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Che fine ha fatto il piano del commercio su aree pubbliche del Comune di Roma?

Roma cambia. Non so se in meglio o in peggio. Cambia.

A non cambiare sono vecchi vizi ed italiche virtù. Durante la scorsa Consiliatura un noto quotidiano romano (Il Messaggero) ha speso fiumi di parole su pagine e pagine della cronaca di Roma per denunciare una vecchia situazione di illegalità cui unico responsabile pareva essere l’allora Assessore al Commercio del Comune di Roma.

Si trattava dell’annoso problema dell’invasione del centro storico romano da parte di ambulanti, bancarelle, camionbar, caldarrostai e via discorrendo.
Per carità, un problema concreto visto che fra le viuzze del centro riesce anche difficile passare per la presenza di banchi più o meno in regola. Un problema di decenni: vecchie licenze, concessioni traslate, passaggi di proprietà non conformi, vacatio legis e molto altro hanno determinato una situazione di caos dalla quale non è facile districarsi.

Tuttavia il quotidiano romano attaccava a testa bassa: “la città delle regole” tuonava in testa di pagina, e giù una sequela di attacchi all’Amministrazione Veltroni con particolare riguardo all’Assessore Gaetano Rizzo.

Ma all’indomani delle elezioni, come d’incanto, vedemmo cessare gli attacchi. Diamo tempo al nuovo Assessore di ambientarsi ci siamo detti.


Bene. Sono passati sei mesi e non si è visto lo straccio di un provvedimento.
Nei giorni scorsi in centro regnava il caos più completo: camionbar fuori posto, bancarelle in ogni dove, castagne vendute a peso d’oro (in questo è incappata anche la judoka Giulia Quintavalle che si è lamentata in TV per l’eccessivo prezzo di quei frutti autunnali). Non una riga sui giornali, non un lamento, ora tutto pare andare bene nonostante non sia cambiato praticamente nulla.

Dopo l’ordinanza del Sindaco del 31.10.2008, quella comunemente detta “antiborsoni”, non si è mosso praticamente nulla dal punto di vista del commercio. Le licenze sono saldamente nelle mani delle solite “famiglie”, i camionbar continuano a sostare nei pressi di importanti monumenti e le bancarelle continuano ad intralciare il passo fra le viuzze del centro rendendo impossibile il passaggio anche ad eventuali mezzi di soccorso.

Il tanto invocato “piano del commercio su aree pubbliche” che lo staff dell’Assessore Rizzo aveva ormai ultimato in collaborazione con le sovrintendenze (ai beni archeologici e al paesaggio) pare giunto ad un binario morto. E si che basterebbe soltanto riprenderlo in mano visto che era ormai ultimato.

Che fine ha fatto quel piano?
Che fine hanno fatto i titoloni de “Il Messaggero”?
Che fine hanno fatto tutti quei soloni che pretendevano di avere la soluzione in tasca?
Che fine hanno fatto quei “savonarola” che si stracciavano le vesti dall’indignazione?
Qualcuno vuole restituire le strade ai passanti? La Città ai Romani?

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