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Caso Regeni | L’Egitto comunica che anche l’Italia partecipa al forum dell’educazione universitaria

Giulio Regeni era un cittadino italiano, un cittadino europeo. Era un ricercatore universitario che operava per l'università di Cambridge. Studiava, analizzava, indagava per i fini della propria ricerca. E' stato ammazzato per questo. Ammazzato.

Ora, sappiamo tutti la strada che ha intrapreso il caso di Giulio. In Egitto hanno negato la verità e fino a quando ci sarà questo governo sarà difficile riuscire a conseguirla, semplicemente perché dovrebbe condannare se non se stesso sicuramente chi è funzionale al suo mantenimento a partire dagli apparati della sicurezza nazionale. Altrimenti, perchè attuare tutti i depistaggi che sappiamo? Tutte le calunnie? E non collaborare attivamente? Perché devono proteggere un sistema che se salta, salta chi ha preso il potere con il colpo di stato del luglio 2013 probabilmente.In tutto ciò le principali democrazie occidentali hanno fatto finta di niente, continuando a più livelli a mantenere rapporti con questo sistema, nonostante sia noto per essere uno dei regimi più temibili e che reprime i diritti fondamentali in modo becero.

Gli stessi paesi che da un lato raccomandano l'Egitto a rispettare i diritti umani, dall'altro, se ne infischiano, se questi sono violati, legittimando quel regime.

D'altronde il mondo sta cadendo in una spirale da ventennio del secolo breve impressionante. Ogni giorno ci sono segnali. Il rischio che gran parte del mondo diventi come l'Egitto c'è. Una delle cose più insopportabili è che non solo quel sistema continui a professare che i diritti umani sono importanti come il diritto alla vita, ma che addirittura organizzi, nella faraonica nuova città per ricchi, un forum mondiale "sull'Istruzione superiore e ricerca scientifica tra presente e futuro". Visitato dallo stesso Al Sisi, a cui hanno partecipato alcuni esponenti del governo.E hanno comunicato che "Circa 2.000 personalità del mondo, tra cui scienziati senior ed esperti che si occupano di educazione universitaria, ricerca scientifica e innovazione saranno presenti nell'evento, che va dal 4 al 6 aprile. Il forum è volto a fornire una piattaforma internazionale per lo scambio di opinioni sul futuro dell'istruzione superiore, della ricerca scientifica e dell'innovazione.

La grande mostra si svolge con la partecipazione di università e istituti di ricerca in Egitto e da tutto il mondo, per offrire agli studenti nella fase pre-universitaria l'opportunità di conoscere le opportunità di istruzione superiore disponibili. Molti paesi arabi e stranieri, tra cui Francia,Grecia, Finlandia, Portogallo, Polonia, Italia, Stati Uniti, Canada, Belgio, Svizzera, Germania, Cina, India, Kazakistan e Australia partecipano all'evento che mira ad affrontare un numero di argomenti importanti, tra cui la priorità agli investimenti nell'istruzione superiore e nella ricerca scientifica e la direzione della ricerca scientifica al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile ed economia." Tutto ciò è semplicemente sconcertante e incredibile, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione dell'Italia. A che titolo?

Chi partecipa a nome dell'Italia? Quali le realtà coinvolte? Come può il mondo accademico, universitario, dell'istruzione, solo pensare minimamente di partecipare ad una cosa del genere, quando un ricercatore, uno studente, è stata ammazzato, per la sua attività di ricerca in Egitto, e quel Paese, in cui è stato ammazzato, ha fatto di tutto per negare verità e giustizia? Questa legittimazione è ben peggiore degli affari economici, o del turismo che riprende in Egitto con più Paesi, perchè parte proprio dal mondo della ricerca, della cultura, che doveva essere il primo, ad alzare le barricate contro quel sistema che nega diritti umani, verità e giustizia. Il primo a dare il giusto esempio.

 
mb 

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