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Che bontà non lapidare l’adultera!

Nell’omelia d’esordio di Francesco I traspare tutta la vetustà e ambiguità della morale cattolica: lupi vestiti da agnelli, consolatori degli orrori e dell’infelicità di cui son causa.

Domenica 17 marzo, nella piccola Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, il nuovo pontefice della Chiesa cattolica, Jorge Mario Bergoglio, in arte Francesco, ha svolto una breve omelia sulla lettura domenicale (quinta domenica di Quaresima) delle pagine del Vangelo (Gv 8,1-11) relative all’episodio dell’adultera salvata dalla lapidazione da Gesù di Nazareth.

Francesco I ha affermato che «Il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico, umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza, pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito». Bello. Però, se, ogni tanto, ci si fermasse a riflettere un po’, lasciando perdere la suggestione dell’emotività, e si analizzasse davvero ciò che sentiamo-vediamo-leggiamo

51-Francesco I a

Nell’omelia di Bergoglio le contraddizioni son tante, le ambiguità pure. Non si accenna al diritto che una donna possa fare quello che desidera. Non si mette in discussione se sia lecito prendere a pietrate un essere umano fino a provocarne la terribile morte, per di più senza processo alcuno. Non ci si sorprende che ci sia voluto “il figlio di Dio” e una sua sottile strategia psicologica per evitare che dei bruti completassero il linciaggio, moralmente già avvenuto.

Insomma, siamo nel 2013 e dovremmo entusiasmarci all’idea di un’“adultera” (già il termine è penoso e retrò) non massacrata. Quanta “pazienza”, anzi bontà! E quanta ipocrisia: chi non è mai stata/o adultera/o o, perlomeno, non ha pensato di esserlo? Ma cosa doveva farsi perdonare l’“infedele”? Di aver ceduto all’amore e ai sensi? Intanto, passa un messaggio repressivo: è scontato che l’adulterio, specie per un donna, sia peccato, anzi, in un’ottica da sharī‘a, reato da punire duramente. Le donne vanno asessuate e colpevolizzate.

lupi travestiti da agnelli[1]

È la solita storia. Religioni, chiese e moralismi vari prima creano situazioni di orrore e disagio
: povertà e ignoranza, intolleranza e persecuzioni, gabbie matrimoniali e infelicità, prostituzione e omofobia, repressione sessuale e pedofilia; poi intervengono in parte per confortare, rincuorare, aiutare, ecc.. Un intervento consolatorio nei confronti di ciò di cui sono causa principale, se non unica.


Sicché, pur sotto l’aspetto apparentemente bonario e umano, secondo lo stile che si è voluto dare il nuovo papa, l’omelia di Francesco è ambigua nel dare per scontato ciò che per un laico non è, vale a dire che la libertà sessuale è un grave peccato che richiede pentimento e perdono. Nonché sconfortante, repressiva e retriva. Insomma, lupi vestiti da agnelli: quanto è stato buono Gesù, ma sarebbe normale lapidare le donne che fanno sesso…

Così come gli omosessuali, gli irregolari, i puttanieri (a meno che non siano cattolici di potere). Calandolo nel contesto storico-sociale-culturale-morale della sua epoca, proviamo ammirazione per Gesù di Nazareth che ha mostrato tolleranza verso la povera donna… ma oggi viviamo nel 2013, anche se con larghe sacche di Medioevo in espansione.

Riportiamo di seguito il testo evangelico, “scandaloso” per i tempi, ma oggi fuori da ogni realtà, almeno nelle nostre avanzate società occidentali.

lapidazione

"In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Gli orrori della lapidazione: Lapidata a 13 anni.

Rino Tripodi

(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)

 

 

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giuseppe Fusco (---.---.---.82) 21 marzo 2013 14:28

    Testo "oggi fuori da ogni realtà, almeno nelle nostre avanzate società occidentali"?

    Affermazione da tipico razzismo occidentale benpensante. Una lapidazione per moltissimi che sono migliori di noi. Forse proprio perché non sono occidentali. Facciamoci un esame di coscienza ogni volta che giudichiamo gli altri. E le altre culture.
    Dimostrazione che il testo (lascio perdere l’omelia) è molto più attuale di quanto noi perfettini occidentali crediamo.

    giuseppe fusco

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