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Bce e politica monetaria. Fermate il mondo ed alzate i tassi, la Germania vuole scendere

Nel suo editoriale settimanale sul Financial Times, Wolfgang Munchau riconducel’intemerata di Wolfgang Schaeuble contro la politica monetaria non convenzionale della Bce di Mario Draghi alla pressione che i tassi negativi esercitano sui bilanci di banche ed assicurazioni, che come noto sono l’architrave del sistema finanziario tedesco. Anche di quello italiano, a dire il vero, ma sono dettagli che a breve analizzeremo.

Secondo Munchau, Schaeuble vede le politiche della Bce come un attacco al modello economico tedesco, fortemente bancarizzato ed in cui le assicurazioni hanno un peso rilevante:

«I modelli di business delle istituzioni finanziarie tedesche dipendono in modo critico dalla presenza di tassi d’interesse nominali positivi. Il Fondo Monetario Internazionale ha osservato, nel suo ultimo Financial Stability Report, che gli utili ante imposte delle banche tedesche e portoghesi sono i più colpiti dai tassi negativi»

 

Più in generale, le banche commerciali “pure”, quelle che si occupano soprattutto di erogare credito e non servizi aggiuntivi (risparmio gestito, bancassurance), soffrono pesantemente i tassi negativi, che ne affossano il margine d’interesse. Le casse di risparmio e le banche cooperative tedesche hanno evidentemente una ridotta componente di ricavi da commissioni, e di conseguenza sono esposte all’erosione dei ricavi da interesse, quando depositano presso la Bce i propri depositi eccedenti gli impieghi. Oppure sono costrette a cercare redditività ricorrendo alle obbligazioni societarie, mercato che in Germania è ancora ad uno stato di sottosviluppo. Problema analogo per gli assicuratori. Ancora Munchau:

«Anche gli assicuratori tedeschi sono vulnerabili. Devono garantire un tasso minimo di rendimento, ora a 1,25% annuo. Duro da conseguire, quando il rendimento del titolo di stato decennale tedesco è solo a 0,13%. Germania e Svezia sono i due paesi della Ue dove gli assicuratori vita affrontano il maggior differenziale sfavorevole tra tassi di mercato e rendimenti minimi garantiti. Per conseguire il ritorno promesso, gli assicuratori devono assumere più rischi, ad esempio comprare corporate bond o tranche di prodotti finanziari complessi. Se, o piuttosto quando, arriverà la prossima crisi finanziaria e provocherà un cambio nella valutazione di questi attivi, potremmo scoprire che ci sono parti del sistema finanziario tedesco che sono insolventi»

A noi pare che in questo atteggiamento tedesco ci sia una buona dose di piagnisteo e vittimismo, quasi di matrice italiana. Andando in ordine sparso: Sparkassen e casse di mutualità perdono soldi? Essendo entità pubbliche, verranno ricapitalizzate ed il loro modello di business ristrutturato, in attesa che il sistema evolva verso lo sviluppo di fonti di ricavi da commissioni e non esclusivamente da interessi. Che dovrebbero dire le povere banche italiane, alle prese con identico problema di margine d’interesse fortemente assottigliato ed in più con l’eredità della crisi e di episodi di mala gestio? Sono talmente disperate che ora si mettono a vendere elettrodomestici, attrezzi ginnici e quant’altro, pur di innalzare i ricavi da commissioni, salvo poi realizzare che il credito al consumo con cui finanziare la vendita degli elettrodomestici assorbe molto capitale di vigilanza. Ops. Oppure entrano nell’immobiliare, sia per gestire il proprio stock di immobili rivenienti da reimpossessamento che per pura mediazione. Siamo fiduciosi che anche i tedeschi riusciranno ad aguzzare l’ingegno, in caso i tassi rimanessero a lungo negativi o nulli.

Quanto agli assicuratori, il problema è noto e colpisce tutti i paesi che si trovano in condizione di tassi inferiori ai rendimenti minimi garantiti: non pare il caso di mettersi a frignare, no? Come finirà? Che il rendimento minimo garantito, al progressivo scadere delle vecchie polizze, scenderà fatalmente verso lo zero. Non sarà abbastanza? No problem: si passerà dalle gestioni separate (quelle che consolidano ogni anno i risultati) a quelle unit linked o index linked, dove l’assicurato si becca tutto il rischio di mercato. Le gestioni assicurative evolveranno quindi verso i corporate bond, i finanziamenti diretti alle imprese, i minibond o equivalenti, ed alla fine si userà sempre di più anche l’investimento azionario. Aumenterà il rischio, è vero, ma che vogliamo farci, alziamo i tassi per fare contenti i risparmiatori tedeschi che battono i piedini?

I tempi cambiano, shit happens. Pensate ai fondi pensione americani: un tempo erano tutti a “beneficio definito”, nel senso che l’assicurato sapeva quanto avrebbe ricevuto di rendita dall’investimento dei suoi risparmi durante la vita lavorativa. Poi le condizioni di contesto sono cambiate, i fondi pensione hanno accumulato voragini attuariali e si è passati al modello del 401(k), quello a contribuzione definita ma beneficio indefinibile ex ante. Cioè si è spostato il rischio di investimento dal gestore all’assicurato. Qualcuno lo dica a Schaeuble ed ai tedeschi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di francesco (---.---.---.216) 20 aprile 2016 19:41

    Hanno ragione i tedeschi, la politica monetaria dei soldi a pioggia alle banche ha portato alla fine ad ingrassare fondi Americani e Cinesi;

    All’economia interna ... praticamente niente!!
    Comunque quello dell’economia è un’altro capitolo... è il Ns tenore di vita che non funziona; è il Ns modello sociale e socialista... che è destinato a fallire.
    Si regge in piedi per poco ancora, poi, quelli che lavorano ... si rompono le scatule di essere una minoranza ipertassata senza voce ...Ricordate Ciaucescu?
    Noi facciamo la stessa fine...

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