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CGIL: l’efficienza e la professionalità non hanno prezzo

Cronaca di un disservizio.

"Esistono i sindacati dei lavoratori e sindacati dei datori di lavoro. La storia dei sindacati è però soprattutto storia dei lavoratori (operai, contadini, impiegati) che si riuniscono allo scopo di difendere gli interessi delle loro categorie."
Fonte Wikipedia.
 
La definizione della più famosa enciclopedia on-line non lascia spazio ad interpretazioni, i sindacati dovrebbero difendere gli interessi delle loro categorie di appartenenza. Ho voluto ribadire questo concetto perché i fatti lo smentiscono clamorosamente. Partiamo dall’inizio. Faccio parte di un gruppo di persone che non solo ha perso il lavoro l’estate scorsa, ma è rimasto esposto con crediti (totali) superiori a 50.000 € nei confronti dell’azienda per la quale lavorava. I ragazzi che vantavano il credito più alto hanno deciso di intraprendere un’azione legale nei confronti dell’azienda facendosi aiutare da uno dei sindacati dei lavoratori: la CGIL FILCAMS. Io ero contento di questa scelta, mi sembrava corretta. Dopo vari tentativi con il datore di lavoro per cercare di trovare un accordo, a ottobre ci presentammo negli uffici della CGIL di Ferrara per esporre i nostri problemi. Il mio caso, insieme a quelli degli altri colleghi, fu spie gato nel corso di un primo colloquio con un responsabile del sindacato che ci disse come la CGIL avrebbe agito, quello che avrebbe guadagnato come parcella sul totale recuperato, e quanto avremmo dovuto pagare per farci assistere, ovvero il versamento della quota associativa pari a 60,00€. Poi è stato fissato un altro appuntamento (personale) per fornirgli i vari documenti, ed è qui che le varie storie si dividono.
 
Mi presentai alla data ed all’orario prestabilito, ma purtroppo la persona con la quale avevo appuntamento si dimenticò dell’impegno e a me non rimase altro che tornare a casa dopo aver perso un’ora. La segretaria mi fissò un altro appuntamento, al quale io non mancai, ma ancora una volta la persona con la quale mi dovevo incontrare per pagare la quota associativa e consegnare i documenti non era presente. A questo punto mi arrabbiai con la segretaria e le dissi di non aver tempo da perdere (fortunatamente avevo trovato un’altra occupazione). Resasi conto della brutta figura, mi fece pagare la quota associativa dicendomi che la tessera mi sarebbe arrivata poi per posta, mi diede la ricevuta e si fece lasciare tutti i documenti custoditi ordinatamente in una cartellina di plastica dicendo che li avrebbe consegnati lei. Regolarizzato il pagamento, qualche giorno dopo andai a firmare il mandato dall’avvocato che collabora con la CGIL, poi non mi rimase altro che aspettare.
 
Novembre 2009… dicembre 2009… gennaio 2010… febbraio 2010... marzo 2010. Decisi di telefonare ad un ex collega per sentire come stava, nel frattempo ne approfittai per chiedere se aveva notizie da parte dell’avvocato o dal sindacato, ma la sua risposta fu lapidaria, disse: “lasciamo stare… possiamo solo stargli addosso…". Quelle poche parole la dicevano lunga. Il giorno dopo decisi di chiamare l’avvocato che coopera con la CGIL, il quale mi disse di non avere mai ricevuto i miei documenti. Tornai per la terza volta dalla segretaria per chiedere spiegazione del perché la tessera da me pagata non mi fosse mai arrivata a casa, ma soprattutto chiesi che fine avessero fatto i miei documenti, lei prese tempo. La risposta arrivò dopo una settimana solo perché mi presentai in ufficio da lei, e fu agghiacciante: “probabilmente i documenti sono stati persi!”. Mi infuriai.
 
Persi un altro pomeriggio dalla commercialista, mi diede copia delle buste paga e le portai all’avvocato, ma… problema 1: mancano i rimborsi spesa (erano nella cartellina e la commercialista non li possiede), problema 2 senza la data di cessato rapporto non si può partire con l’azione legale (la lettera di licenziamento per cessata attività era nella cartellina). Dopo aver perso molto tempo e dopo aver speso soldi per la tessera mai arrivata e le telefonate, mi trovo ancora impantanato come quando ho perso il lavoro, ma quello che è ancora più tragico, non sono l’unico. Dovevamo rivolgerci ad un avvocato privatamente, questa è la verità, l’efficienza e la professionalità non hanno prezzo. Io non ho più voglia di perdere altro tempo con loro, ma sicuramente “la storia” con il sindacato della CGIL FILCAMS di Ferrara non finisce qui.

Commenti all'articolo

  • Di Francesco (---.---.---.243) 15 marzo 2010 14:05

    E’ una storia molto triste e sinceramente, non avendo mai avuto di questi problemi, non saprei che cosa dire a parte, forse, quello che successe quando fui licenziato, ma parliamo di 35 anni fa. Da quando esposi alla sede il problema, alla sua soluzione (ci mettemmo d’accordo sul risarcimento dei mesi che rimasi senza lavoro) davanti al giudice di pace passarono meno di due mesi.
    Il problema oggi, oltre al lassismo dei sindacati, ma questo problerma esisteva anche negli anni 60, è stato proprio l’azione autonoma dei lavoratori a "svegliare" le organizzazioni e a convincerle che se non si davano una mossa, i lavoratori avrebbero preso altre strade, sono le aspettative dei lavoratori in "generale". Allora la lotta aveva come obiettivo la partecipazione sia politica che pratica (al benessere), oggi, dopo avere ottenuto la seconda, si aspetta che la si mantenga e questo sfaza i rapporti di forza necessari ad azioni collettive miranti a ripristinare le conquiste fatte.
    Naturalmente questo non c’entra col suo poblema che, come detto, non conosco.
    Ho voluto rispondere qui al suo commento sul mio articolo.
    Saluti

  • Di (---.---.---.164) 19 agosto 2014 18:00

    A me è successo qualcosa di analogo. Mi sono recato presso la CGIL dove mi hanno fatto affidare una pratica ad un loro legale che anzichè fare i miei interessi fa quelli del mio ex datore di lavoro. Per di più della mia iscrizione alla CGIL non ho traccia. Penso che oltre all’ex datore di lavoro si debba stare alla larga anche dai sindacati.

    • Di Riccardo Zoccante (---.---.---.118) 19 agosto 2014 19:00
      Riccardo Zoccante

      Mi spiace, e concordo in pieno con la sua ultima frase. Per la cronaca, qualche responsabile CGIL (credo) dopo aver visto questo articolo devo avere fatto una segnalazione alla sezione di riferimento. La CGIL di competenza invece di scusarsi e cercare una soluzione ha minacciato di querelarmi...dopo avere concordato una data per un incontro chiarificatore, nuovamente, invece di scusarsi nuove minacce di querela e intimidazioni (è la verità)...questo artico doveva sparire!

      Alla fine dopo aver letteralmente alzato la voce, mi hanno restituito i soldi e i miei documenti miracolosamente ricomparso, mentre io ho fatto rimuovere il logo della "CGIL" come immagine dell’articolo. Anche se ha dell’incredibile questa è state l’incredibile conclusione che non ho mai voluto raccontare a causa della nausea che mi procura.

      Saluti

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