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 Home page > Attualità > Politica > Berlusconi, un presidente falconiere che ha scaricato le colombe

Berlusconi, un presidente falconiere che ha scaricato le colombe

Quando Giulio Tremonti ieri avrà letto lintervista del ministro della Cultura Gian Carlo Galan sarà balzato sulla sedia. Era un attacco a freddo, forse non inaspettato ma improvviso. Mentre tutti i giornali sulla prime pagine si occupavano di altri argomenti, il principale foglio di centro destra “Il Giornale” di proprietà della famiglia Berlusconi apriva con il caso Tremonti, attaccando il potentissimo successore di Quintino Sella, tramite le parole pronunciate dal neo ministro: “Con Tremonti si perdono le elzioni per questo chiedo a Berlusconi una scossa”.

Difficile non vedere dietro Galan e la linea di attacco del Giornale lo stesso Berlusconi. Il Presidente del Consiglio ha deciso di giocarsi il tutto per tutto in questi ultimi due anni e mezzo di legislatura, vuole attorno a sé solo persone fidate, ligi interpreti del belusconismo duro e puro. Ha deciso di mettere in piedi un politica improntata all’attacco che prediliga il ruolo dei falchi a quello delle colombe. La strategia messa in campo da Silvio Berlusconi vuole procedere su due fronti. Da un lato sta cercando di depotenziare le istituzioni indipendenti (magistratura e Capo dello Stato) che limitano il suo operato dall’altro offrirà al “suo popolo” delle misure ad alto impatto mediatico come la riforma fiscale o quella della giustizia che possano far levitare il suo consenso, in vista delle elezione del 2013 e della successiva corsa per il Quirinale.

Per attuare questo piano necessita di persone fidate posizionate in tutti i ruoli chiave. Il duo Sallusti Santanchè garantisce un presidio sulla carta stampata. “Il Giornale” viene utilizzato come un maglio da dare in testa agli avversari di turno e per segnare la rotta politica. Non a caso da qui sono sono partite le bordate prima contro Fini, poi contro la Marcegaglia ed adesso contro Tremonti. I suoi avvocati occupano le commissioni parlamentari e stanno scrivendo la riforma della giustizia subito dopo averlo salvato dai suoi processi tramite puntualissime leggi ad personam. L’informazione televisiva pubblica è controllata da Masi quella privata da suo figlio Piersilvio. Il potere finanziario era guidato fino a poche settimane fa da Cesare Geronzi destituito ad insaputa del Capo.

In questa strategia che mira ad un esasperazione della vita pubblica, per radicalizzare lo scontro politico e massimizare il consenso elettorale, si staccano ogni tanto schegge impazzite come il cadidato alle comunali di Milano Lassini che fa affiggere a Milano i manifesti con la scritta “Via le br dalle procure”. Oppure il deputato ignoto del Pdl Remigio Ceroni che presenta una proposta di legge per cambiare l’articolo 1 della costituzione prefigurando un nuovo parlamento, superiore alle altre istituzioni che non viene bilanciato né dal Presidente della Repubblica né dalla Corte Costituzione.

Non bisogna dimenticarsi che anche la prescrizione breve è nata da un innocuo emendamento del deputato avvocato del PDL Maurizio Paniz.

In questo quadro politico i moderati come Gianni Letta, i tecnici come Tremonti, le voci critiche come Pisanu non hanno piu spazio. Chi chiede un cambio di passo o almento un po’ di contegno come Stefania Craxi viene bollato pazzo o ingrato.

Berlusconi sta concludendo la sua carriere politica come presidente falconiere. Svestiti i panni dello statista, alla luce del sole lascia che i suoi più accaniti sodali riducano in brandelli le istituzioni italiane, la cultura politica e le leggi non scritte della conzivenza civile su cui si basa ogni stato democratico.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.147) 22 aprile 2011 20:03

    З-park >

    C’è in discussione il Pnr (piano nazionale riforme).
    Tremonti pungola l’opposizione con il “non basta la protesta, servono le proposte”.
    Precisa però di non poter accettare ipotesi che vanno contro i suoi principi.
    Principi del tipo “si può fare tutto ciò che non è formalmente vietato” o “un condono all’anno non fa danno” o “con la cultura non si mangia” o “tagli si, imposte indirette si, patrimoniale no”.

    Confindustria, nel denunciare la “solitudine” degli imprenditori, giudica il Pnr “deludente” in quanto ad azioni concrete.
    Tremonti ha subito il rimedio. Riconosce il peso “eccessivo” di controlli ed ispezioni fiscali “assolutamente incredibili” ed un diritto d’impresa nel dire “non ci rompete più di tanto”.
    Lui sa come “rallegrare” i controllati e “risparmiare” sulla spesa dei controllori.

    Intanto la ex-ripresa, passata a “semi-crescita”, grava sul paese come Se fosse Stagnazione

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