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 Home page > Tribuna Libera > Chi ha ucciso Silvio B.?

Chi ha ucciso Silvio B.?

Rinaldo Arpisella, il portavoce di Emma Marcegaglia, nel corso di una delle telefonate con Nicola Porro, vicedirettore de "Il Giornale", che sono diventate di pubblico domino, parla dell’esistenza di un "cerchio sovrastrutturale" che va oltre Berlusconi e di misteriosi personaggi che starebbero dietro a Fini e sarebbero stati dietro alla D’Addario.

Nessun organo d’informazione, per quanto ne possa sapere, dedica alla cosa il minimo risalto. E questo dovrebbe preoccuparci.

Sono un antiberlusconiano convinto, quasi viscerale.

In senso politico, beninteso, perché l’uomo, l'uomo pubblico almeno, non mi è antipatico

Con la sua cafonaggine – quelle sue orribili villone pacchiane come le più sovraccariche torte nuziali – e i modi da tirapacchi dell’immediato dopoguerra – quei personaggi che vendevano nelle fiere dei pacchi, per solito vuoti, che a volte contenevano però dei piccoli tesori come delle sigarette o dello zucchero – rappresenta uno dei volti vitali di un paese, il nostro, a cui di vitalità ne è rimasta ben poca.

Certo che un simile soggetto non sarebbe mai dovuto diventare il padre-padrone del monopolio della televisione privata, tanto meno entrare in politica, e ancora meno finire per essere il Presidente del Consiglio.

Una lunga premessa, la mia, per spiegare a chi leggerà questo contributo, che non è una difesa di Silvio Berlusconi, ma, semplicemente il frutto di alcune riflessioni, che v’invito a seguire, e della mia natura di apota, seguace infimo della tradizione dei Prezzolini e dei Montanelli.

Mi piace, detto altrimenti, conservare l’illusione, di sbagliare di testa mia.

Silvio Berlusconi è un cadavere politico ormai da 18 mesi o giù di lì.

E’ un cadavere ingombrante, che nessuno sa bene ancora come seppellire, non fosse altro per la popolarità che ha avuto, se non quella che ancora ha, ma a questo, solo a questo, si deve la permanenza della sua mummia imbalsamata alla presidenza del Consiglio; il governo tecnico altrimenti non sarebbe un’ipotesi futuribile, ma già una realtà.

Oggi viviamo, invece, una situazione che ricorda da vicino a quella dell’ultima URSS, quando lunghe influenze precedevano l’annuncio della morte dei capi sovietici, che era dato, per solito, quando questi erano cadaveri – in tutti i sensi – già da qualche tempo.

Abbiamo un sicuro temine ante quem per datare la fine della vita politica di Silvio Berlusconi; sappiamo per certo che quando scoppiò lo scandalo Noemi, una parte, perlomeno, dell’Italia che conta aveva già deciso di cominciare le lunghe procedure d’interramento.

Notate che non ho il minimo dubbio che l’uomo conducesse davvero la vita dissipata che ci è stata raccontata, come pure ho pochissimi dubbi sulla natura della sua relazione con quella ragazzina; quello però che mi lasciò perplesso allora, e che mi lascia ancora più perplesso oggi, fu che un simile andazzo – quelle festicciole con decine di ragazze e centinaia di persone di servizio coinvolte – fosse proseguito per anni senza che i “segugi” dei nostri grandi giornali, difensori della democrazia, ne avessero saputo nulla.

Era poco credibile allora, lo è ancora meno adesso, quanto tutti sappiamo quanto poca sia l’efficienza dei servizi di sicurezza che proteggono Berlusconi e la sua privatezza.

Di più: nella loro ansia di strafare i nostri eroi del giornalismo ci hanno presentato valanghe di prove; molte, quasi tutte, vecchie di anni. Una foto dell’agenda di Berlusconi, con un lungo elenco di donnine, risaliva al suo precedente governo; le foto delle festicciole nella villa sarda all’estate precedente.

Il punto cui voglio arrivare è che tutti sapevano di Berlusconi e delle sue “tumultuose” serate – e di questo ce ne hanno involontariamente fornito le prove – assai prima che diventassero “notizie” sulla prima pagina di Repubblica e Corsera.

