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Capire la NATO oltre l’occidentalismo

Con il gentile permesso dell’autore e della casa editrice, pubblichiamo la prefazione del nostro Amedeo Maddaluno al saggio “L’allargamento NATO del 1999. Teorie a confronto” di Marco Boscariol, in via d’uscita per i tipi di “Nova Europa”.

“La pace non va neanche confusa con la sicurezza, poiché queste due possono molte volte entrare in conflitto tra di loro e non necessariamente la pace ottiene la priorità. L’allargamento NATO, per lo scopo elementare della pace, sarebbe un’arma a doppio taglio.”

Dal testo

È un testo davvero di qualità quello di Marco Boscariol. Nato come tesi di laurea, ha tutto il rigore di un’opera completa. Dalla bibliografia – completa dei principali testi italiani ed esteri sull’argomento – fino all’aggancio ai principali punti di riferimento dello studio delle Relazioni Internazionali (da Merasheimer a Kagan a Waltz). L’autore non trascura nemmeno incursioni nella materia sorella delle Relazioni Internazionali e cioè la Strategia (Militare e Politica), riferendosi tra gli altri al pensiero di Andrea Locatelli – uno degli studiosi italiani che più ha messo in dialogo le due discipline negli ultimi anni. Tertium, è un testo innovativo: uno studio comparato e compendioso dell’allargamento della NATO alla luce del pensiero della Scienza Politica Internazionale non era ancora stato prodotto in lingua italiana.

Chi scrive queste umili righe di appezzamento è uno studioso di geopolitica e al massimo di strategia militare, discipline che attingono agli Studi Internazionali (politici e strategici) pur marciando su binari paralleli. Ebbene, questo testo mi ha convinto, non fosse altro per la sua qualità e la possibilità di assurgere a punto di riferimento per chi – come me – si occupa di discipline diverse ma affini, grazie alla sua analisi della letteratura esistente in materia.

Ho deciso di iniziare questa piccola prefazione con uno dei pensieri più “geopolitici” dell’autore, preso guarda caso dalle conclusioni. L’autore mantiene per tutto il testo un taglio ed un tono scientifico, asettico, rigoroso, descrittivo ed avalutativo: esattamente quello di cui abbiamo bisogno in un’epoca di “rumore” e suggestioni mediatiche, e questo va tutto a suo merito. La sua analisi riesce, serenamente e con acribia, a rendere ragione di tutte le teorie ed interpretazioni dell’allargamento NATO date dall’accademia e dalle dottrine ufficiali, facendo giustizia dell’imbelle buonismo che trasuda dalle pagine dei giornali.

Se, ore rotundo, il primo Segretario Generale della NATO Lord Hastings Lionel Ismay ebbe a dire che: “Lo scopo della NATO è di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi”, davvero non si capisce come ancora la stampa ufficiale possa dare in pasto alla borghesia semicolta del continente europeo la visione della NATO come di una “Lega dei Giusti”.

È l’Organizzazione del Teatro Nord Atlantico l’alleanza delle democrazie? Diremmo di no, perché essa non ma mai superato le contingenze – e le contraddizioni! – storiche che hanno portato democrazie compiute come Svezia o Austria a non aderirvi o paesi tutt’altro che democratici come la Grecia del Colonnelli a continuare a farvi parte. È la Santa Lega dell’anticomunismo? Ma allora come mai essa è sopravvissuta al comunismo stesso? Potremmo proseguire con una ridda di controfattuali che solo annoierebbe il lettore.

Se insomma decenni di occidentalismo ideologico hanno privato di pregnanza la sintassi e la morfologia con le quali scriviamo e leggiamo il libro della politica mondiale, questo libro ha un ulteriore merito: rimetterci sulla carreggiata di un approccio davvero scientifico, strategico, forse freddo ed accademico e quindi poco “narrabile” (ah, l’epoca dello “storytelling”!) ma di sicuro rigoroso ed intellettualmente onesto.

Speriamo che questo testo raggiunga il pubblico più vasto di studenti, studiosi e ricercatori, e perché no anche di appassionati di Politica Internazionale, troppo spesso esposti a dietrologie e complottismi che ormai intossicano anche famosi accademici e alcune riviste di settore (basti vedere il ricorso all’aruspicina per interpretare i retroscena occulti dell’ultimo tweet del presidente americano o del – mentre scriviamo ormai ex – Ministro dell’Interno italiano, per divinarne i possibili danti causa internazionali). Il “rumore”, per l’appunto.

Al geopolitico questo testo non geopolitico ma politologico serve a fornire basi rigorose, storiche e giuridiche, senza le quali la Geopolitica si riduce a puro determinismo geografico.

Allo studioso di Relazioni Internazionali, ricordiamo che se questo testo è il punto di partenza, ma è senz’altro l’analisi geopolitica e strategica dell’agire effettivo, politico e militare degli stati, a mostrarci “quello che i trattati non dicono” e infrangere il Velo di Maya delle reali intenzioni delle potenze.

Esiste il potere. Esistono le mire e gli appetiti delle potenze, le loro tattiche e le loro strategie, nonché le loro menzogne. Esistono infine stati che potenze non lo sono e non possono nemmeno diventarlo, per cause storiche, geografiche, economiche, demografiche. La Geopolitica, la Strategia e l’Intelligence senza Storia e Diritto (senza Relazioni Internazionali) scadono nel complottismo. Viceversa, le Relazioni Internazionali senza le tre sorelle di cui prima si fanno arido astrattismo e verbosa, autoreferenziale teoria.

Consci di tutto questo, facciamo ancora i complimenti all’autore: questo testo è una boccata di aria buona, da tenere aperto sulla propria scrivania.

Amedeo Maddaluno

 

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