procedere in maniera sincrona e coesa. Potrà durare?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.96) 21 marzo 2013 19:55

    Ma no che non può durare; anzi, è già finito. Il vero ’baratro’, quello della fesseria messa in testa a tanti sprovveduti dal potere economico, lo stiamo vivendo con la trappola dell’euro e della moneta virtuale. Non uscire da questo giogo, vuol dire suicidarsi. Potete anche non crederci, tanto fra poco, di questo passo, lo toccherete con mano. Non riappropriandoci della sovranità nazionale, non avendo più una nostra moneta, saremo costretti a fare una brutta fine; anzi, la stiamo già facendo, nonostante molti facciano ancora finta di non accorgersene.

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