La decisione di scatenare quella campagna stampa fu dunque presa, “politicamente”, approfittando della festa di compleanno di Noemi Letizia, ma i qualcuno che hanno deciso di dare il via all’operazione lo avrebbero potuto fare anche mesi o anni prima.

Si parla di giornalismo a orologeria? Beh, pare proprio che non lo facciano solo a “Il Giornale”.

Chi prese quella decisione? Non lo so; certo non può esserne stato estraneo De Benedetti, ma, e veniamo al cuore di questo contributo, i veri mandanti devono essere ancora più in alto.

Non lo dico io, lo dice Rinaldo Arpisella, il portavoce di Emma Marcegaglia nel corso di una delle telefonate con Nicola Porro il vicedirettore de “Il Giornale” che tutti abbiamo ascoltato.

“Il cerchio sovrastrutturale”, dice Arpisella, “va oltre me, va oltre Feltri, va oltre Berlusconi. Ci sono logiche che non riguardano il Fini, il Casini, il Bottiglione. Sono altri, miei cari…”.

“Non so cosa vuoi dire, a dir la verità”, lo interrompe Porro, “non capisco”.

“Beh, chi c’è secondo te dietro Fini?” gli chiede allora Arpisella.

Porro, a dire il vero non troppo lucido in quel momento, ribadisce: “Io non lo so. Non lo so chi c’è dietro a Fini”.

“Ci son quelli che c’erano dietro alla D’Addario, dai, su”, conclude la parentesi il portavoce del Presidente di Confindustria.

Non trovate, come me, che sia singolare come nessun quotidiano abbia dedicato la minima attenzione a un simile scambio di battute? E’ cosa così risaputa che dietro a Fini vi sia qualcuno? Di grazia, i signori dell’informazione, i chihuahua della nostra democrazia, ce ne potrebbero anche dire il nome?

Non trovate assurdo che un uomo così vicino al nocciolo del potere italiano come Arpisella - uno che sente, a dir suo, i direttori dei maggiori quotidiani italiani ogni giorno - possa pronunciare frasi simili e nessuno, pubblicamente, si senta in dovere di commentarle?

Io, come tanti, saluterò con immenso piacere il giorno in cui Silvio B. se ne andrà dalla scena politica, ma mi preoccupa, e molto, sapere che si dovrà all’intervento di misteriose “sovrastrutture”.

Chi sono questi onnipotenti – se, come dice Arpisella, vanno oltre Berlusconi, il temine non è certo esagerato; fino all’altro ieri ero convinto che sopra a Silvio ci fosse solo il padreterno – che tramano nell’ombra?

Che facevano, mi viene da chiedermi, prima, queste “sovrastrutture”?

Non erano certo impegnate a contrastare la resistibilissima ascesa di Silvio I, l’ultimo quasi Re d’Italia, altrimenti, semplicemente, non sarebbe avvenuta.

Che abbiano magari provato a cavalcarla? Che per anni un certo antiberlusconismo fosse solo di facciata o, semplicemente, non fosse?

Io ricordo perfettamente, per esempio, il sostegno dato alla legge Mammì dagli stessi giornali che ora lanciano una campagna dietro l’altra contro Silvio Berlusconi e il suo impero mediatico del male.

Andando più indietro nel tempo, quali furono le forze che stavano dietro all’ascesa del suo predecessore, Bettino I? Quali altre le forze che ne determinarono la caduta? Quanti mariuoli aveva conosciuto l’Italia prima di Mario Chiesa e quanti potenziali Di Pietro a cui non si permise di far nulla? Quali meccanismi entrarono in gioco per permettere finalmente, ma solo allora, ai magistrati di compiere fino in fondo il proprio dovere?

Vogliamo continuare in questo giochino? Chi c’era dietro al golpe Borghese e chi, invece, si adoperò per fermarlo?

Perché tutti noi italiani abbiamo sempre avuto la sensazione di essere padroni a casa nostra, ma fino ad un certo punto? Di vivere in una democrazia, sì, ma sotto tutela?

