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Cava Vitiello e la salute della popolazione vesuviana

Il Governo ha stabilito che il destino della discarica di Cava Vitiello è equiparato allo stato di buona salute della popolazione vesuviana: entrambe sono sospese a tempo indeterminato.

Il 10 agosto del 2009 si segnalavano ai media tutti e alle Istituzioni, attraverso una ”preghiera al Padre Eterno” da parte dell’isolato martire vesuviano pazzo, i primi lamenti dei cittadini vesuviani.

Questi lamenti erano da imputare ai miasmi provenienti dalle pendici del Vesuvio, causati dalla discarica SARI in piena attività, che emanava degli effluvi vomitevoli che riempivano narici e gole, provocando sofferenze indicibili a tutti gli abitanti della zona, ma con maggiore intensità ai bambini, agli anziani, alle donne incinte, ai malati oncologici e ai sofferenti in genere di problemi respiratori.

Per tanti mesi le popolazioni vesuviane si sono battute per difendere il proprio diritto a respirare 24 ore su 24, ma solo dopo più di un anno qualcuno si è accorto che la discarica non era gestita a norma, e intanto le sofferenze erano state inflitte.

Le manifestazioni pacifiche e rumorose, innocue per l'ordine pubblico, non sono mai riuscite ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, dei politicanti locali e dei media.

Le prime deboli luci su questa grave situazione di salute e ambientale si accesero il 13 febbraio 2010, quando un Ministro arrivò a Boscoreale, paese confinante con l’area delle discariche, appena 16 giorni dopo che il suo Governo aveva ribaltato il parere negativo della conferenza di servizi sulla discarica di Cava Vitiello, stabilendo che la stessa si sarebbe realizzata.

Questa notizia, per motivi di opportunità, non fu mai comunicata alla cittadinanza da parte delle istituzioni locali e per questo motivo, in quell’occasione, un gruppo di "facinorosi" che si ostinava a pretendere di voler respirare 24 ore al giorno, si permise di protestare in modo non del tutto pacifico, contro chi rappresentava un'istituzione che continuava a ignorare completamente i lamenti e le sofferenze di una popolazione.

Precedentemente, il 14 luglio 2008, circa 800 rappresentanti del popolo italiano, chi votando in modo palese e chi astenendosi (chi tace acconsente?), avevano approvato la legge n. 123/2008 che di fatto decretava la morte della popolazione vesuviana e del suo territorio, per l'avvelenamento dell'aria, del suolo e del sottosuolo, poiché prevedeva l'apertura di due megadiscariche in un luogo situato quasi a ridosso dei centri cittadini, a confine di terre coltivate e dei rinomati ristoranti del Vesuvio.

Oggi si dice che la gestione della discarica non è stata ottimale, ignorando che in Campania da sempre la pubblica amministrazione non riesce a fare quasi nulla di ottimale, specialmente nell’affare dei rifiuti.

Il fatto più grave è che nonostante l’istituzione di Commissariati straordinari, lo Stato non è stato in grado di proteggere la salute di un pezzo del suo popolo, rendendosi così complice del grave eco-geno-cidio di una regione intera, la Campania, dove sopravvivere è solo un miracolo di Dio.

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