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 Home page > Tribuna Libera > Berlusconi e il caso Ruby: esiti tutt’altro che scontati

Berlusconi e il caso Ruby: esiti tutt’altro che scontati

L’ultima, solo in ordine di tempo, disavventura giudiziaria del Premier Silvio Berlusconi (B) impone una seria riflessione sulle sue possibili conseguenze, visto e considerato che molti osservatori ed opinionisti cercano di farsene e darcene un’idea.

Mai come in tale circostanza gli esiti appaiono, a mio avviso, tutt’altro che scontati.

Ebbene, c’è chi sostiene che saremmo arrivati al punto di una sorta di “redde rationem“. In buona sostanza, delle due l’una: o le accuse contro B sulla vicenda Ruby si riveleranno fondate e, in tal caso, B dovrà farsi da parte; o tali accuse risulteranno destituite di fondamento e, in tal caso, saranno i magistrati a doverne pagare il fio.

Non ne sono convinto. Ovviamente mi riferisco alla prima delle ipotesi sopra formulate, perché nella seconda sicuramente i magistrati verrebbero, innanzi tutto, messi direttamente alla gogna mediatica da parte dei giornali e delle TV “indipendenti“ dell’ “azzurro“ impero, prima ancora di subire qualsivoglia tipo di sanzione disciplinare.

Se ripercorriamo la storia politica e personale di B, troviamo una tale sequela di scandali, che coinvolgono lui personalmente o i suoi più stretti collaboratori, di gaffe, di dichiarazioni spazio/temporalmente inappropriate da far tremare i polsi ad un qualsivoglia politico di rilievo, nemmanco un Premier, di qualsivoglia nazione civile.

A mero titolo esemplificativo, ricordo il Lodo Mondadori, lo scandalo Protezione Civile ed il caso Bertolaso, lo scandalo Cosentino, quello Mills, l’eterna promessa mancata di risoluzione del problema dei rifiuti di Napoli o quella della ricostruzione dell’Aquila, lo scandalo G8, la vergognosa vicenda della candidatura delle Veline alle elezioni europee 2009, il caso Noemi Letizia, la vicenda D’Addario. Per non parlare poi della massa di norme e leggi che questo milionario, al quale paghiamo uno stipendio, si è fatto costruire a suo personalissimo uso e consumo, con la costante assistenza di uno stuolo di legali, anch’essi stipendiati da noi contribuenti, essendo tali legali parlamentari.

Che dire, inoltre, delle barzellette blasfeme o di quelle a sfondo razzista che B vuole spacciare per battute fra amici, nonostante queste “amene“ storielle siano raccontate non nel salottino di casa, ma in occasione di visite ufficiali, circondato da persone, autorità e giornalisti?

Nella sua virulenta auto-difesa per la quale si servirà, stiamone certi, di tutta la sua potenza di “fuoco“, B distorce perfino il nostro diritto costituzionale, dicendo che “un ordine dello Stato ha deciso di fare guerra a un potere dello Stato“, cercando così di declassare la magistratura ad una sorta di mero organo di secondo livello, quando è noto che nel nostro ordinamento vige, a tutela della nostra democrazia, la divisione dei poteri fra il legislativo (Parlamento), l’esecutivo (Governo) e, per l’appunto, il giudiziario (Magistratura), distinti ma uguali come peso specifico.

E con questo la reputazione del nostro Paese, almeno fra le democrazie evolute, è ai minimi storici, con tutto quello che ne consegue.

Non bastava tutto questo, mi chiedo, non solo per dire “che schifo“, ma perché, in un paese civile normale, B si fosse già, quanto meno, ritirato a vita privata?

Beppe Severgnini, nell’ultimo suo gradevolissimo libro “La pancia degli Italiani“, spiega l’ascesa di B, elencando i 10 fattori che sono il segreto del suo immarcescibile successo. Fra questi, vi è il fattore “Harem“, che ben si attaglia al caso Ruby e che rimane, quindi, di strettissima attualità, insieme probabilmente a tutti gli altri fattori che tanta influenza hanno avuto sugli italiani.

Si dice ora da più parti che l’Italia non merita tutto questo, che siamo diventati, nella migliore delle ipotesi, un Paese da barzelletta e che, pertanto, la nostra immagine ne viene fuori a pezzi. Concordo, ovviamente.

Ma se veramente gli italiani non si meritassero tutto questo, mi domando come e per quali ragioni saremmo arrivati a tanto se non perché, in base al sempre attuale antico adagio, “ogni Paese ha il governo che si merita“.

La verità è, a mio modesto parere, che, a differenza di quanto il grande Montanelli avesse pensato, gli italiani non si sono affatto vaccinati con i governi di B per poi liberarsene, anzi pare che ormai siano diventati B-dipendenti della cui dose quotidiana di disavventure e facezie pare non possano fare a meno.

Temo, sperando d’essere smentito, che sarà così anche questa volta.

Commenti all'articolo

  • Di Claudio Cilli (---.---.---.162) 19 gennaio 2011 20:29
    Claudio Cilli

    Gli italiani, purtroppo, meritano tutto questo. E’ triste, ma basta guardarsi intorno e notare come B sia ammirato, idolatrato, osannato, e anche invidiato. Ha tutto: soldi, potere, adesso anche sesso a volontà: rappresenta l’ideale, il sogno creduto irraggiungibile e ora avverato, il miraggio reale. Come fare a non votarlo? Vogliamo forse farci governare da grigi ed integerrimi individui, piatti e senza carattere, interessati solo al bene della collettività e al progresso? Scherziamo? Sì, è meglio scherzarci sù!

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