Sono domande eterne, che le parole di Arpisella fanno tornare perfettamente attuali e cui io non posso certo offrire risposta.

Di una cosa sola sono quasi sicuro: che la causa della morte politica si Silvio berlusconi siano state le sue pericolose amicizie.

No, non parlo delle escort, di Mangano o di altri che gli potrebbe aver presentato Dell’Utri; parlo di Vladimir Putin e forse pure di Recep Tayyip Erdogan.

Torniamo al problema della data da scrivere sulla lapide della tomba politica di Berlusconi.

Potete aiutarmi voi; qualcuno ricorda quando fu firmato l’accordo definitivo per dare via al gasdotto South Stream?

Vado a naso, ma di data io userei quella.

Commenti all'articolo

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.143) 11 ottobre 2010 12:23
    alessandro tantussi

    non sono un Berlusconiano, ho votato e, forse, voterò per lui. Non mi sta neppur particolarmente simpatico. Sul fatto che B. sia politicamente un morto che cammina auguro a te di aver ragione, ma sono convinto che la tua aspirazione sia destinata a restare delusa. 
    QUELLO CHE SCRIVO QUI DI SEGUITO NON VUOLE ESSERE UNA DIFESA DI B. NON
    UNA CRITICA ALLA SINISTRA, Nè UN SOSTEGNO ALLA DESTRA MA SOLO UNA ANALISI DELLA SITUAZIONE POLITICA CHE SOTTOPONGO ALLA TUA ATTENZIONE COME LA PENSO, GIUSTA O SBAGLIATA CHE SIA.
    Ti argomento il perché della mia convinzione: 1) è provato che in politica B. ha sette vite, essendo più volte dalle sue ceneri come l’araba Fenice 2) chi lo vota dopo un po’ di sbandamento recente sembrano confermare l’appoggio 3) quel che potrebbe avere perso perso il PDL vanno maggioranza a Fini, e, perdonami, non si spostano strategicamente a sinistra se non per il tentativo tattico ed illusorio, di prendere il suo posto del che non so se tu debba rallegrartene, decidi tu. 4) perfino in un evidente momento di difficoltà di B. l’opposizione non se ne avvantaggia, gli schieramenti resatano sostanzialmente quelli che sono, ma soprattuto, ed incredibilmente, il principale partito di opposizione, il PD, invece di avvantaggiarsi dalla situazione perde più voti di quanti ne perde il PDL che resta il maggior partito. 5) il maggiore partito di opposizione, il PD, è diviso al suo interno e non è neppure in grado di esprimere un leader condiviso (Bersani, Vendola, Chiamparino, PAPA straniero ecc ecc) 6) la disgregazione delle due coalizioni ed il numero dei partiti è maggiore a sx che a dx 7) in caso di elezioni anticipate PDL+LEGA+ (forse) qualche altro partitino sono in grado di mettere insieme, senza grossi problemi, una coalizione capace di superare SICURAMENTE il 40% e quindi di vincere di nuovo e sono d’accordo nel conferire ulteriore mandato a a B. 
    Mi farebbe piacere avere il tuo parere, grazie. 

  • Di (---.---.---.206) 11 ottobre 2010 14:10

    effettivamente l’affermazione di Arpisella (quelli che ci sono dietro) pone interrogativi preoccupanti.
    Sarebbe opportuno indagare a fondo

  • Di pv21 (---.---.---.220) 11 ottobre 2010 19:47

    Stiamo ai fatti > Afferma l’interessato (Berlusconi): "Se la nostra politica non ha entusiasmato è colpa del partito, non del governo". Da quando esiste un PDL senza Berlusconi come leader indiscusso? Da tempo il Cavaliere non si fa vedere a Napoli o all’Aquila. Non si è visto nè a Messina, nè a Prato, nè a Varazze. Non c’è più il "governo del fare"? Promette che nel 2013 l’Italia "sarà più liberale". Dopo quasi vent’anni sarà la volta buona? Intanto avanzano le "nebbie" autunnali di quella crisi (ex-ripresa) che da mesi grava sul paese come Se fosse stagnazione …

  • Di maurizio (---.---.---.21) 11 ottobre 2010 22:31

    anche io credo che B. ormai sia al lumicino, ritengo però che se non si cambia il sistema non cambia nulla, solo una faccia invece che un altra ma la sostanza rimane la stessa. Ci vuole un governo e una forte opposizione che vigili, si deve smettere di litigare e agire per il bene comune, basta condannati in politica, sia a dx che a sx, fanno male al paese perché sono compromessi e collusi. E il cittadino deve poter scegliere chi mandare alla guida del paese, non ufficializzare le scelte dei partiti.


