Guardano le immagini che scorro in tv, sembrano i cavalieri della tavola rotonda, dovrebbero essere il meglio della classe dirigente italiana, riuniti intorno al loro invincibile Re Artù, un tempo cavaliere oggi imperatore. Scorazzano in qualsiasi spazio che gli dia un po’ di visibilità , cercando di ritagliarsi addosso l’immagine dei vincenti. Vivono nella certezza ed hanno debellato il dubbio. Sono i ministri del quarto governo Berlusconi. Dovevano essere i promotori del cambiamento, coloro che con le loro politiche avrebbero potuto far uscire l’Italia dallo stallo in cui si trova ormai da anni. Ed invece sono risultati l’ennesima delusione, gli ennesimi spettatori di un gioco triste e stanco. Anche questo, rappresenta il governo del “sarebbe potuto essere”, delle occasioni sprecate, del “fare” ma soprattutto del fare poco e male.
Ma procediamo con ordine, partiamo da lui, dal Migliore, dal presidente del consiglio.
Silvio Berlusconi, verrà ricordato principalmente per aver importato in Italia due cose: il talamo di Putin, scenario di calde notti al centro di Roma, e il bipolarismo. Ma non un bipolarismo civile e ordinato come accade negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, ma un bipolarismo caotico e lacerante, dove l’avversario è sempre e comunque un nemico da abbattere, non importa che esso sia un magistrato, un giudice della Corte Costituzionale, o il Presidente della Repubblica. Il letto, luogo degli istinti più incontrollati e nascosti e la fazione che non riconosce alcun valore al di fuori del proprio bene personale sono diventati i simboli della politica rivoluzionaria del nostro Eroe. Doveva essere l’uomo del cambiamento, ed invece passerà alla storia per la quantità di scandali e di inchieste giudiziarie che lo vedono coinvolto, ma soprattutto per il gigantesco nulla che ha lasciato in eredità al suo amato paese.
Passiamo ai quattro ministeri che costituiscono la struttura portante dell’attuale compagine governativa, Economia, Interni, Giustizia, ed Affari Esteri. Quattro come i cavalieri dell’Apocalisse, quattro come gli evangelisti, portatori ed esecutori del salvifico verbo berlusconiano.
Giulio Tremonti, Mago Merlino, ministro ed inventore della finanza creativa, di tanti condoni e dello scudo fiscale. Aveva il compito di ridurre il mostruoso debito pubblico italiano e diminuire la pressione fiscale. Ci sta riuscendo? Stando ai dati il debito pubblico non è stato nemmeno scalfito anzi è aumentato cosi come la pressione fiscale. Ha sostenuto fin dall’inizio del suo nuovo incarico, che l’Italia non era investita da alcuna crisi, per poi proporre nella primavera del 2010 una manovra correttiva del bilancio dello stato, caratterizzata da innumerevoli tagli lineari alla spesa pubblica, non destinando nemmeno un euro per sostenere una debole ripresa economica.
Roberto Maroni, Ministro dell’Interno, rimarrà negli annali per aver disertato le celebrazioni svoltisi a Roma per la festa della Repubblica del 2 giugno di quest’anno. Era infatti impegnato lo stesso giorno a Varese ad una manifestazione anonima dove la canzone “C’era una volta una gatta” di Gino Paoli sostituiva l’inno di Mameli. Non prova vergogna ad essere Ministro di una nazione in cui non si riconosce? Ha Promosso azioni velatamente separatiste, dal chiaro marchio leghista, e ha portato avanti molti provvedimenti dai connotati xenofobi e razzisti. Avrebbe il merito di aver promosso una lotta incisiva alla criminalità organizzata. Se non fosse che tutti gli arresti di esponenti di spicco della malavita sono stati talmente pubblicizzati e sbandierati che sanno di mere azioni propagandistiche, quando ancora ‘Ndrangheta, Camorra e Mafia dominano incontrastate in tutte le regioni del sud Italia e continuano ad allargare la loro sfera di controllo nelle regioni del centro e nord Italia.
