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 Home page > Attualità > Società > Bamboccioni, lazzaroni e sfigati sarete voi!

Bamboccioni, lazzaroni e sfigati sarete voi!

Ogni epoca, purtroppo, si è fatta ricordare per forme di discriminazione di diverso tipo: contro le donne, contro le persone di colore, contro coloro che professavano un determinato tipo di religione e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Si può essere discriminati in tanti modi: attraverso la violenza verbale o fisica o in modo indiretto e sottile. E’ proprio quest’ultima modalità la più difficile da individuare e, conseguentemente, da sconfiggere: è difficile, infatti, operare cambiamenti lì dove la normale apparenza delle cose nasconde, invece, ingiustizia e disuguaglianza.

Era ingiusto che una persona di colore non potesse sedere affianco ad un bianco, così come era ingiusto che un uomo potesse votare ed una donna no. O ancora, era crudele che una persona dovesse essere perseguitata perché professante una religione diversa così come lo era deridere e umiliare persone con disabilità motoria o mentale.

Secondo voi, però, non è altrettanto ingiusto che chi oggi ha 25, 30, 35 anni non riesca a trovare un lavoro degno di questo nome e per questo venga anche deriso? Non è ingiusto che, i pochi che il lavoro ce l’hanno, molto probabilmente non avranno mai la pensione per la quale stanno versando i contributi?

Ma andiamo avanti. Di solito, infatti, l’ingiustizia per essere tale ha bisogno di una base numerica e quantitativa: sono le minoranze che vengono lasciate e sbattute in un angolo da chi rappresenta invece la maggioranza. Beh, i giovani possono essere definiti una minoranza? Assolutamente sì, ed in Italia la cosa è ancora più evidente: da anni la nostra popolazione ha una crescita pari allo zero. I cittadini italiani di età compresa tra i 15 ed i 34 anni sono poco più di 14 milioni, pari al 23 % del totale (Cfr. Istat 2006).

Ed allora, che importanza ha se questo o quel personaggio appella i ragazzi come bamboccioni, lazzaroni e, da ultimo, sfigati? Qualche polemica televisiva del momento e poi le spalle di questi giovani accumulano pesi su pesi fino a piegarsi su se stessi o ad esplodere per la rabbia.

Ma non basta questo. C’è un altro comportamento che porta la categoria dei giovani ad essere derisa nei fatti, anche se valorizzata nella forma. L’esempio che segue ben descrive questo concetto: che senso ha indicare come capolista a delle elezioni nazionali, una ragazza che non ha mai avuto esperienze di quel tipo, solo perché giovane precaria e centralinista in un call center? Un ennesimo schiaffo a chi magari, invece, aspirerebbe a ricoprire dei ruoli simili, non elemosinandoli ma guadagnandoseli sul campo e per meriti propri.

Casualità? Forse, ma anche le altre categorie discriminate nel corso della storia hanno pensato a lungo che, quello che gli accadeva, fosse solo un caso e, alcuni di loro, sono arrivati addirittura ad avere la convinzione di essere colpevoli di chissà quale “peccato”. Sapete però qual è la cosa più sconcertante? E’ che mentre una donna resta donna, una persona di colore di sicuro non diventa bianca, un giovane invece diventa vecchio e non può più tornare indietro.

Allora sì, forse è vero che noi giovani siamo bamboccioni, lazzaroni e anche un pò sfigati ma non per i motivi che ci vorrebbero fare credere ma perché abbiamo l’intelligenza di rimboccarci le maniche e cercare di trovare una soluzione che non sia quella classica del “distruggiamo tutto”. Ovviamente, c’è chi invece la pensa diversamente, ma fin qui, la storia contemporanea ci ha dimostrato la pazienza e la creatività di coloro che sono stati definiti “la peggiore Italia”.

Ma proviamo ad allargare un pochino lo sguardo all’attualità.

Siamo proprio sicuri che invece i bamboccioni, lazzaroni e sfigati non siano coloro che ci hanno portato dove siamo ora? Chi è che ha letteralmente svuotato le casse dello stato, elargendo o pretendendo tangenti e mazzette?

Chi è che non è stato in grado di favorire l’occupazione giovanile, arrivata oggi al 30%? Chi è che ha fatto crescere il debito pubblico italiano a livelli mai visti prima?

Di sicuro non sono stati i giovani. Ed allora, questi grandi maestri di vita, che si arrogano il diritto di dare giudizi e sentenze, quali risultati hanno ottenuto? Quali sono stati i frutti del loro lavoro, delle loro lotte, della loro gioventù? Non sarà invece che la realtà è proprio l’opposto di quello che ci viene raccontato?

Purtroppo e per fortuna, sarà proprio compito dei giovani, provare a migliorare le cose. E per farlo, il prezzo più grande che questa generazione dovrà pagare, sarà proprio quello di invecchiare prima del tempo. Ma vuoi mettere poi la soddisfazione di avere dimostrato nei fatti che i veri bamboccioni, lazzaroni e sfigati non eravamo noi?

La sfida che noi giovani abbiamo ben chiara in mente da tempo, è quella di “reggere la botta” ed inventarci modi sempre diversi per provare a costruire il nostro futuro, in modo serio e saldo. Perché, in passato, coloro che parlano del posto fisso come di un elemento di monotonia, non sono stati in grado di farlo. Perché qualcuno di loro è stato bamboccione, lazzarone e sfigato e per anni ha rappresentato la parte peggiore della nostra bella Italia.

In bocca al lupo a noi, ragazzi!

E per quanti vogliono rinfrescarsi la memoria, ecco un'istruttiva panoramica sulle definizioni del mondo giovanile. IPSE DIXIT

"Mandiamo i bamboccioni fuori di casa" (T. Padoa Schioppa, 2007)

"Siete la peggiore Italia" (R.Brunetta, 2011)

- "I ragazzi che non studiano e non lavorano sono dei lazzaroni" (V.Feltri, 2011)

"Se a 28 anni non ti sei ancora laureato sei uno sfigato" (M. Martone, 2012)

- "Del resto che monotonia un posto fisso tutta la vita" (M.Monti, 2012)

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