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Berlusconi alla deriva perde 3 voti su 4

Lo scenario che si profila dopo le elezioni è un quadro difficile da comporre, soprattutto nell’ottica della governabilità che dovrebbe essere il fine principale di ogni elezione.

Il PD ha in mano la partita ma quello che farà la differenza, l’entità e le proporzioni della vittoria del centro sinistra. Alla camera dei deputati il fronte guidato da Bersani si appresta ad avere il 55% dei seggi e quindi una maggioranza solida, al Senato invece il Porcellum prevedere un premio su base regionale: Lombardia, Campania e Sicilia quindi decideranno se il Partito democratico potrà governare e soprattutto alleandosi con chi e con quale forza politica.

In quest’ ottica chi non se la passa affatto bene è il partito di Berlusconi, schiacciato da una concorrenza fortissima sia al centro sia a destra. A differenza di quanto successe nel 2008 e nel 2001 infatti, quando il fronte “moderato” e cattolico votò compattamente per l’alleanza Pdl-Lega, questa volta lo stesso elettorato si dividerà come minimo in quattro tronconi. L’elettore medio del Pdl infatti confluirà in parte sulla lista di Mario Monti, in parte su quella di Beppe Grillo e in percentuale più piccola ma decisiva sul movimento Fare per Fermare il Declino di Oscar Giannino.

Nonostante i proclami e le promesse elettorali del Cavaliere che si dice certo della vittoria, per il duo Angelino-Silvio si profila una debacle di proporzioni storiche. Il brand del Pdl non tira più, la leadership di Berlusconi è usurata e delegittimata da anni di insuccessi, il malcostume e gli scandali dilaganti negli anni della destra sono l’unico lascito della parentesi storica appena trascorsa, e la gente ne è pienamente cosciente.


Per questo motivo i giornali della destra e la propaganda di regime di Arcore si accaniscono contro Monti, anche se l’attuale premier non è politicamente lontano dalla destra, contro Grillo nuovo anchorman della vita pubblica italiana e contro Oscar Giannino più incisivo sul tema delle tasse del Cavaliere dei tempi migliori.

La Lega Nord invece che gioca la battaglia della vita e della sopravvivenza in Lombardia oscilla nell'immaginario comune tra due estremi quello di Belsito e Borghezio, da una parte la corruzione dall'altra l'ignoranza, diventata unico marchio di fabbrica padano.

Certo tutto può ancora accadere, nel 1994 “la gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto si andò a schiantare contro la nascente Forza italia, ma questa volta troppe cose sono cambiate, e troppe cose devono cambiare nella mente di tanti elettori.

Il vecchio sistema di potere del Berlusconismo sta per essere spazzato via da un’onda compatta che non farà prigionieri e che relegherà alla marginalità i loschi figuri che hanno dominato la scena fino ad adesso. È ora di voltare pagina, da martedi prossimo l’Italia sarà un paese diverso. Nel bene e nel male.

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