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Castellammare di Stabia (NA): la processione onora il boss con la benedizione del Vescovo

Durante la processione di San Catello una scena uscita dal passato. Il Santo si ferma sotto la casa del boss di Castellammare di Stabia.

Tutto è contenuto in un’informativa che sarà trasmessa dai carabinieri alla Prefettura e alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.

Il Vescovo della Diocesi stabiese Felice Cece cerca di giustificare la scelta al Sindaco Bobbio - che si allontana dalla processione - dice che si sono fermati per venerare la Chiesa di Santa Fara che si trova dieci metri prima della casa del boss. Quando il Sindaco ha fatto notare che è una Chiesa chiusa da anni.

Non c'è stato verso. I «portatori» della statua del santo hanno fatto la seconda sosta - dopo quella nello stabilimento Fincantieri - proprio sotto il balcone del boss, come succede ogni anno da decenni. Anche a gennaio, infatti, era successa la stessa cosa.

Ma questa volta il Sindaco ha deciso di ribellarsi - a gennaio non c'era - e ha messo via la fascia tricolore e ha ritirato il Gonfalone. La statua del santo è stata poggiata a terra per un istante, la processione è proseguita e il sindaco ha ripreso la fascia tricolore con cittadini al seguito.

In una nota fa sapere «Finchè non avrò assicurazioni chiare dall’ Arcivescovado di Sorrento-Castellammare, che la sosta davanti alla casa del camorrista non verrà espunta dal passaggio della processione del Patrono di Castellammare di Stabia, l’amministrazione comunale ritirerà il gonfalone e ogni rappresentanza nel corteo». «In maggio dello scorso anno, io non ero al corrente di questa assurda sosta che viene apparentemente motivata come una sorta di venerazione alla santa di una chiesa che rimane chiusa per quasi tutto l’anno. E quando a gennaio scorso i portatori stavano per effettuare il simbolico gesto di ’rispettò passando davanti all’abitazione del camorrista, io urlai di procedere e questi, presi alla sprovvista, non fecero in tempo a fermare il corteo, continuando la processione».

Continua così: «Quest’anno ho voluto anticipare le loro intenzioni, impartendo un ordine ben preciso, di evitare questa sosta. Ma i portatori si sono ribellati. Da parte del vescovo mi sarei aspettato di essere spalleggiato, invece ho dovuto ascoltare delle giustificazioni non ammissibili». «Ho provveduto - conclude Bobbio - che un’informativa venisse inviata alla Prefettura e alla Procura della Repubblica sui fatti accaduti. E il prossimo anno l’amministrazione sarà presente in processione solo se dall’ Episcopio verrà garantita una modifica delle soste del percorso, che dovrà evitare genuflessioni davanti alla casa dei camorristi».

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