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 Home page > Tribuna Libera > Barometro della crisi: lo scontro nel Pd e la proposta di Pisapia

Barometro della crisi: lo scontro nel Pd e la proposta di Pisapia

L’occhio del ciclone è ora nel Pd che, come era prevedibile e previsto, è entrato in una fase di balcanizzazione acuta. Come avevamo previsto l’offensiva è partita dall’asse Mattarella-Franceschini (Area dem), trovando pronta rispondenza nella complessa area Bersani-Speranza-Bindi, mentre poco si sa delle intenzioni dell’inconsistente Cuperlo (per quello che vale), mentre i giovani turchi di Orfini e Orlando, per ora sono schierati con Renzi. D’Alema tenta (a nostro parere velleitariamente) di fare il pontiere. 

Stando ai gruppo parlamentari, le truppe si dividerebbero così:

AREA RENZIANA: (totale 96 alla Camera 33 al Senato)
Renziani puri: 50 alla Camera 17 Senato
Giovani Turchi 40/15
Veltroni e vari: 6/1

AREA DI CENTRO: 47 Camera 25 Senato
Cuperlo.: 10-2
Martina (Sinistra Cambiamento) 30/11 (ma è in spostamento verso Franceschini)
Prodiani: 3/2
Vari e “indipendenti” 4/10

INCERTI (35 Camera 9 Senato) di cui non si conosce la collocazione : 40 Camera e 9 Senato. Fra essi molti sono quanti provengono da Scelta Civica, Sel o altri gruppi parlamentari, per cui non hanno partecipato al congresso e non sono, quindi, ascrivibili ad alcuna piattaforma congressuale.

AREA ANTI RENZIANA; 123 Camera 46 Senato
Franceschini-Rosato-Zanda 90/28


Bersani- Bindi- Speranza 30/18
Ex Civatiani: 3/-

Ovviamente, si tratta di calcoli approssimativi e provvisori (data la transumanza da un gruppo all’altro che è già iniziata e considerando che fra gli incerti (ma anche fra cuperliani e bersaniani) potrebbero nascondersi diversi amici di D’Alema che non ha ancora formalizzato un suo gruppo.

Al netto degli incerti, abbiamo 266 deputati e 104 senatori con queste percentuali:

Camera : 36,09 renziani; 17,64 centro; 46,24 antirenziani
Senato: 31,73 renziani; 24,03% centro; 44,23% antirenziani.

Dunque Renzi risulta in minoranza, a meno di annettersi la gran parte dell’area di centro e degli incerti.

Più favorevoli a Renzi sono gli equilibri in Direzione Nazionale, dove, con i Giovani Turchi, è ancora in maggioranza. Stando allo statuto, l’elezione del segretario o la sfiducia ad esso la decide la direzione e non i gruppi parlamentari, ma questo non significa che questi non abbiano peso, sia perché il congresso è vicino, sia perché la fiducia ai governi la votano i parlamentari fra i quali, peraltro, molti aspirano ad arrivare al traguardo utile ad ottenere il vitalizio e questo, portato alle estreme conseguenze, potrebbe portare anche a strappi assai dolorosi nel Pd.

Certo è da vedere cosa faranno l’area di centro (che per ora è solo una somma aritmetica) e gli incerti, ma è difficile che i rapporti di forza si rovescino rispetto a quelli attuali.

Certo questo porta verso uno stop alle elezioni in primavera e qualcuno può sognare di arrivare addirittura alla scadenza naturale, ma ci sono troppe variabili per far si che questo cadavere di legislatura regga ancora molto.

Ad esempio, Renzi potrebbe essere tentato di accettare il reincarico solo per far fallire l’operazione e mettere Mattarella davanti al fatto compiuto dell’impossibilità di fare un governo e, dunque, obbligarlo a sciogliere le Camere. Di sicuro, Renzi non può accettare un Presidente del Consiglio di lunga durata (un anno) e magari del Pd, il che lo eclisserebbe del tutto e, a quanto pare, lui è intenzionato a ripresentarsi.

A questo punto mi pare che la proposta più ragionevole venga dal Foglio che suggerisce di adottare con legge ed immediatamente (prima ancora che la Corte Costituzionale decida) il “Consultellum” varato tre anni fa ed andare subito al voto.

In margine alla proposta di Pisapia spendiamo poche parole: come si sa l’ex sindaco di Milano si è schierato per il SI al referendum, ora propone alla sinistra che ha votato no (tanto interna quanto esterna al Pd) di federarsi sotto le sue insegne, per fare alleanza con il Pd. Cioè “venite con me che dobbiamo aiutare quello che voi avete appena sconfitto”. 

Lasciando da parte ogni considerazione di ordine politico, etico o anche solo estetico, questo mi conferma che Giuliano Pisapia, validissimo avvocato del foro milanese, non ha mai capito nulla di politica. Meglio che faccia l’avvocato.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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