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COP21. Clima: inondazioni e uragani, oltre mezzo milione di vittime in vent’anni

di MISNA Missionary International Service News Agency

Sempre più frequenti, le catastrofi naturali hanno provocato oltre 600.000 morti dal 1995, in media più di 30.000 l’anno, con oltre quattro miliardi di persone ferite, rimaste senza un tetto o in stato di forte necessità: sono dati pubblicati dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio dei disastri (Unisdr), a una settimana dalla COP21, la XXI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite (Unfccc) sui cambiamenti climatici.

Obiettivo della Conferenza, che si sta tenendo a Parigi (30 novembre all’11 dicembre) fra ingenti misure di sicurezza – è raggiungere, per la prima volta in vent’anni, un accordo vincolante e universale sul clima per mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C rispetto all’era preindustriale (1850 circa): un’intesa che vada a sostituire il Protocollo di Kyoto – redatto nel 1997 e mai ratificato dagli Stati Uniti – scaduto nel 2012 ma esteso fino al 2020 (Kyoto 2).

La grande maggioranza delle vittime dei disastri climatici nell’ultimo ventennio (89%) è stata registrata in paesi poveri, comportando danni economici per 1,8 miliardi di euro. “Il contenuto di questo rapporto sottolinea perché è importante che un nuovo accordo sui mutamenti climatici esca dalla Cop 21” ha evidenziato la direttrice dell’Unisdr, Margareta Wahlstrom, ricordando che “la variabilità climatica e i fenomeni meteorologici costituiscono una minaccia allo sradicamento dell’estrema povertà nel mondo”

Secondo lo studio, solo le inondazioni hanno costituito il 47% delle catastrofi climatiche fra il 1995 e il 2015, colpendo complessivamente 2,3 miliardi di persone, di cui al stragrande maggioranza in Asia (95%); meno frequenti, cicloni e tempeste hanno causato da soli 242.000 vittime. Complessivamente, i paesi più colpiti da disastri legati al clima negli ultimi vent’anni sono risultati Stati Uniti e Repubblica popolare cinese, sebbene in termini di popolazione coinvolta svettino in testa Cina e India, seguite da Bangladesh, Filippine e Tailandia. In America, il paese che più ha pagato è stato il Brasile, in Africa sono stati Kenya ed Etiopia.

 

Foto: Tavker/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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