    E poi chi lo sa cosa farà la lega? è un cane sciolto e non bisogna mai fidarsi di chi si vende al miglior offerente, perché se gira il vento...
  • Di paolo (---.---.---.152) 12 ottobre 2010 09:18

    Pur non condividendo quasi nulla del Tantussi pensiero devo pero’ ammettere che ,realisticamente parlando , stavolta ha proprio ragione .

    O Berlusconi smamma per cause naturali o certamente non sara’ il PD a decretarne la fine politica . Quello che secondo me si sottovaluta e’ che il Popolo delle Liberta’ non e’ un partito in senso tradizionale ma e’ una congrega di adepti , di sorcini di Renato zero . 
    Berlusconi e’ stato il catalizzatore che ha centripetato attorno a lui tutta una massa etoregena di "seguaci" .Siamo al misticismo , all’idolatria . Il Popolo delle Liberta’ come partito non esiste ,e’ un’illusione ottica , esiste soltanto lui , il capo ( o Boss come dir si voglia ) . 
    Sul PD meglio stendere un velo pietoso . non ne azzecano una che una ,neanche per sbaglio . Ormai sono un caso pietoso da studiare come fenomeno politico sociale di autodistruzione . Credo sia anche disdicevole infierire .

    paolo


  • Di (---.---.---.177) 14 ottobre 2010 00:25

    Bell’articolo.
    La "pista russa" è veramente intrigante, ma non capisco cosa possa essere andato storto a Putin ed Erdogan in merito alla firma per South Stream. Forse ti riferisci alle schermaglie (vedi articolo del Sole24ore) tra Turchia e Italia, sui meriti diplomatici di Berlusconi? Non è poco per decretare un complotto sovrastrutturale di queste dimensioni, e con questa insistenza?
    Infine non mi convincono le date: 6 agosto 2009 la firma per il gasdotto, mentre il caso Noemi è del maggio dello stesso anno. La causa dovrebbe seguire l’effetto, e invece...

    Che ne pensi, invece, di Murdoch? Abbastanza ricco, abbastanza influente, e abbastanza arrabbiato. È uno che negli States finanzia i repubblicani con milioni di dollari, e ci va pesante con la sua Fox News, a tal punto che Obama può dire: "c’è un’emergenza democratica". In Italia, nel dicembre 2008 viene raddoppiata l’iva sugli abbonamenti sky, a luglio 2009 (con gli scandali in corso), vengono tagliati i tetti pubblicitari. Come primo atto del nuovo ministro per lo Sviluppo economico, Romani (quello del decreto Romani....) incontra l’amministratore delegato di Sky Italia, come se avesse una certa urgenza, ed un occhio di riguardo per il suo "concorrente".

    Che ne pensi?

  • Di pv21 (---.---.---.173) 17 ottobre 2010 11:12

    Finito l’ottimismo, passata l’ambizione ... Un anno fa c’era la ripresa "lenta, ma sicura". Poi la ripresa è diventata "fragile e discontinua". Ora abbiamo alle spalle "il picco della crisi" e "stiamo galleggiando". Berlusconi ha fatto il "patto del predellino". Calderoli propone il "patto del trampolino". Ma Tremonti detta il "patto dell’arrotino". Il Debito sfiora i 1850 mld e la disoccupazione "reale" supera l’11%. Sono i numeri a dettare la politica ed i numeri dicono che non c’è più un soldo per nessuno. Di cose come sostegno allo sviluppo o riforma università "ne riparleremo nel 2011". Nel paese del Barbiere e il Lupo per tirare avanti si ricorre all’arte di arrangiarsi ... 

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