Per Alfano, Ministro di Grazia e Giustizia, il compito è stato più agevole, avrebbe dovuto affrontare problemi spinosi quali il sovraffollamento delle carceri e la patologica lentezza dei processi in Italia; però essendosi accorto dell’ impresa quasi titanica, ha deciso di concentrare tutti i suoi sforzi per alleviare le pene all’ imputato più illustre ed uguale degli altri, Silvio Berlusconi. E’ lui infatti, in quanto Angelino custode del Presidente del Consiglio, il promotore, di tutte le leggi vergogna che sono state proposte negli ultimi anni: il lodo contrassegnato dal suo nome, che garantisce l’impunità alle più alte cariche governative, il legittimo impedimento , il famigerato disegno di legge sulle intercettazioni, che vorrebbe imporre il bavaglio alla libertà di stampa.
Vorremo parlare adesso del ministro Franco Frattini, ma ci risulta difficile . Non lascerà traccia di sé, è sovrastato dall’invadenza suo datore di lavoro. Ha sposato in pieno la politica delle pacche sulle spalle e del cucù (ad Angela Merkel) che non gli riservano margini di indipendenza. Anche lui nostro malgrado ha appoggiato l’apertura di credito a insigni capi di stato quali Vladimir Putin e Mu’ammr Gheddafi.
Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa invece come il suo collega ai Beni Culturali Sandro Bondi, fa il ministro part-time, entrambi infatti accomunano le cariche di coordinatore nazionale del Popolo della Libertà, con quello di titolare di ministero. I militari italiani impegnati in importanti missioni di pace e il nostro sconfinato patrimonio artistico non meritano ministri a tempio pieno, è questo quello che ci vogliono far credere.
Il ministro Renato Brunetta invece ci aveva provato a fare qualcos’altro. Non pago di dar la caccia a tutti i fannulloni italiani con i suoi slogan tanto roboanti quanto inutili, alle ultime elezioni comunali si era candidato a sindaco di Venezia, per fortuna sono stati i suoi concittadini a dargli una lezione di umiltà, non elegendolo primo cittadino. Ma dato che “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, ed in questa classe dirigente alberga una logica tanto oscura quanto diabolica, la ministra dell’istruzione Maria Stella Gelmini, è stata proposta negli ultimi giorni come coordinatrice unica del PDL, la scuola italiana può attendere.
Se Stefania Prestigiacomo dovrebbe chiedersi cosa ci fa un Ministro dell’Ambiente in un governo che ha proposto provvedimenti devastanti per la salvaguardia del territorio come il cosiddetto “piano casa” e il ritorno alle centrali nucleari, il titolare delle Infrastrutture Altero Matteroli invece di cercare disperatamente fondi per il ponte sullo stretto di Messina dovrebbe preoccuparsi di concludere in tempi dignitosi l’autostrada Salerno - Reggio Calabria.
I ministri leghisti Umberto Bossi e Roberto Calderoli, sono gli unici che stanno svolgendo al meglio il loro compito, quello di sabotare dal suo interno la Repubblica Italiana e le sue Istituzioni.
Se la situazione non fosse così tragica, ci verrebbe da ridere, perché i miseri risultati di questa fantastica squadra, stridono con la grancassa mediatica, adulatoria, che accompagna ogni loro provvedimento.
Sono questi, tra tanti, i motivi per cui speriamo che questi signori, inadeguati, tolgano il disturbo.
Ci hanno provato, ma hanno fallito rovinosamente.
Auspichiamo che un governo sostenuto dalle forze politiche più responsabili del Paese, una volta riformata la legge elettorale, per ridare piena dignità al voto e agli elettori, indica nuove elezioni. Perché nonostante la deriva presidenzialista, imposta negli ultimi anni la nostra rimane, una Repubblica parlamentare ed è quindi alle assemblee elettive coordinate dal Capo dello Stoto che spetta il compito di trovare una soluzione, all’ eventuale crisi di governo.
Anche se non possiamo prevedere il futuro è difficile che il governo della prossima legislatura sia peggiore dei due che lo hanno preceduto, e questo ci deve far ben sperare. Di una cosa siamo sicuri: L’Italia merita qualcosa di meglio.