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Rimangono le fazioni politiche, nonostante il cataclisma si è abbattuto su di noi

Lo diciamo da un bel po’, quello che sta avvenendo ormai da anni nel mondo, in Europa e, per quello che ci riguarda più da vicino, in Italia, è un vero e proprio cataclisma sia a livello economico che culturale. Un cataclisma che ha demolito le vecchie strutture mentali con le loro suddivisioni, in vecchie categorie che non hanno più alcun senso a fronte dei pessimi risultati a cui ci hanno portato nel corso dei decenni passati.

Ma qualcuno non se n’è accorto e continua imperterrito a, letteralmente, tifare per la propria fazione politica, come si fa per una qualsiasi squadra di calcio anche di borgata, dove vedi il pubblico ancora più scalmanato che nelle partite del campionato di serie A, e dove non è raro vedere zuffe tra genitori dei ragazzi che giocano, che non se ne fregano assolutamente niente del fallo, che ci sia stato o no, ma che vogliono soltanto offendersi l’uno con l’laltro.

Questo è quello a cui stiamo assistendo da parte di coloro che ancora si ostinano a tifare beceramente per chi ci ha portato ad essere il Paese più inaffidabile del mondo civile in politica, in giustizia, in economia, in cultura, in vivibilità, in civiltà.

Tutto ciò si percepisce chiaramente in molte trasmissioni della tv, nei talk-show in particolare, in certa carta stampata, anche nel web, nel quale leggendo alcuni post di alcuni blogger pare di assistere a puntate di Ballarò, Porta a Porta, Piazza pulita, dove ognuno dei partecipanti delle fazioni se la canta e se la suona con la stessa musica di anni fa, non accorgendosi di quanto ormai sono vecchi, passati, superati, estinti.

L'altra sera ad esempio vedevo una Carfagna che sosteneva con la solita convinzione il suo partito di appartenenza e il leader di quel partito… ebbene per lei non è successo niente nel mondo, non c’è stato nessun cataclisma economico né tantomeno culturale.

La sua battaglia è quella di contraddire la fazione opposta senza se e senza ma, ed anche, spesso con tracotanza e maleducazione che lei evidentemente scambia per sicurezza di sé, come del resto fanno tutte le sue colleghe di partito, tipo Ravetto, Biancofiore, Tomi etc., veramente insopportabili per gente con un certo grado di civiltà.

Così anche dall’altra fazione o campanile, chiamateli come volete.

Ma almeno a loro gliene viene in tasca qualcosa, qualcosa in mano gli resta; ma ai cittadini, ai blogger che si comportano come loro cosa rimane? Solo un po’ di stupidità, ogni volta un po’ di più…

Quindi cari amici che siete rimasti lì – a destra o a sinistra, non importa, non accorgendovi del cataclisma che c’è stato e che è ancora in atto, e che ha cambiato la concezione della società – non siate fieri della vostra ottusità, perché rischiate di non poter essere più perdonati e passare per veri e propri collaborazionisti e lacchè dei regimi barbari dei parassiti della società che hanno portato povertà, fame, miseria, malcostume diffuso, ingiustizie e troie (maschi e femmine, metaforiche e anche no) nei banchi del Parlamento.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.81) 17 aprile 2013 19:55

    Evidenze >

    Dal paese sale pressante la richiesta di “fare presto” un governo. Visti i drammatici effetti della recessione non serve un governo qualsiasi.
    Due gli aspetti dirimenti.

    Berlusconi ripete di essere disponibile, nell’interesse del paese, a far parte di un governo “paritetico” con il PD, anche con Bersani premier. Sa bene che da una alleanza tra PD e M5S verrebbe estromesso dalla ribalta politica e relegato in un angolo.
    Bersani si mostra restio. Dovrebbe convincere milioni di elettori che, pur con la maggioranza degli eletti, è giocoforza trovare l’intesa con il più antico e “inviso” antagonista del PD.

    Ancora.
    Per superare le criticità e le sofferenze del paese occorrono ingenti risorse. Compito primario e ineludibile è perciò “cercare le risorse dove ci sono”.
    E’ fatto assodato che corruzione, sprechi di denaro pubblico, evasione fiscale e “grandi rendite” patrimoniali e finanziare costituiscono un reale serbatoio di circa 250 miliardi da cui poter attingere. Risorse da impiegare in modo efficace nell’economia come nella ricerca, nei servizi sociali come nel sostegno delle famiglie.
    Basta allora confrontare gli 8 punti proposti sia da Berlusconi che da Bersani per cogliere le evidenti differenze in tema di priorità.

    Coscienza e coerenza sono la garanzia di chi è chiamato a tracciare la via del Ritorno alla Meta

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